Jeff Koons. Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden)
![<span> Jeff Koons, </span><em>Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden)</em><span>, 2013. Courtesy Marco Voena © Jeff Koons</span> <span> Jeff Koons, </span><em>Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden)</em><span>, 2013. Courtesy Marco Voena © Jeff Koons</span>](http://www.arte.it/foto/600x450/ec/120427-Jeff-Koons_Gazing-Ball-Centaur-and-Lapith-Maiden-2013_CROP.jpg)
© Jeff Koons | Jeff Koons, Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden), 2013. Courtesy Marco Voena © Jeff Koons
Dal 14 Settembre 2021 al 07 Novembre 2021
Milano
Luogo: Gallerie d'Italia
Indirizzo: Piazza della Scala 6
Telefono per informazioni: +39 055 26 45 155
E-Mail info: prenotazioni@palazzostrozzi.org
Sito ufficiale: http://www.palazzostrozzi.org
Dal 14 settembre al 7 novembre 2021 le Gallerie d’Italia a Milano ospitano Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden), imponente opera dell’artista americano Jeff Koons che crea un ideale collegamento tra Milano e Firenze in attesa della grande mostra Jeff Koons. Shine che si terrà dal 2 ottobre 2021 a Palazzo Strozzi, e che vede Intesa Sanpaolo come Main Partner.
L’opera esposta a Milano fa parte della celebre serie Gazing Ball, in cui l’artista colloca lucide e specchianti sfere in vetro blu su fedeli riproduzioni di famose opere, sia di pittura che di scultura, di autori diversissimi: da Leonardo da Vinci a Édouard Manet, da Giotto a Vincent van Gogh, da Prassitele a Cristophe-Gabriel Allegrain.
Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden), 2013 Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden), esposta alle Gallerie d’Italia, fa parte della serie dedicata alla statuaria classica, in cui Jeff Koons replica celebri gruppi scultorei – collocati su monumentali piedistalli – modellati in un gesso bianco studiato appositamente dallo studio di Jeff Koons, su cui sono appoggiate sfere di vetro soffiato blu. Decorazioni tipiche dei giardini della provincia americana, che però l’artista fa produrre artigianalmente da maestranze specializzate.
La sfera specchiante è collocata sul calco in gesso di una grandiosa scultura in marmo (oltre due metri e mezzo di altezza e quasi due metri e venti di lunghezza) parte del frontone occidentale del Tempio di Zeus ad Olimpia in Grecia, raffigurante la lotta tra un centauro e una donna Lapita. Per il calco Jeff Koons ne ha utilizzato uno ottocentesco già parte di una collezione del Metropolitan Museum of Art di New York. L’episodio raffigurato è tratto dal mito greco della battaglia tra Centauri e Lapiti, uno dei soggetti più popolari nella storia dell’arte classica e rinascimentale, simbolo della lotta tra ordine e caos, civiltà e barbarie.
Unendo i riferimenti alla storia dell’arte, il concetto di ready-made e l’ossessione per la materia e l’apparenza, Jeff Koons crea un’opera che diviene un ibrido tra diverse dimensioni temporali ma soprattutto una riflessione sul rapporto tra pubblico e opera d’arte. È la sfera specchiante a essere la protagonista: attira lo sguardo, ammalia e cattura lo spettatore, e lo ingloba nell’opera insieme all’ambiente circostante.
L’opera esposta a Milano fa parte della celebre serie Gazing Ball, in cui l’artista colloca lucide e specchianti sfere in vetro blu su fedeli riproduzioni di famose opere, sia di pittura che di scultura, di autori diversissimi: da Leonardo da Vinci a Édouard Manet, da Giotto a Vincent van Gogh, da Prassitele a Cristophe-Gabriel Allegrain.
Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden), 2013 Gazing Ball (Centaur and Lapith Maiden), esposta alle Gallerie d’Italia, fa parte della serie dedicata alla statuaria classica, in cui Jeff Koons replica celebri gruppi scultorei – collocati su monumentali piedistalli – modellati in un gesso bianco studiato appositamente dallo studio di Jeff Koons, su cui sono appoggiate sfere di vetro soffiato blu. Decorazioni tipiche dei giardini della provincia americana, che però l’artista fa produrre artigianalmente da maestranze specializzate.
La sfera specchiante è collocata sul calco in gesso di una grandiosa scultura in marmo (oltre due metri e mezzo di altezza e quasi due metri e venti di lunghezza) parte del frontone occidentale del Tempio di Zeus ad Olimpia in Grecia, raffigurante la lotta tra un centauro e una donna Lapita. Per il calco Jeff Koons ne ha utilizzato uno ottocentesco già parte di una collezione del Metropolitan Museum of Art di New York. L’episodio raffigurato è tratto dal mito greco della battaglia tra Centauri e Lapiti, uno dei soggetti più popolari nella storia dell’arte classica e rinascimentale, simbolo della lotta tra ordine e caos, civiltà e barbarie.
Unendo i riferimenti alla storia dell’arte, il concetto di ready-made e l’ossessione per la materia e l’apparenza, Jeff Koons crea un’opera che diviene un ibrido tra diverse dimensioni temporali ma soprattutto una riflessione sul rapporto tra pubblico e opera d’arte. È la sfera specchiante a essere la protagonista: attira lo sguardo, ammalia e cattura lo spettatore, e lo ingloba nell’opera insieme all’ambiente circostante.
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