Informale. Dialogo tra Italia e Europa
![Antonio Corpora, <em>Senza titolo</em>, 1975, pastello a olio su carta velluto intelata, cm. 50x65 Antonio Corpora, <em>Senza titolo</em>, 1975, pastello a olio su carta velluto intelata, cm. 50x65](http://www.arte.it/foto/600x450/ce/144715-Corpora-Senza-titolo-2-1975-pastello-a-olio-su-carta-velluto-intelata-cm-50x65.jpg)
Antonio Corpora, Senza titolo, 1975, pastello a olio su carta velluto intelata, cm. 50x65
Dal 27 Ottobre 2023 al 10 Dicembre 2023
Milano
Luogo: Tornabuoni Arte Milano
Indirizzo: Via Fatebenefratelli 34/36
Orari: lunedì 15.00–19.00 | martedì – sabato 10.00-13.00 / 15.00-19.00
Telefono per informazioni: +39 02 6554841
E-Mail info: milano@tornabuoniarte.it
Sito ufficiale: http://www.tornabuoniart.com
La galleria Tornabuoni Arte è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra “Informale. Dialogo tra Italia e Europa” che si terrà nella sua sede di Milano venerdì 27 ottobre, alle ore 18.00.
L’esposizione offrirà una selezione di opere scelte di importanti artisti informali, italiani ed europei, i quali hanno contribuito in modo significativo a plasmare un linguaggio pittorico che ha profondamente influenzato e caratterizzato il secondo Novecento nell’ambito del panorama artistico internazionale. Opere intense, vigorose e allo stesso tempo raffinate, realizzate nel solco di una ricerca che trova nel segno, nella gestualità e nella libertà espressiva svincolata dalla forma i suoi elementi distintivi.
Nato all’alba di una nuova epoca dopo il trauma della Seconda guerra mondiale, l’informale è stato un movimento artistico profondamente Europeo, che ha dato voce ad una generazione segnata da visioni del conflitto, per la quale la figurazione non era più in grado di trasmettere completamente la sua esperienza. “Una realtà nel cui regno l’uomo può finalmente rischiare tutto”, così descrive il critico d’arte francese Michel Tapié il nuovo linguaggio elaborato all’inizio degli anni ‘50 da artisti quali Albero Burri, Lucio Fontana, Jean Fautrier e Jean Dubuffet. Nel loro lavoro segno e materia prevalgono sulla forma per una pittura più libera e autentica, che non rappresenta ma esprime una realtà al di là del mondo visibile.
In mostra, si troveranno così a dialogare importanti opere di artisti italiani come Lucio Fontana, presente con un lavoro tratto dalla serie Barocchi del 1956. In quest’opera è ancora radicata una tensione legata all’utilizzo mirabile della materia pittorica e che già prefigura la sua ricerca dello spazio attraverso i buchi nella tela che, da lì a poco, culmineranno nei primi tagli.
Si prosegue con Alberto Burri, riconosciuto come il principale esponente dell’informale italiano. In particolare, si evidenziano in mostra, opere di notevole suggestione, come Muffa risalente al 1951 ed un Catrame del 1957, tra i lavori tipici di questa fase della sua produzione artistica. A questi due maestri si affiancano opere di artisti di primo piano, come Afro, Tancredi, Emilio Vedova, ai quali si aggiungono interessanti lavori di Renato Birolli, Antonio Corpora e Giuseppe Santomaso, per giungere infine ad opere di Giulio Turcato e Gualtiero Nativi.
In ambito europeo, si segnalano due lavori di Hans Hartung, T 1957-3 e T 1961 – H16 B, artista che, con la sua pittura, così legata al segno gestuale ed espressivo di forte impatto, ha profondamente influenzato l’intero mondo informale. Completano e arricchiscono l’esposizione l’opera Cortèges (1963) di Jean Fautrier,anch’egli artista cardine del movimento informale Europeo, e lavori d’artisti di rilievo come George Mathieu, Serge Poliakoff, Jean Paul Riopelle, Asger Jorn, così come una selezione di preziose opere su carta di Nicolas De Staël, Jean Dubuffet e Mark Tobey.
All’interno del contesto espositivo, il visitatore potrà perciò immergersi in un’esperienza ampia e diversificata dell’arte informale, comprendendo come alcuni degli artisti più significativi del Novecento abbiano interpretato e vissuto in modo così profondamente personale questo movimento.
L’esposizione offrirà una selezione di opere scelte di importanti artisti informali, italiani ed europei, i quali hanno contribuito in modo significativo a plasmare un linguaggio pittorico che ha profondamente influenzato e caratterizzato il secondo Novecento nell’ambito del panorama artistico internazionale. Opere intense, vigorose e allo stesso tempo raffinate, realizzate nel solco di una ricerca che trova nel segno, nella gestualità e nella libertà espressiva svincolata dalla forma i suoi elementi distintivi.
Nato all’alba di una nuova epoca dopo il trauma della Seconda guerra mondiale, l’informale è stato un movimento artistico profondamente Europeo, che ha dato voce ad una generazione segnata da visioni del conflitto, per la quale la figurazione non era più in grado di trasmettere completamente la sua esperienza. “Una realtà nel cui regno l’uomo può finalmente rischiare tutto”, così descrive il critico d’arte francese Michel Tapié il nuovo linguaggio elaborato all’inizio degli anni ‘50 da artisti quali Albero Burri, Lucio Fontana, Jean Fautrier e Jean Dubuffet. Nel loro lavoro segno e materia prevalgono sulla forma per una pittura più libera e autentica, che non rappresenta ma esprime una realtà al di là del mondo visibile.
In mostra, si troveranno così a dialogare importanti opere di artisti italiani come Lucio Fontana, presente con un lavoro tratto dalla serie Barocchi del 1956. In quest’opera è ancora radicata una tensione legata all’utilizzo mirabile della materia pittorica e che già prefigura la sua ricerca dello spazio attraverso i buchi nella tela che, da lì a poco, culmineranno nei primi tagli.
Si prosegue con Alberto Burri, riconosciuto come il principale esponente dell’informale italiano. In particolare, si evidenziano in mostra, opere di notevole suggestione, come Muffa risalente al 1951 ed un Catrame del 1957, tra i lavori tipici di questa fase della sua produzione artistica. A questi due maestri si affiancano opere di artisti di primo piano, come Afro, Tancredi, Emilio Vedova, ai quali si aggiungono interessanti lavori di Renato Birolli, Antonio Corpora e Giuseppe Santomaso, per giungere infine ad opere di Giulio Turcato e Gualtiero Nativi.
In ambito europeo, si segnalano due lavori di Hans Hartung, T 1957-3 e T 1961 – H16 B, artista che, con la sua pittura, così legata al segno gestuale ed espressivo di forte impatto, ha profondamente influenzato l’intero mondo informale. Completano e arricchiscono l’esposizione l’opera Cortèges (1963) di Jean Fautrier,anch’egli artista cardine del movimento informale Europeo, e lavori d’artisti di rilievo come George Mathieu, Serge Poliakoff, Jean Paul Riopelle, Asger Jorn, così come una selezione di preziose opere su carta di Nicolas De Staël, Jean Dubuffet e Mark Tobey.
All’interno del contesto espositivo, il visitatore potrà perciò immergersi in un’esperienza ampia e diversificata dell’arte informale, comprendendo come alcuni degli artisti più significativi del Novecento abbiano interpretato e vissuto in modo così profondamente personale questo movimento.
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