Gli Ebrei a Shanghai

Gli Ebrei a Shanghai, Memoriale della Shoah, Milano
Dal 18 Settembre 2016 al 15 Dicembre 2016
Milano
Luogo: Memoriale della Shoah
Indirizzo: Largo Edmond J. Safra 1
Orari: lunedì 10-19:30; dal martedì al giovedì 10-14:30; prima domenica del mese 10-18
Enti promotori:
- Istituti Confucio dell’Università Cattolica e dell’Università degli Studi di Milano
Costo del biglietto: ingresso gratuito per i visitatori del Memoriale
Telefono per informazioni: +39 02 7234 5226
E-Mail info: istituto.confucio@unicatt.it
Sito ufficiale: http://istitutoconfucio.unicatt.it
La presenza dei rifugiati ebrei a Shanghai a seguito dell’avvento del nazismo in Europa e delle leggi razziali è un episodio quasi sconosciuto in Italia.
Lo racconta attraverso testimonianze, documenti e fotografie – per la prima volta tradotti in italiano – la mostra dal titolo “Gli Ebrei a Shanghai”, che si terrà dal 18 settembre al 15 dicembre presso il Memoriale della Shoah di Milano. L’esposizione è stata organizzata dagli Istituti Confucio dell’Università Cattolica e dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con lo Shanghai Jewish Refugees Museum, la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus e l’Istituto Italiano di Cultura - Consolato Generale d’Italia a Shanghai.
La mostra presenta anzitutto il contesto storico che ha portato all’esodo di circa 18.000 ebrei europei verso l’Estremo Oriente, alla metà degli anni ‘30 a seguito dell'Anschluss, l’annessione dell’Austria alla Germania.
In questa fase, il Console generale della Cina a Vienna, il dottor Ho Feng Shan, giocò un ruolo decisivo: si schierò contro l’antisemitismo e concedette numerosi visti agli ebrei offrendo loro una via di fuga verso l'estremo oriente. Questa figura (una sorta di “Schindler cinese”) è stata in seguito insignita del titolo di Giusto tra le Nazioni.
Dal 1933 al 1940, gran parte dei rifugiati si spostarono in Italia per imbarcarsi su navi da crociera salpate dai porti di Genova e Trieste; altri fuggirono nei Paesi dell’Europa Settentrionale e partirono dai porti sull’Atlantico.
Il massiccio afflusso terminò nel 1941 a seguito della dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia e alla Gran Bretagna, che sancì la chiusura della rotta verso la Cina, e del bombardamento giapponese di Pearl Harbour, nel dicembre 1941, che diede il via alla guerra del Pacifico.
Nella seconda parte della mostra viene presentata la vita dei rifugiati ebrei a Shanghai, per i quali nemmeno la forte diversità della lingua è stata una barriera all'inserimento nel Paese.
Dopo un periodo di libertà in cui gli ebrei avviarono proprie attività commerciali fino a creare una “Piccola Vienna” nel distretto di Hongkou a Shanghai, l’invasione giapponese della Cina nel 1942 portò a nuova situazione di persecuzione.
I Giapponesi proclamarono l’istituzione di un ghetto nell’area di Tilanqiao, nel distretto di Hongkou (Shanghai) e obbligarono tutti i rifugiati ebrei a stabilirvisi.
L'apertura al pubblico della mostra si inserisce nell'ambito dell'edizione 2016 della Giornata Europea della Cultura Ebraica in Italia che avrà per tema “Le lingue ebraiche”. In Italia la Giornata si terrà il 18 settembre e, come ogni anno, sinagoghe, musei e altri luoghi di tutte le Comunità ebraiche e città della penisola accoglieranno il pubblico con varie manifestazioni culturali, tra visite guidate, spettacoli e percorsi enogastronomici.
Per questa giornata il Memoriale ha anche previsto un’apertura straordinaria al pubblico e due visite guidate all’interno dei propri spazi, alle ore 10.30 e 12.00.
La mostra “Gli Ebrei a Shanghai” è aperta il lunedì dalle 10 alle 19.30 e dal martedì al giovedì dalle 10 alle 14.30 mentre la prima domenica del mese è aperta dalle 10 alle 18.
Per ulteriori informazioni, consultare il sito: www.memorialeshoah.it
Il Memoriale sorge laddove tra il 1943 e il 1945 migliaia di ebrei, rastrellati in città e nella regione, furono caricati su vagoni merci e agganciati ai convogli diretti a Auschwitz-Birkenau, Bergen Belsen e ai campi italiani di raccolta, come Fossoli e Bolzano. Dagli stessi binari partirono anche numerosi deportati politici, destinati al campo di concentramento di Mauthausen o ai campi italiani.
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