José Molina. Los Olvidados
Dal 06 Marzo 2013 al 29 Marzo 2013
Milano
Luogo: Fondazione Luciana Matalon
Indirizzo: Foro Buonaparte 67
Orari: da martedì a sabato 10-19
Curatori: Rosetta Gozzini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 878781
E-Mail info: fineart@fondazionematalon.org
Sito ufficiale: http://www.fondazionematalon.org/
La mostra presenta il risultato di un intenso work in progress che comprende una quindicina di opere tecnicamente elaborate che costituiscono l’intera serie Los Olvidados e altre appartenenti alla tematica precedente affrontata (Predatores), affiancate da bozzetti, disegni e stampe, così da riassumere in modo significativol'intenso lavoro di ricerca svolto dall'artista madrileno. Nelle parole dell’artista: “sono esseri umani rotti, di un altro tempo, dimenticati. Un tempo lottatori e pronti per la battaglia, ora sono vinti, espropriati, messi a tacere. Alla fine hannoceduto, si sono persi, si sono spezzati. I loro corpi, la loro carne, il loro sangue si sono trasformati in legno senza nutrimento di alberi sradicati, ferro devastato, ingranaggi di una macchina arrugginita, pietre rotte di lapidi senza fiori e senza nome. Anime che chiedono il proprio riscatto, rivoglionoil loro orgoglio originale, chiedono nuove identità, anime tornate per liberare la Terra e raccontare le loro storie dimenticate, sono loro che ci rivelano le insidie celate e dipingon ocon il sangue le porte dei traditori”.
Il Museo Fondazione Luciana Matalonè lieto di ospitare dal 5 al 29 marzo 2013la mostra Los Olvidadosdi José Molina, a cura di Rosetta Gozzini. La mostra presenta il risultato di un intenso work in progress che comprende una quindicina di opere tecnicamente elaborate che costituiscono l’intera serie Los Olvidados e altre appartenenti alla tematica precedente affrontata (Predatores), affiancate da bozzetti, disegni e stampe, così da riassumere in modo significativol'intenso lavoro di ricerca svolto dall'artista madrileno. Nelle parole dell’artista: “sono esseri umani rotti, di un altro tempo, dimenticati. Un tempo lottatori e pronti per la battaglia, ora sono vinti, espropriati, messi a tacere. Alla fine hannoceduto, si sono persi, si sono spezzati. I loro corpi, la loro carne, il loro sangue si sono trasformati in legno senza nutrimento di alberi sradicati, ferro devastato, ingranaggi di una macchina arrugginita, pietre rotte di lapidi senza fiori e senza nome. Anime che chiedono il proprio riscatto, rivoglionoil loro orgoglio originale, chiedono nuove identità, anime tornate per liberare la Terra e raccontare le loro storie dimenticate, sonoloro che ci rivelano le insidie celate e dipingonocon il sangue le porte dei traditori”. José Molina nasce a Madrid nel luglio del 1965. All’età di undici anni ha inizio la sua formazione in diverse scuole d’arte, dove, per più di dieci anni,studia disegno e pittura. A diciotto anni inizia a lavorare in pubblicità e nel frattempo completa i suoi studi all’Università di Belle Arti di Madrid. Estende poi la sua esperienza professionale ai campi dell’illustrazione, televisione, cartoni animati, e al settore multimediale. A trentacinque anni decide di tornare allesue radici e di dedicarsi totalmente alla pittura. Espone per laprima volta nel 2004 in Italia con “Morir para Vivir” presso la Galleria Rubin di Milano. Inizia con questo lavoro un’instancabile esplorazione dell’artista di mondi interiori che porterà alla luce anche nella successiva collezione “Predatores” , che vive una ricca stagione espositiva tra cui a Milano una personale presso il Museo della Scienza a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2010 espone “Cosas Humanas” alla Fondazione Mudima. Nel 2011 pubblica “Sentimentos”, edito dalla casa editrice Logos. Il libro raccoglie oltre alle opere più recenti i primi disegni che rappresentano una sorta di atlante psicologico dell’essere umano. I suoi due ultimi progetti “Los Olvidados” e “AlmaMujer”, moltodiversi tra loro per tecnica e contenuti, hanno come unico filo conduttore, la presa di coscienza da parte dell’artista che