Il MuFoCo al Festival Internazionale della Cultura di Bergamo
Logo MuFoCo, Museo di Fotografia Contemporanea, Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo
Dal 23 Aprile 2012 al 28 Aprile 2012
Cinisello Balsamo | Milano
Luogo: Villa Ghirlanda
Indirizzo: via Frova 10
Costo del biglietto: ingresso libero
Telefono per informazioni: +39 02 6605661
E-Mail info: ufficiostampa@mufoco.org
Sito ufficiale: http://www.mufoco.org
Il Museo di Fotografia Contemporanea partecipa
al Festival Internazionale della Cultura di Bergamo
Il Museo di Fotografia Contemporanea partecipa al Festival Internazionale della Cultura di Bergamo presentando due incontri con autori di fama internazionale che lavorano con la fotografia in modo originale: Joachim Schmid, che riutilizza immagini trovate e Joan Fontcuberta, che mette costantemente in discussione l'autenticità dell'arte.
Joachim Schmid | 23 aprile ore 20,30 | fiera di bergamo
Joachim Schmid (Balingen, Germania, 1955), attivo come artista dalla metà degli anni Ottanta, lavora intensamente con la fotografia ma non è un fotografo in senso stretto, iInfatti non produce alcuna immagine. Nel 1989, in occasione del 150mo anniversario dell’invenzione della fotografia, ha provocatoriamente dichiarato: “Nessuna nuova fotografia finché non saranno utilizzate fino in fondo quelle già esistenti!”, una dichiarazione alla quale è rimasto sempre fedele.
La posizione di Schmid nasce dalla consapevolezza che quella che viene definita “civiltà dell’immagine” vede un vero e proprio processo di proliferazione delle immagini, fino all’assuefazione e alla saturazione. Egli decide dunque di sospendere la produzione e “si limita” a cercare, raccogliere nelle strade, nelle case, nei mercatini, e riutilizzare immagini già esistenti e scattate da altri, archiviandole, appropriandosene, associandole tra loro, talvolta manipolandole, in cerca di nuovi significati. Egli è dunque non un fotografo, ma un collezionista, un entusiasta del riciclaggio, un catalogatore, un critico che riflette sulla produzione delle immagini nella società di massa.
Tra i suoi lavori più importanti: Bilder von der Strasse/Immagini dalla strada, avviato nel 1982 e ancora in corso, Capolavori della fotografia/La collezione Fricke e Schmid, della fine degli anni Ottanta, Arkiv, 1986-99, Photogenic Drafts, 1991, Statics, 1995-2003, Arcana, 1996-2008, Belo Horizonte, 1992-1993, Photographic Garbage Survey Project, 1996-1997, Decisive Portraits, 1998, The Face in the Desert, 1999, Meetings, 2003-2007, Untitled Portraits, 2007, Other People’s Photographs, 2008-2011.
L’avvento del digitale ha offerto a Schmid ulteriori occasioni per allargare il suo raggio d’azione alla rete: le sue serie più recenti si basano su prelievi di immagini attraverso Flickr, Google, Facebook, Twitter, l’utilizzo di webcam.
Nel 2009 ha fondato la ABC Artists’ Books Cooperative, all’interno della quale si dedica, insieme ad altri artisti, al self publishing utilizzando le tecnologie del print-on-demand.
Innumerevoli le mostre in tutto il mondo e le pubblicazioni, sia su carta che nel web. La più nota monografia dedicata al suo lavoro, Joachim Schmid. Photoworks 1982-2007, è uscita nel 2007.
Nella sua conferenza presenterà una serie di lavori realizzati con fotografie nell’arco degli ultimo trent’anni e proporrà al pubblico alcune delle idee che sono alla base: l’utilizzo di fotografie trovate, l’appropriazione di materiali realizzati da altre persone, il riutilizzo/riciclaggio delle immagini.
Joan Fontcuberta | 28 aprile ore 20,30 | centro congressi giovanni xxiii - Bergamo
Joan Fontcuberta (Barcelona, Spagna, 1955) è un artista noto a livello internazionale per il suo fantasioso, per molti aspetti sconcertante lavoro di analisi del rapporto fotografia/realtà/finzione mirato alla messa in discussione del mito della verità fotografica e alla creazione di un costante stato di dubbio e interrogazione sull’autenticità dell’arte.
Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in prestigiose sedi di tutto il mondo. Innumerevoli le pubblicazioni in molte lingue.
Da quasi trent’anni Fontcuberta non si stanca di inventare personaggi, animali, situazioni, miti e leggende, mette in scena storie originali e sorprendenti, sovvertendo con ironia i codici della fotografia, dell’arte, della comunicazione, discutendo i concetti stessi di opera d’arte, mostra, libro. Egli si finge di volta in volta curatore, scrittore, scienziato, storico, astronauta, costruendo narrazioni assolutamente plausibili e verosimili e spacciando per veri documenti, interi archivi, oggetti, figure, scritti, fotografie, manufatti artistici di ogni genere completamente inventati da lui stesso.
Tra i suoi progetti più famosi: Herbarium, 1984, Fauna, 1987, Artist and the Photograph, 1995, Sputnik, 1997, Contranatura, 2001, Miracles & Co., 2002, Deconstructing Osama, 2007. In alcune particolari ricerche decostruisce e indaga il linguaggio stesso della fotografia (Hemograms, 1998, Googlegrams, 2005).
