Francesco Jodice e Davide La Rocca. In dialogo
Dal 27 Febbraio 2014 al 05 Aprile 2014
Monza | Milano
Luogo: Galleria Antologia Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: via B. Zucchi 14
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 039 2301281
E-Mail info: info@galleriaantologia.it
Sito ufficiale: http://www.galleriaantologia.it
“In dialogo”, è il titolo della nuova rassegna “a due” di Francesco Jodice e Davide La Rocca che apre il prossimo 27 febbraio negli spazi espositivi della Galleria Antologia di Monza. In mostra una serie di opere mai presentate prima, concepite e realizzate da entrambi gli autori nel corso degli ultimi ventiquattro mesi. Francesco Jodice è uno dei fotografi e video maker italiani più conosciuti in ambito internazionale. Sue opere sono state esposte in numerosi musei in Italia e all’estero. La sua personale ricerca si serve di diversi linguaggi, dal video, all’installazione alla fotografia appunto di cui le opere presenti in mostra che fanno parte del progetto ancora in corso “What We Want”, (il paesaggio come proiezione dei desideri della gente).
f.j.
...[ nel mio lavoro ci sono sempre delle dichiarazioni incomplete e lo spettatore si ritrova in una condizione di disturbo a causa di questo stato di conoscenza parziale. Ho sempre l’impressione che le fotografie di reportage tentino incessantemente di risolvere le questioni con soluzioni retoriche e definitive, mentre la fotografia, che è un attore politico, non risolve nulla, semplicemente fa partecipe l’osservatore di un processo di conoscenza.]
Di Davide La Rocca, nei dipinti presenti in mostra, tutti volutamente in b/n e con soggetto di derivazione cinematografica, l’immagine è interamente decostruita attraverso una finissima trama regolare di particelle-base (tipo pixel). I lavori esposti in rassegna sono realizzati mediante una tecnica decisamente sofisticata, con intelligenza l’artista fonde un idea colta e raffinata del fare pittorico, attuando un procedimento tecnico che addirittura parrebbe rifarsi al rinascimento, con cinema, fotografia, informatica. L’artista riflette così sui meccanismi percettivi del reale realizzando dipinti “essenziali”, che pur operando nel rigore di un sistema cromatico stabilito, estremizzano il concetto di pixel fino all’assurdo.
d.la.r.
…[ l’arte da sempre assolve a una funzione destabilizzante degli equilibri interni di un sistema, rompe gli schemi precostituiti per inventare il nuovo, non dà risposte, pone interrogativi, per questo spaventa cosi tanto le dittature.]… …[ il mio lavoro può definirsi classico nello spirito di continuità che dimostra affondando le sue radici nella storia e sviluppando una nuova tipologia estetica della contemporaneità. ]…
f.j.
...[ nel mio lavoro ci sono sempre delle dichiarazioni incomplete e lo spettatore si ritrova in una condizione di disturbo a causa di questo stato di conoscenza parziale. Ho sempre l’impressione che le fotografie di reportage tentino incessantemente di risolvere le questioni con soluzioni retoriche e definitive, mentre la fotografia, che è un attore politico, non risolve nulla, semplicemente fa partecipe l’osservatore di un processo di conoscenza.]
Di Davide La Rocca, nei dipinti presenti in mostra, tutti volutamente in b/n e con soggetto di derivazione cinematografica, l’immagine è interamente decostruita attraverso una finissima trama regolare di particelle-base (tipo pixel). I lavori esposti in rassegna sono realizzati mediante una tecnica decisamente sofisticata, con intelligenza l’artista fonde un idea colta e raffinata del fare pittorico, attuando un procedimento tecnico che addirittura parrebbe rifarsi al rinascimento, con cinema, fotografia, informatica. L’artista riflette così sui meccanismi percettivi del reale realizzando dipinti “essenziali”, che pur operando nel rigore di un sistema cromatico stabilito, estremizzano il concetto di pixel fino all’assurdo.
d.la.r.
…[ l’arte da sempre assolve a una funzione destabilizzante degli equilibri interni di un sistema, rompe gli schemi precostituiti per inventare il nuovo, non dà risposte, pone interrogativi, per questo spaventa cosi tanto le dittature.]… …[ il mio lavoro può definirsi classico nello spirito di continuità che dimostra affondando le sue radici nella storia e sviluppando una nuova tipologia estetica della contemporaneità. ]…
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