siamo di fronte ad un importante passaggio evolutivo e che la crisi ne è un segnale alternativo di vita e di comprensione. Ingresso liLa mostra presenta il risultato di un intenso work in progress che comprende una quindicina di opere tecnicamente elaborate che costituiscono l’intera serie Los Olvidados e altre appartenenti alla tematica precedente affrontata (Predatores), affiancate da bozzetti, disegni e stampe, così da riassumere in modo significativol'intenso lavoro di ricerca svolto dall'artista madrileno. Nelle parole dell’artista: “sono esseri umani rotti, di un altro tempo, dimenticati. Un tempo lottatori e pronti per la battaglia, ora sono vinti, espropriati, messi a tacere. Alla fine hannoceduto, si sono persi, si sono spezzati. I loro corpi, la loro carne, il loro sangue si sono trasformati in legno senza nutrimento di alberi sradicati, ferro devastato, ingranaggi di una macchina arrugginita, pietre rotte di lapidi senza fiori e senza nome. Anime che chiedono il proprio riscatto, rivoglionoil loro orgoglio originale, chiedono nuove identità, anime tornate per liberare la Terra e raccontare le loro storie dimenticate, sonoloro che ci rivelano le insidie celate e dipingonocon il sangue le porte dei traditori”.
José Molina nasce a Madrid nel luglio del 1965. All’età di undici anni ha inizio la sua formazione in diverse scuole d’arte, dove, per più di dieci anni, studia disegno e pittura. A diciotto anni inizia a lavorare in pubblicità e nel frattempo completa i suoi studi all’Università di Belle Arti di Madrid. Estende poi la sua esperienza professionale ai campi dell’illustrazione, televisione, cartoni animati, e al settore multimediale. A trentacinque anni decide di tornare allesue radici e di dedicarsi totalmente alla pittura. Espone per laprima volta nel 2004 in Italia con “Morir para Vivir” presso la Galleria Rubin di Milano. Inizia con questo lavoro un’instancabile esplorazione dell’artista di mondi interiori che porterà alla luce anche nella successiva collezione “Predatores” , che vive una ricca stagione espositiva tra cui a Milano una personale presso il Museo della Scienza a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2010 espone “Cosas Humanas” alla Fondazione Mudima. Nel 2011 pubblica “Sentimentos”, edito dalla casa editrice Logos. Il libro raccoglie oltre alle opere più recenti i primi disegni che rappresentano una sorta di atlante psicologico dell’essere umano. I suoi due ultimi progetti “Los Olvidados” e “AlmaMujer”, moltodiversi tra loro per tecnica e contenuti, hanno come unico filo conduttore, la presa di coscienza da parte dell’artista che siamo di fronte ad un importante passaggio evolutivo e che la crisi ne è un segnale alternativo di vita e di comprensione.
Il Museo Fondazione Luciana Matalonè lieto di ospitare dal 5 al 29 marzo 2013la mostra Los Olvidadosdi José Molina, a cura di Rosetta Gozzini. La mostra presenta il risultato di un intenso work in progress che comprende una quindicina di opere tecnicamente elaborate che costituiscono l’intera serie Los Olvidados e altre appartenenti alla tematica precedente affrontata (Predatores), affiancate da bozzetti, disegni e stampe, così da riassumere in modo significativol'intenso lavoro di ricerca svolto dall'artista madrileno. Nelle parole dell’artista: “sono esseri umani rotti, di un altro tempo, dimenticati. Un tempo lottatori e pronti per la battaglia, ora sono vinti, espropriati, messi a tacere. Alla fine hannoceduto, si sono persi, si sono spezzati. I loro corpi, la loro carne, il loro sangue si sono trasformati in legno senza nutrimento di alberi sradicati, ferro devastato, ingranaggi di una macchina arrugginita, pietre rotte di lapidi senza fiori e senza nome. Anime che chiedono il proprio riscatto, rivoglionoil loro orgoglio originale, chiedono nuove identità, anime tornate per liberare la Terra e raccontare le loro storie dimenticate, sonoloro che ci rivelano le insidie celate e dipingonocon il sangue le porte dei traditori”. José Molina nasce a Madrid nel luglio del 1965. All’età di undici anni ha inizio la sua formazione