Fin dagli esordi a metà Ottanta Joan Fontcuberta ha affiancato alle sua produzione artistica un'importante attività di editore (la rivista Photovision, fondata nel 1980), docente (Università di Barcellona, Pompeu Fabra University, Harvard University), curatore, saggista (Réel, fiction, virtuel, 1996, Le baiser de Judas, 1996, Fotografia. Crisis de historia, 2001, La ubiquitat de la imatge, 2008, Historias de la fototografia espanola, 2008, La càmara de Pandora. La fotografi@ después la fotografia, 2010), producendo contributi critici e storici che sono diventati punti di riferimento nel dibattito internazionale.
al Festival Internazionale della Cultura di Bergamo
Il Museo di Fotografia Contemporanea partecipa al Festival Internazionale della Cultura di Bergamo presentando due incontri con autori di fama internazionale che lavorano con la fotografia in modo originale: Joachim Schmid, che riutilizza immagini trovate e Joan Fontcuberta, che mette costantemente in discussione l'autenticità dell'arte.
Joachim Schmid | 23 aprile ore 20,30 | fiera di bergamo
Joachim Schmid (Balingen, Germania, 1955), attivo come artista dalla metà degli anni Ottanta, lavora intensamente con la fotografia ma non è un fotografo in senso stretto, iInfatti non produce alcuna immagine. Nel 1989, in occasione del 150mo anniversario dell’invenzione della fotografia, ha provocatoriamente dichiarato: “Nessuna nuova fotografia finché non saranno utilizzate fino in fondo quelle già esistenti!”, una dichiarazione alla quale è rimasto sempre fedele.
La posizione di Schmid nasce dalla consapevolezza che quella che viene definita “civiltà dell’immagine” vede un vero e proprio processo di proliferazione delle immagini, fino all’assuefazione e alla saturazione. Egli decide dunque di sospendere la produzione e “si limita” a cercare, raccogliere nelle strade, nelle case, nei mercatini, e riutilizzare immagini già esistenti e scattate da altri, archiviandole, appropriandosene, associandole tra loro, talvolta manipolandole, in cerca di nuovi significati. Egli è dunque non un fotografo, ma un collezionista, un entusiasta del riciclaggio, un catalogatore, un critico che riflette sulla produzione delle immagini nella società di massa.
Tra i suoi lavori più importanti: Bilder von der Strasse/Immagini dalla strada, avviato nel 1982 e ancora in corso, Capolavori della fotografia/La collezione Fricke e Schmid, della fine degli anni Ottanta, Arkiv, 1986-99, Photogenic Drafts, 1991, Statics, 1995-2003, Arcana, 1996-2008, Belo Horizonte, 1992-1993, Photographic Garbage Survey Project, 1996-1997, Decisive Portraits, 1998, The Face in the Desert, 1999, Meetings, 2003-2007, Untitled Portraits, 2007, Other People’s Photographs, 2008-2011.
L’avvento del digitale ha offerto a Schmid ulteriori occasioni per allargare il suo raggio d’azione alla rete: le sue serie più recenti si basano su prelievi di immagini attraverso Flickr, Google, Facebook, Twitter, l’utilizzo di webcam.
Nel 2009 ha fondato la ABC Artists’ Books Cooperative, all’interno della quale si dedica, insieme ad altri artisti, al self publishing utilizzando le tecnologie del print-on-demand.
Innumerevoli le mostre in tutto il mondo e le pubblicazioni, sia su carta che nel web. La più nota monografia dedicata al suo lavoro, Joachim Schmid. Photoworks 1982-2007, è uscita nel 2007.
Nella sua conferenza presenterà una serie di lavori realizzati con fotografie nell’arco degli ultimo trent’anni e proporrà al pubblico alcune delle idee che sono alla base: l’utilizzo di fotografie trovate, l’appropriazione di materiali realizzati da altre persone, il riutilizzo/riciclaggio delle immagini.
Joan Fontcuberta | 28 aprile ore 20,30 | centro congressi giovanni xxiii - Bergamo
Joan Fontcuberta (Barcelona, Spagna, 1955) è un artista noto a livello internazionale per il suo fantasioso, per molti aspetti sconcertante lavoro di analisi del rapporto fotografia/realtà/finzione mirato alla messa in discussione del mito della verità fotografica e alla creazione di un costante stato di dubbio e interrogazione sull’autenticità dell’arte.
Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in prestigiose sedi di tutto il mondo. Innumerevoli le pubblicazioni in molte lingue.
Da quasi trent’anni Fontcuberta non si stanca di inventare personaggi, animali, situazioni, miti e leggende, mette in scena storie originali e sorprendenti, sovvertendo con ironia i codici della fotografia, dell’arte, della comunicazione, discutendo i concetti stessi di opera d’arte, mostra, libro. Egli si finge di volta in volta curatore, scrittore, scienziato, storico, astronauta, costruendo narrazioni assolutamente plausibili e verosimili e spacciando per veri documenti, interi archivi, oggetti, figure, scritti, fotografie, manufatti artistici di ogni genere completamente inventati da lui stesso.
Tra i suoi progetti più famosi: Herbarium, 1984, Fauna, 1987, Artist and the Photograph, 1995, Sputnik, 1997, Contranatura, 2001, Miracles & Co., 2002, Deconstructing Osama, 2007. In alcune particolari ricerche decostruisce e indaga il linguaggio stesso della fotografia (Hemograms, 1998, Googlegrams, 2005).
Fin dagli esordi a metà Ottanta Joan Fontcuberta ha affiancato alle sua produzione artistica un'importante attività di editore (la rivista Photovision, fondata nel 1980), docente (Università di Barcellona, Pompeu Fabra University, Harvard University), curatore, saggista (Réel, fiction, virtuel, 1996, Le baiser de Judas, 1996, Fotografia. Crisis de historia, 2001, La ubiquitat de la imatge, 2008, Historias de la fototografia espanola, 2008, La càmara de Pandora. La fotografi@ después la fotografia, 2010), producendo contributi critici e storici che sono diventati punti di riferimento nel dibattito internazionale.
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