Flavio Favelli. Vita d’Artista
![Collezione FF, ceramiche tagliate, 19x24x16 cm. I Ph. D. Lasagni, 2012 Collezione FF, ceramiche tagliate, 19x24x16 cm. I Ph. D. Lasagni, 2012](http://www.arte.it/foto/600x450/b6/109477-unnamed_1_.jpg)
Collezione FF, ceramiche tagliate, 19x24x16 cm. I Ph. D. Lasagni, 2012
Dal 10 Febbraio 2021 al 25 Giugno 2021
Milano
Luogo: Fondazione Adolfo Pini
Indirizzo: Corso Garibaldi 2
Orari: dal lunedì al venerdì 10:00 – 13:00 | 15:00 – 17:00
Prolungata: fino al 25 giugno 2021
Costo del biglietto: Ingresso su prenotazione: www.eventbrite.it
Telefono per informazioni: +39 02 874502
Sito ufficiale: http://www.fondazionepini.net
L'esposizione Vita d'Artista di Flavio Favelli (Firenze, 1967) resterà negli spazi della Fondazione Adolfo Pini fino al 25 giugno 2021.
Il progetto espositivo site-specific, nato dalla suggestione del libro omonimo di Carlo Cassola - che affronta la questione dell'arte rispetto a certi ideali, alla politica, all'impegno sociale - si articola nella casa che fu di Adolfo Pini (1920-1986), e prima di lui del pittore Renzo Bongiovanni Radice (1899-1970), con una serie di interventi che cercano un confronto tra il passato, la sua eredità e l'opera dell'artista.
Flavio Favelli utilizza oggetti d’arredamento o di uso comune che rimandano sia all’estetica borghese degli ambienti familiari in cui è cresciuto, sia a quella del consumo prodotto dall’industria e dalla pubblicità.Nelle sue opere – collage, sculture, ambienti – i materiali vengono assemblati dando vita a sovrapposizioni di senso che non snaturano gli oggetti ma ne amplificano il valore simbolico. Sono oggetti di una quotidianità passata ma inconsciamente presente ancora oggi.
Favelli cerca un confronto serrato con gli ambienti di grande seduzione e potere evocativo della Fondazione. Scritte, loghi, segni urbani e immagini pubblicitarie, nelle sale arredate con mobili e quadri di pregio, tappeti e vasi cinesi, non fanno altro che chiarire e manifestare con decisione il rapporto dell’immaginario dell’artista con un contesto esso stesso intrecciato al mondo del commercio e della borghesia cittadina.
Il progetto espositivo site-specific, nato dalla suggestione del libro omonimo di Carlo Cassola - che affronta la questione dell'arte rispetto a certi ideali, alla politica, all'impegno sociale - si articola nella casa che fu di Adolfo Pini (1920-1986), e prima di lui del pittore Renzo Bongiovanni Radice (1899-1970), con una serie di interventi che cercano un confronto tra il passato, la sua eredità e l'opera dell'artista.
Flavio Favelli utilizza oggetti d’arredamento o di uso comune che rimandano sia all’estetica borghese degli ambienti familiari in cui è cresciuto, sia a quella del consumo prodotto dall’industria e dalla pubblicità.Nelle sue opere – collage, sculture, ambienti – i materiali vengono assemblati dando vita a sovrapposizioni di senso che non snaturano gli oggetti ma ne amplificano il valore simbolico. Sono oggetti di una quotidianità passata ma inconsciamente presente ancora oggi.
Favelli cerca un confronto serrato con gli ambienti di grande seduzione e potere evocativo della Fondazione. Scritte, loghi, segni urbani e immagini pubblicitarie, nelle sale arredate con mobili e quadri di pregio, tappeti e vasi cinesi, non fanno altro che chiarire e manifestare con decisione il rapporto dell’immaginario dell’artista con un contesto esso stesso intrecciato al mondo del commercio e della borghesia cittadina.
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