Il giovane Boccioni

Umberto Boccioni, Trittico. Veneriamo la Madre, 1907-1908. Olio su tavola, 27 x 56 cm. Collezione privata
Dal 30 Aprile 2021 al 30 Giugno 2021
Milano
Luogo: Galleria Bottegantica
Indirizzo: Via Alessandro Manzoni 45
Orari: da martedì al sabato 10-13 / 15-19
Curatori: Virginia Baradel
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 62695489
E-Mail info: info@bottegantica.com
Sito ufficiale: http://www.bottegantica.com
Numerose sono le mostre che negli ultimi decenni hanno indagato la figura e lopera di Umberto Boccioni. Poche, tuttavia, sono quelle che hanno ripercorso con rigore scientifico la fase giovanile e formativa dellartista calabrese, in cui lo studio del passato si lega alla volontà irrefrenabile di conoscere il presente e di sperimentare il futuro. A questo periodo ricco di suggestioni è dedicata la mostra Il giovane Boccioni, con la quale Galleria Bottegantica inaugura la stagione espositiva 2021.
Curata dalla storica dellarte Virginia Baradel, tra i più accreditati studiosi di Boccioni prefuturista, la rassegna propone una accurata selezione di opere eseguite da Boccioni tra il 1901 e il 1909. Anni nei quali il pittore, allora ventenne, rafforza la sua vocazione artistica attraverso esperienze di studio condotte a Roma, Padova, Venezia e Milano, intervallate dall'importante soggiorno parigino del 1906 e dal successivo viaggio in Russia.
Linfluenza delle diverse correnti figurative europee e linteresse per la tradizione classica e rinascimentale, affiorano ripetutamente nelle opere del periodo e trovano, soprattutto nella produzione grafica, un valido laboratorio di analisi sperimentale, di invenzione e di verifica stilistica che Boccioni conduce in parallelo rispetto alla pittura.
Proprio al lavoro su carta la mostra dedica particolare interesse attraverso una selezione di disegni che coprono gli anni dell'apprendistato del giovane Boccioni. A un primo nucleo di opere di forte impronta scolastica risalente al periodo in cui fu allievo di Giacomo Balla e frequentò le scuole di disegno pittorico e di nudo a Roma, se ne affianca un altro più copioso e diversificato riconducibile agli anni immediatamente successivi, nei quali il tratto acquista sicurezza nel restituirci precise visioni architettoniche, ritratti curiosi alcuni dei quali rasentano la caricatura e figure umane di estrema sintesi formale. Anche le copie da museo appartengono a questo periodo di apprendistato.
Altro aspetto su cui la mostra focalizza lattenzione riguarda le tempere commerciali che Boccioni dipinge in questi anni per ragioni perlopiù economiche.
La foga di apprendere e di affinare le proprie capacità artistiche caratterizza anche il periodo veneziano dellartista, durante il quale sperimenta sotto la guida del pittore Alessandro Zezzos la tecnica incisoria, i cui esiti, davvero interessanti, sono ben documentati nella rassegna milanese.
Il percorso espositivo della mostra si conclude come del resto quello formativo dellartista con il trasferimento di Boccioni a Milano, nel settembre del 1907. Linteresse per le opere di Giovanni Segantini, Carlo Fornara e di Gaetano Previati ammirate pochi mesi prima alla Biennale di Venezia , orientano il giovane verso la ricerca di uno stile capace di conciliare la modernità positivista con lidealità nellambito dellillustrazione e della cartellonistica. La coeva produzione pittorica trova espressione in piccole vedute di paesaggi lombardi che dimostrano tuttavia un superamento della trama impressionista ancora presente nelle tele di periodo veneziano. Nel versante del ritratto, dove il pennello diventa febbrile nella sua urgenza di restituire sulla tela la singolarità di un volto, di una espressione o di un carattere.
In mostra questi temi sono testimoniati da opere di pregio, come Paesaggio lombardo e La madre malata del 1908. Altre documentano invece la parentesi simbolista del 1908-1910, che trova ne Il lutto il suo esito più straziante e esoterico. Altrettanto interessanti sono i bozzetti per il manifesto dellEsposizione di pittura e scultura promossa dalla Famiglia Artistica a Brunate (maggio-giugno 1909): sintesi perfetta delle diverse cifre stilistiche fin qui acquisite da Boccioni, dal divisionismo, alla pennellata larga e sintetica di matrice postimpressionista, agli echi del modernismo.