in diverse scuole d’arte, dove, per più di dieci anni,studia disegno e pittura. A diciotto anni inizia a lavorare in pubblicità e nel frattempo completa i suoi studi all’Università di Belle Arti di Madrid. Estende poi la sua esperienza professionale ai campi dell’illustrazione, televisione, cartoni animati, e al settore multimediale. A trentacinque anni decide di tornare allesue radici e di dedicarsi totalmente alla pittura. Espone per laprima volta nel 2004 in Italia con “Morir para Vivir” presso la Galleria Rubin di Milano. Inizia con questo lavoro un’instancabile esplorazione dell’artista di mondi interiori che porterà alla luce anche nella successiva collezione “Predatores” , che vive una ricca stagione espositiva tra cui a Milano una personale presso il Museo della Scienza a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2010 espone “Cosas Humanas” alla Fondazione Mudima. Nel 2011 pubblica “Sentimentos”, edito dalla casa editrice Logos. Il libro raccoglie oltre alle opere più recenti i primi disegni che rappresentano una sorta di atlante psicologico dell’essere umano. I suoi due ultimi progetti “Los Olvidados” e “AlmaMujer”, moltodiversi tra loro per tecnica e contenuti, hanno come unico filo conduttore, la presa di coscienza da parte dell’artista che siamo di fronte ad un importante passaggio evolutivo e che la crisi ne è un segnale alternativo di vita e di comprensione. Ingresso liLa mostra presenta il risultato di un intenso work in progress che comprende una quindicina di opere tecnicamente elaborate che costituiscono l’intera serie Los Olvidados e altre appartenenti alla tematica precedente affrontata (Predatores), affiancate da bozzetti, disegni e stampe, così da riassumere in modo significativol'intenso lavoro di ricerca svolto dall'artista madrileno. Nelle parole dell’artista: “sono esseri umani rotti, di un altro tempo, dimenticati. Un tempo lottatori e pronti per la battaglia, ora sono vinti, espropriati, messi a tacere. Alla fine hannoceduto, si sono persi, si sono spezzati. I loro corpi, la loro carne, il loro sangue si sono trasformati in legno senza nutrimento di alberi sradicati, ferro devastato, ingranaggi di una macchina arrugginita, pietre rotte di lapidi senza fiori e senza nome. Anime che chiedono il proprio riscatto, rivoglionoil loro orgoglio originale, chiedono nuove identità, anime tornate per liberare la Terra e raccontare le loro storie dimenticate, sonoloro che ci rivelano le insidie celate e dipingonocon il sangue le porte dei traditori”.
José Molina nasce a Madrid nel luglio del 1965. All’età di undici anni ha inizio la sua formazione in diverse scuole d’arte, dove, per più di dieci anni, studia disegno e pittura. A diciotto anni inizia a lavorare in pubblicità e nel frattempo completa i suoi studi all’Università di Belle Arti di Madrid. Estende poi la sua esperienza professionale ai campi dell’illustrazione, televisione, cartoni animati, e al settore multimediale. A trentacinque anni decide di tornare allesue radici e di dedicarsi totalmente alla pittura. Espone per laprima volta nel 2004 in Italia con “Morir para Vivir” presso la Galleria Rubin di Milano. Inizia con questo lavoro un’instancabile esplorazione dell’artista di mondi interiori che porterà alla luce anche nella successiva collezione “Predatores” , che vive una ricca stagione espositiva tra cui a Milano una personale presso il Museo della Scienza a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2010 espone “Cosas Humanas” alla Fondazione Mudima. Nel 2011 pubblica “Sentimentos”, edito dalla casa editrice Logos. Il libro raccoglie oltre alle opere più recenti i primi disegni che rappresentano una sorta di atlante psicologico dell’essere umano. I suoi due ultimi progetti “Los Olvidados” e “AlmaMujer”, moltodiversi tra loro per tecnica e contenuti, hanno come unico filo conduttore, la presa di coscienza da parte dell’artista che siamo di fronte ad un importante passaggio evolutivo e che la crisi ne è un segnale alternativo di vita e di comprensione.
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