Geometrie e plasticità dagli anni '70 ad oggi
Dal 26 Aprile 2013 al 11 Maggio 2013
Milano
Luogo: The Format - Contemporary Culture Gallery
Indirizzo: via Giovanni Enrico Pestalozzi 10
Orari: da martedi a venerdì 15-20 o su appuntamento
Curatori: Roberta Semeraro
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 334 1026896
E-Mail info: theformatculturegallery@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.theformatcontemporaryculturegallery.com
Entrare nella casa di Franco è come viaggiare a ritroso nel tempo, tra geometrie che richiamano l’astrattismo classico della Firenze dagli anni ’50 agli anni ‘70, tra forme e colori accesi che riconducono dall’arte concreta alla pop art americana. Perché l’arte è un palcoscenico universale dove si avvicendano silenziosi monologhi e chiassose dispute corali, e Franco è stato non solo dietro le quinte come autore ma anche protagonista nel suo teatro.
“Castelli di sabbia” si chiamava il teatro indipendente fondato da Franco Scuderi nella Firenze degli anni ’70 e intitolato a Gulliver. A quei tempi gli artisti erano per lo più intellettuali poliedrici che si facevano carico di pensieri e azioni collettive. Nella chiesa sconsacrata del Michelozzo a Firenze, Franco Scuderi organizzava e curava mostre di artisti provenienti da tutto il mondo e da loro era invitato ad esporre come artista nei loro Paesi.
Ed è così che i “pippoli” del maestro fiorentino nelle cui vene scorre il sangue di artigiani abili a lavorare il legno, sono divenuti gli inconfondibili “people” delle sue sculture. Moduli creati con uno spontaneo calcolo matematico di una mente abituata a ragionare in termini di geometria, che si assemblano tra loro formando superfici cromatiche tridimensionali. Ed in effetti i flussi di persone che si aggirano nelle strade delle grandi metropoli americane non sono diversi dai people di Franco Scuderi, eserciti di soldatini senza identità che una mente dominante fa marciare secondo la sua propria idea e direzione. Questo particolare modo di procedere nella scultura costruendo per moduli volumi e superfici , lo rende noto negli Stati Uniti.
Negli anni ’80,nascono gli smoke signal . “Fumavo le Camel… così cominciai a conservare i pacchetti vuoti” racconta Franco Scuderi. In queste opere infatti i pacchetti di sigarette vanno a sostituire i pippoli, e ancora nei container dei pacchetti di sigarette rimane solo il vuoto pronto ad accogliere altre forme e altri colori. Tra il 2000 e il 2001 il maestro è invitato sempre negli Stati Uniti a tenere un corso di decorazione del libro, nascono così decine e decine di Art’s Books, “un modo come un altro per riesumare e rinobilitare i vecchi libri caduti in disuso”.
Pina la sua inseparabile compagna di vita, ogni tanto lo sprona a mettere in moto la sua creatività, ma Franco prende tempo, quasi si giustifica con lei…un velo di stanchezza si legge nei suoi occhi:lui il suo contributo all’arte l’ha già dato, ora spetta alla storia ricordarlo.”
Roberta Semeraro
“Castelli di sabbia” si chiamava il teatro indipendente fondato da Franco Scuderi nella Firenze degli anni ’70 e intitolato a Gulliver. A quei tempi gli artisti erano per lo più intellettuali poliedrici che si facevano carico di pensieri e azioni collettive. Nella chiesa sconsacrata del Michelozzo a Firenze, Franco Scuderi organizzava e curava mostre di artisti provenienti da tutto il mondo e da loro era invitato ad esporre come artista nei loro Paesi.
Ed è così che i “pippoli” del maestro fiorentino nelle cui vene scorre il sangue di artigiani abili a lavorare il legno, sono divenuti gli inconfondibili “people” delle sue sculture. Moduli creati con uno spontaneo calcolo matematico di una mente abituata a ragionare in termini di geometria, che si assemblano tra loro formando superfici cromatiche tridimensionali. Ed in effetti i flussi di persone che si aggirano nelle strade delle grandi metropoli americane non sono diversi dai people di Franco Scuderi, eserciti di soldatini senza identità che una mente dominante fa marciare secondo la sua propria idea e direzione. Questo particolare modo di procedere nella scultura costruendo per moduli volumi e superfici , lo rende noto negli Stati Uniti.
Negli anni ’80,nascono gli smoke signal . “Fumavo le Camel… così cominciai a conservare i pacchetti vuoti” racconta Franco Scuderi. In queste opere infatti i pacchetti di sigarette vanno a sostituire i pippoli, e ancora nei container dei pacchetti di sigarette rimane solo il vuoto pronto ad accogliere altre forme e altri colori. Tra il 2000 e il 2001 il maestro è invitato sempre negli Stati Uniti a tenere un corso di decorazione del libro, nascono così decine e decine di Art’s Books, “un modo come un altro per riesumare e rinobilitare i vecchi libri caduti in disuso”.
Pina la sua inseparabile compagna di vita, ogni tanto lo sprona a mettere in moto la sua creatività, ma Franco prende tempo, quasi si giustifica con lei…un velo di stanchezza si legge nei suoi occhi:lui il suo contributo all’arte l’ha già dato, ora spetta alla storia ricordarlo.”
Roberta Semeraro
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