Gianfranco Cresciani. Messa a nudo. Anima su tela
Dal 20 Maggio 2015 al 02 Giugno 2015
Milano
Luogo: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13
Indirizzo: via Statuto 13
Orari: dal martedì al sabato 11-19
Curatori: Cristina Muccioli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 36559443
E-Mail info: info@statuto13.it
Sito ufficiale: http://www.statuto13.it/statuto13/inizio.html
In piena epoca Selfie di proliferazione bulimica di visi, Gianfranco Cresciani fa un “bell’azzardo”: ritrae su tela. Volti e nudi femminili invertono la dialettica dello sguardo e paiono osservarci prima di concederci di essere guardati. Non sono banalmente nudi, sono messi a nudo, rivelati. Chi si fa ritrarre scopre un altro sé, incontra un’identità più profonda, autentica e svelativa di quella che lo specchio o mille scatti dilettanteschi possono fuggevolmente restituire. Forse perché, come insegnavano già i filosofi antichi e la psicanalisi moderna, per dire il vero su di sé c’è bisogno dell’altro.
Non c’è imitazione di tratti nel lavoro di Cresciani, ma ascolto retinico: uno zigomo, le nocche delle mani, il rilievo delicato di un seno, il taglio degli occhi, l’ansa di un fianco si fanno sortilegi di sensualità e indizio di tensione esistenziale, narrazione, paesaggio: quello che non ha abbandonato davvero mai sin dai suoi esordi di timbro astrattista geometrico. C’è mira, messa a fuoco, e spoliazione gentile ma radicale di ogni superfluità, di ogni maschera indossata per affrontare i nostri ruoli sul palcoscenico del mondo. Davanti al pittore un volto ritorna a sé, diventa quello che è, corpo e anima.
Non c’è imitazione di tratti nel lavoro di Cresciani, ma ascolto retinico: uno zigomo, le nocche delle mani, il rilievo delicato di un seno, il taglio degli occhi, l’ansa di un fianco si fanno sortilegi di sensualità e indizio di tensione esistenziale, narrazione, paesaggio: quello che non ha abbandonato davvero mai sin dai suoi esordi di timbro astrattista geometrico. C’è mira, messa a fuoco, e spoliazione gentile ma radicale di ogni superfluità, di ogni maschera indossata per affrontare i nostri ruoli sul palcoscenico del mondo. Davanti al pittore un volto ritorna a sé, diventa quello che è, corpo e anima.
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