Jorinde Voigt. Salt, Sugar, Sex
Dal 22 Gennaio 2015 al 13 Marzo 2015
Milano
Luogo: Lisson Gallery Milan
Indirizzo: via Zenale 3
Orari: da lunedì a venerdì 10-13 / 15-18; sabato su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 89050608
E-Mail info: milan@lissongallery.com
Sito ufficiale: http://www.lissongallery.com
La prima personale di Jorinde Voigt a Milano, seconda esposizione dell’artista tedesca presso Lisson Gallery, presenta disegni di medie e grandi dimensioni e una nuova serie di Things to Wear decorate a mano, nate dalla collaborazione con Mads Dinesen, influente e giovane fashion designer basato a Berlino. Voigt disegna e dipinge evocative forme astratte, interconnesse da intricate linee di testo e movimento. La nuove serie attentamente realizzata a pastello, matita e inchiostro, si intitola Salt, Sugar, Sex e si riferisce trasversalmente alle funzioni corporee che cooperano nella produzione fisiologica di ormoni attraverso questi tre importanti elementi. Così come si riferiscono agli organi interni, i disegni di Jorinde Voigt evocano fiori in pieno sboccio, nervi connessi da steli o rami: d’altronde anche le piante sono governate da reazioni biochimiche che comportano l’assorbimento di stimoli e nutrimenti esterni per la produzione di enzimi necessari allo sviluppo cellulare.
Le opere di Voigt non solo sembrano funzionare a un livello metabolico, quasi molecolare, ma suggeriscono inoltre più ampie associazioni simboliche: i rossi e i rosa sgargianti rappresentano il calore e l’energia, possiedono risonanza emozionale con la passione. Come in natura, nel frequente uso che Jorinde Voigt fa di citazioni letterali o scientifiche lungo i suoi schemi disegnati, scienza e cultura entrano in collisione, come accade tra le spesso distinte attività artistiche e filosofiche, il pensiero e l’azione. Il suo intrecciare decisioni e percorsi è il risultato di fattori conflittuali, tra i quali stanno i suoi stessi segni, i suoi gesti nel tempo e nello spazio. Questo concetto è evidente in una delle opere maggiori, Yes or No (Ja Oder Nein), dove le linee rosse, interconnesse come arterie, simboleggiano un’esperienza o registrano il momento corrente: ognuna è infatti coerentemente nominata con la parola ?Now’. Voigt presenterà la sua prima collaborazione con il fashion designer di origine danese Mads Dinesen. Dinesen, che ha disegnato i modelli e recuperato i tessuti sui quali Jorinde Voigt ha applicato schizzi di pittura, intinge spesso le sue innovative collezioni di sfumature artistiche, spirituali e politiche. I kimono nati da questa collaborazione, intitolati Things to Wear I-V (quasi traduzione letterale del termine giapponese) sono vere e proprie co-creazioni che si muovono verso la produzione di oggetti estetici multifunzionali e trasformabili o addirittura verso “pitture indossabili”.
Voigt rende anche i soggetti più insondabili - inclusi, per questa mostra, il meccanismo biologico e i movimenti spaziali del corpo, la fisica quantistica e lo scorrere del tempo - delle eleganti strutture visuali, sebbene nella conoscenza che ognuno di esso ricerca sia sostanzialmente inutile. “La futilità non è una ‘debolezza’, né una ’meschinità’: è un segno forte: più una cosa è futile, più ha significato e ancora di più essa afferma sé stessa come una forza.” Roland Barthes, A Lover's Discourse: Fragments, 1977.
Le opere di Voigt non solo sembrano funzionare a un livello metabolico, quasi molecolare, ma suggeriscono inoltre più ampie associazioni simboliche: i rossi e i rosa sgargianti rappresentano il calore e l’energia, possiedono risonanza emozionale con la passione. Come in natura, nel frequente uso che Jorinde Voigt fa di citazioni letterali o scientifiche lungo i suoi schemi disegnati, scienza e cultura entrano in collisione, come accade tra le spesso distinte attività artistiche e filosofiche, il pensiero e l’azione. Il suo intrecciare decisioni e percorsi è il risultato di fattori conflittuali, tra i quali stanno i suoi stessi segni, i suoi gesti nel tempo e nello spazio. Questo concetto è evidente in una delle opere maggiori, Yes or No (Ja Oder Nein), dove le linee rosse, interconnesse come arterie, simboleggiano un’esperienza o registrano il momento corrente: ognuna è infatti coerentemente nominata con la parola ?Now’. Voigt presenterà la sua prima collaborazione con il fashion designer di origine danese Mads Dinesen. Dinesen, che ha disegnato i modelli e recuperato i tessuti sui quali Jorinde Voigt ha applicato schizzi di pittura, intinge spesso le sue innovative collezioni di sfumature artistiche, spirituali e politiche. I kimono nati da questa collaborazione, intitolati Things to Wear I-V (quasi traduzione letterale del termine giapponese) sono vere e proprie co-creazioni che si muovono verso la produzione di oggetti estetici multifunzionali e trasformabili o addirittura verso “pitture indossabili”.
Voigt rende anche i soggetti più insondabili - inclusi, per questa mostra, il meccanismo biologico e i movimenti spaziali del corpo, la fisica quantistica e lo scorrere del tempo - delle eleganti strutture visuali, sebbene nella conoscenza che ognuno di esso ricerca sia sostanzialmente inutile. “La futilità non è una ‘debolezza’, né una ’meschinità’: è un segno forte: più una cosa è futile, più ha significato e ancora di più essa afferma sé stessa come una forza.” Roland Barthes, A Lover's Discourse: Fragments, 1977.
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