Guarneri, Olivieri, Verna. Gli anni Settanta
Dal 25 Febbraio 2016 al 29 Aprile 2016
Milano
Luogo: Progettoarte elm
Indirizzo: via Fusetti 14
Curatori: Ivan Quaroni
Telefono per informazioni: +39 02 83390437
E-Mail info: info@progettoarte-elm.com
La galleria Progettoarte elm di Milano, nel proseguimento del percorso di promozione e valorizzazione degli artisti della Pittura Analitica, dopo le personali dedicate a Pino Pinelli (2013), Marco Gastini (2012), Claudio Verna (2011), Enzo Cacciola (2010) è lieta di presentare la mostra Guarneri, Olivieri, Verna. Gli anni Settanta.
Per l’occasione saranno esposte circa venti opere pittoriche risalenti agli anni Settanta, periodo in cui le intuizioni dei tre artisti giungono a quella nuova maturazione espressiva, poi variamente denominata dalla critica con i termini di Pittura Analitica, Pittura-Pittura o Nuova Pittura, una tendenza che trova riscontro nelle parallele e coeve indagini dei pittori francesi (Support/Surface) e tedeschi (Analytische Maleri o Geplante Malerei).
I lavori qui proposti mostrano come le ricerche di Guarneri, Olivieri e Verna siano legate da un comune ritorno ai valori basilari della pittura, ai fondamenti irriducibili di una grammatica fatta di luce, segno e colore.
Sorta dalle ceneri dell’Informale, ma egualmente distante dalle sperimentazioni sul grado zero della pittura, questa nuova sensibilità - oggi giustamente riscoperta e rivalutata anche dal mercato - si contraddistingue per l’attenzione al sistema di relazioni interne alla pittura e per l’analisi dei suoi vocaboli essenziali, liberati da ogni funzione descrittiva.
Narrazione e rappresentazione, avvertiti come elementi inessenziali, lasciano, infatti, spazio all’indagine su movimento, vibrazione luministica, pulsazione ritmica e intensità del colore. Il risultato è una pittura “a percezione lenta”, che richiede all’osservatore una visione prolungata.
È il caso soprattutto di Riccardo Guarneri che, identificando il colore con la luce, dipinge quadri bianchi, innervati da una filigrana di segni sottili che accentuano il carattere impalpabile della pasta cromatica.
Anche Claudio Olivieri lavora, soprattutto all’inizio del decennio, con un linguaggio che combina il segno al colore, dove però si avverte già l’interesse per la costruzione di forme fluide e scure masse plasmatiche affioranti dal fondo della tela.
Influenzato dalle teorie gestaltiche e dai problemi legati alla percezione, Verna è, tra i tre, l’artista più interessato alle forme geometriche e alle partizioni ritmiche. Nelle sue tele il colore si organizza in campiture uniformi, sovente scandite da rettangoli, losanghe e bande di colore che evidenziano il dato processuale della sua pittura.
Questa mostra, a distanza di oltre quarant’anni, è un’opportunità unica per valutare il rigore linguistico delle ricerche di Guarneri, Olivieri e Verna attraverso una selezione di opere dipinte tra il 1970 e il 1979. Gli anni Settanta rappresentano, infatti, un periodo cruciale, compresso tra il retaggio delle formulazioni poveriste e i futuri fermenti transavanguardisti, in cui questi artisti, insieme ad altri membri di quella mobile e fluida compagine di personalità che fu la Pittura Analitica, rivendicarono l’autonomia e la radicalità di una pratica millenaria attraverso il ritorno a un linguaggio primario, insieme severo e lirico.
Riccardo Guarneri
Nasce nel 1933 a Firenze, dove vive e lavora. Dopo una breve stagione informale intraprende dal 1962 una ricerca fondata sul segno e sulla luce che diventano i suoi principali oggetto di studio, all’interno di un impianto geometrico minimale.
Ha esordito all’Aja nel 1960 con la prima mostra personale. Ha successivamente partecipato alla Biennale di Venezia del 1966 (con Agostino Bonalumi e Paolo Scheggi), e alla mostra Weiss auf Weiss alla Kunstalle di Berna, alla Biennale di Parigi del 1967 nella sezione “Nuove Proposte”. Nel 1972 tiene una prima antologica al Westfalischer Kunstverein di Munster e poi è presente alle Quadriennali di Roma del 1973 e del 1986. Nel 1981 espone al Palazzo delle Esposizioni di Roma nella mostra Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980. Nel 1997 alla Kunsthalle di Colonia, in Abstrakte Kunst Italiens ’60/’90. Nel 2007 al Palazzo della Permanente, Milano, Pittura Analitica anni ’70. Nel 2008 Pittura Aniconica, alla Casa del Mantegna di Mantova. Nel 2011 partecipa a Percorsi riscoperti dell’arte italiana – Fondazione VAF-Stiftung 1947- 2010, presso il MART di Trento e Rovereto. Ha insegnato pittura nelle Accademie di Belle Arti di Carrara, Bari, Venezia e Firenze.