Accompagna la mostra un importante catalogo, edito da Bottegantica edizioni, con contributi di Virginia Baradel, Ester Coen e Niccolò DAgati, regesto dei disegni e delle tempere a cura di Niccolò DAgati.
Curata dalla storica dellarte Virginia Baradel, tra i più accreditati studiosi di Boccioni prefuturista, la rassegna propone una accurata selezione di opere eseguite da Boccioni tra il 1901 e il 1909. Anni nei quali il pittore, allora ventenne, rafforza la sua vocazione artistica attraverso esperienze di studio condotte a Roma, Padova, Venezia e Milano, intervallate dall'importante soggiorno parigino del 1906 e dal successivo viaggio in Russia.
Linfluenza delle diverse correnti figurative europee e linteresse per la tradizione classica e rinascimentale, affiorano ripetutamente nelle opere del periodo e trovano, soprattutto nella produzione grafica, un valido laboratorio di analisi sperimentale, di invenzione e di verifica stilistica che Boccioni conduce in parallelo rispetto alla pittura.
Proprio al lavoro su carta la mostra dedica particolare interesse attraverso una selezione di disegni che coprono gli anni dell'apprendistato del giovane Boccioni. A un primo nucleo di opere di forte impronta scolastica risalente al periodo in cui fu allievo di Giacomo Balla e frequentò le scuole di disegno pittorico e di nudo a Roma, se ne affianca un altro più copioso e diversificato riconducibile agli anni immediatamente successivi, nei quali il tratto acquista sicurezza nel restituirci precise visioni architettoniche, ritratti curiosi alcuni dei quali rasentano la caricatura e figure umane di estrema sintesi formale. Anche le copie da museo appartengono a questo periodo di apprendistato.
Altro aspetto su cui la mostra focalizza lattenzione riguarda le tempere commerciali che Boccioni dipinge in questi anni per ragioni perlopiù economiche.
La foga di apprendere e di affinare le proprie capacità artistiche caratterizza anche il periodo veneziano dellartista, durante il quale sperimenta sotto la guida del pittore Alessandro Zezzos la tecnica incisoria, i cui esiti, davvero interessanti, sono ben documentati nella rassegna milanese.
Il percorso espositivo della mostra si conclude come del resto quello formativo dellartista con il trasferimento di Boccioni a Milano, nel settembre del 1907. Linteresse per le opere di Giovanni Segantini, Carlo Fornara e di Gaetano Previati ammirate pochi mesi prima alla Biennale di Venezia , orientano il giovane verso la ricerca di uno stile capace di conciliare la modernità positivista con lidealità nellambito dellillustrazione e della cartellonistica. La coeva produzione pittorica trova espressione in piccole vedute di paesaggi lombardi che dimostrano tuttavia un superamento della trama impressionista ancora presente nelle tele di periodo veneziano. Nel versante del ritratto, dove il pennello diventa febbrile nella sua urgenza di restituire sulla tela la singolarità di un volto, di una espressione o di un carattere.
In mostra questi temi sono testimoniati da opere di pregio, come Paesaggio lombardo e La madre malata del 1908. Altre documentano invece la parentesi simbolista del 1908-1910, che trova ne Il lutto il suo esito più straziante e esoterico. Altrettanto interessanti sono i bozzetti per il manifesto dellEsposizione di pittura e scultura promossa dalla Famiglia Artistica a Brunate (maggio-giugno 1909): sintesi perfetta delle diverse cifre stilistiche fin qui acquisite da Boccioni, dal divisionismo, alla pennellata larga e sintetica di matrice postimpressionista, agli echi del modernismo.
Accompagna la mostra un importante catalogo, edito da Bottegantica edizioni, con contributi di Virginia Baradel, Ester Coen e Niccolò DAgati, regesto dei disegni e delle tempere a cura di Niccolò DAgati.
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