Claudio Olivieri
Nasce a Roma nel 1934. Trasferitosi a Milano nel 1953, frequenta l'accademia di Brera e s’interessa, in particolare, alla lezione dell'arte informale, nei suoi molteplici orientamenti, da Fautrier a Rothko, a Reinhardt. La ricerca di Olivieri s’incentra sui rapporti forma-colore, colore-luce, segno-spazio, in un discorso poetico sempre più essenziale: dalle strutture metalliche colorate sospese e dalle stratificazioni complesse di stesure cromatiche attraversate da aggrovigliati percorsi segnici che ne sottolineano una componente dinamica (tipiche delle opere degli anni Settanta), si è volto sempre più a indagare trasparenza e luminosità in uno spazio pittorico continuo, capace di esprimere sensazioni e sentimenti. Olivieri presenta le sue opere in varie edizioni della Biennale di Venezia (1966, 1980, 1986, 1990), a Documenta di Kassel (1977), alla Quadriennale di Roma (1998), in rassegne tematiche sul colore e sull'arte italiana e in numerose mostre personali, da quelle milanesi alla Galleria del Milione (1969, 1971, 1975, 1988) e al PAC di Milano (1982), fino alla retrospettiva organizzata a Conegliano in Palazzo Sarcinelli, sede della Galleria comunale d'arte (2001). Tra le mostre antologiche sono da segnalare quelle alla Casa di Mantegna a Mantova (2002); Rocca Paolina di Perugia (2003) e Museo Diocesano di Milano (2007).
Claudio Verna
Nasce a Guardiagrele, in provincia di Chieti, nel 1937. Dal 1942 al 1956 studia in Umbria, poi all’Università di Firenze, dove si laurea con una tesi sulle “Arti figurative nella civiltà industriale” e dove tiene le prime mostre di rilievo. Nel 1961 approda a Roma. Per alcuni anni rinuncia alle mostre per sperimentare e definire in totale autonomia il pensiero e gli strumenti della propria ricerca. Nel 1967 torna a esporre, ormai definitivamente convinto delle ragioni “antiche e irrinunciabili” della pittura. Dalla metà degli anni Settanta la pittura di Verna “si articola tra le polarità di un estremo rigore e di un intenso abbandono emotivo”. Protagonista assoluto dei dipinti è il colore, mentre il segno e il gesto hanno il compito di organizzare lo spazio e di identificare “figure” al di fuori di ogni referenza meramente descrittiva. Allestisce oltre cento le personali in Italia e all’estero e partecipa alla Biennale di Venezia nel 1970, 1978 e 1980. Ottiene vari riconoscimenti, tra cui il Premio Acireale nel 1968; il Premio Città di Gallarate nel 1973 e nel 1995; il Premio Michetti nel 1973 e nel 1983, il Premio Suzzara nel 1999. Rassegne antologiche gli vengono organizzate dal Museo Civico di Gibellina nel 1988, dalla Galleria Comunale di Spoleto nel 1994, dal PAC di Ferrara nel 1997, dalla Galleria Comunale di Conegliano, Palazzo Sarcinelli, nel 1998, dalla Casa dei Carraresi di Treviso nel 2000, dal Museo Nazionale d’Abruzzo, L’Aquila, nel 2007 e dalla Fondazione Mudima, Milano, nel 2011. Nel 1976 pubblica un saggio intitolato Pittura e, nel 1985, l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Roma raccoglie in un quaderno, intitolato Fare pittura, i testi di conversazioni tenute da Verna all’Accademia di Belle Arti e all’Università. Nel 2008 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli conferisce il Premio “Antonio Feltrinelli” per la pittura. Viene nominato Accademico nazionale di San Luca. Nel 2010 esce il Catalogo ragionato del suo lavoro a cura di Volker W. Feierabend e Marco Meneguzzo, per la Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI). Vive e lavora a Roma.
Opening: giovedi 25 febbraio 2016, h. 18.30
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