Edvard Munch
Dal 14 Settembre 2024 al 29 Gennaio 2025
Milano
Luogo: Palazzo Reale
Indirizzo: Piazza Duomo 12
Curatori: PATRICIA G. BERMAN
Enti promotori:
- COMUNE DI MILANO – CULTURA
Costo del biglietto: Open € 17, Intero € 15, Ridotto € 13 – € 10
Telefono per informazioni: +39 02 892 99 21
Sito ufficiale: http://www.palazzorealemilano.it
/“Nella mia casa di infanzia
abitavano malattia e morte.
Non ho mai superato l’infelicità di allora.”/
Edvard Munch
Dopo 40 anni dall’ultima mostra a Milano, EDVARD MUNCH (Norvegia, 1863-1944) viene celebrato con una grande retrospettiva, promossa da COMUNE DI MILANO – CULTURA, con il patrocinio della REALE AMBASCIATA DI NORVEGIA A
ROMA, e prodotta da PALAZZO REALE e ARTHEMISIA, in collaborazione con il MUSEO MUNCH DI OSLO.
Protagonista indiscusso nella storia dell’arte moderna, Munch è considerato un precursore dell’Espressionismo e uno dei più grandi esponenti simbolisti dell’Ottocento, nonché l’interprete per antonomasia delle più profonde inquietudini dell’animo umano.
La vita di Munch è stata segnata da grandi dolori che lo hanno trascinato ai limiti della follia: la perdita prematura della madre e della sorella, la tragica morte del padre, la tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen. Tutto ha contribuito a formare la poetica di Munch, che riuscirà a esprimere, grazie a un eccezionale talento, il suo grido interiore trasformandolo in opere d’arte. I suoi volti senza sguardo, i paesaggistralunati, l’uso potente del colore riescono a raggiungere ogni essere umano, trasformando le sue opere in messaggi universali, il malessere esistenziale che affligge ogni essere umano. È questo che ha determinato la grandezza di Munch, rendendolo uno degli artisti più iconici del Novecento.
La mostra, curata da PATRICIA G. BERMAN, una delle più grandi studiose al mondo di Munch, racconterà tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione, e lo farà attraverso 100 OPERE, tra cui una delle versioni litografiche custodite a /Oslo de L’Urlo/ (1895), ma anche /La morte di Marat/ (1907), /Notte stellata/ (1922–19249), /Le
ragazze sul ponte/ (1927), /Malinconia/ (1900–1901) e /Danza sulla spiaggia/ (1904).
Ad arricchire la mostra milanese, è previsto un ricco palinsesto di eventi che coinvolgerà diverse realtà culturali della città e che andrà ad approfondire la figura dell’artista ed espandere i temi delle sue opere esplorando diversi linguaggi, dal cinema all’architettura, dalla musica alla letteratura e molto altro. Il programma sarà pubblicato prossimamente sui canali di comunicazioni dei partner coinvolti.
LA MOSTRA AVRà UNA SECONDA TAPPA A ROMA, A PALAZZO BONAPARTE, DAL 18 FEBBRAIO AL 2 GIUGNO 2025.
Munch è uno degli artisti che ha saputo meglio interpretare sentimenti,
passioni e inquietudini della sua anima, comunicandoli in maniera potente e
tragica.
Plasmato inizialmente dal naturalista norvegese Per Lasseu Krohg, col quale
iniziò la carriera pittorica nel 1880, si spostò a Parigi per la prima
volta nel 1885 e qui subì le influenze impressioniste e postimpressioniste
che gli suggerirono un uso del colore più intimo, drammatico ma
soprattutto un approccio psicologico.
Munch fu per tutta la sua vita condizionato dalla sofferenza e dalla
mancanza che conobbe già da bambino, quando subì la perdita scioccante
della madre e della sorella, malate di tubercolosi.
A Berlino contribuì alla formazione della Secessione Berlinese e nel 1892
si tenne la sua prima personale, che non solo non fu apprezzata, ma fu
anche reputata scandalosa: da quel momento Munch ha incarnato la figura
dell’artista eversivo e maledetto.
Una vita precaria e vissuta “sull’orlo di un precipizio” che lo
portò all’alcolismo e a una crisi psicologica, fino al ricovero in
alcune case di cura tra il 1908 e il 1909.
Scegliendo l’isolamento, si spostò quindi nella sua proprietà di Ekely
a Oslo fino alla sua morte nel 1944, dopo un mese dal suo ottantesimo
compleanno.
abitavano malattia e morte.
Non ho mai superato l’infelicità di allora.”/
Edvard Munch
Dopo 40 anni dall’ultima mostra a Milano, EDVARD MUNCH (Norvegia, 1863-1944) viene celebrato con una grande retrospettiva, promossa da COMUNE DI MILANO – CULTURA, con il patrocinio della REALE AMBASCIATA DI NORVEGIA A
ROMA, e prodotta da PALAZZO REALE e ARTHEMISIA, in collaborazione con il MUSEO MUNCH DI OSLO.
Protagonista indiscusso nella storia dell’arte moderna, Munch è considerato un precursore dell’Espressionismo e uno dei più grandi esponenti simbolisti dell’Ottocento, nonché l’interprete per antonomasia delle più profonde inquietudini dell’animo umano.
La vita di Munch è stata segnata da grandi dolori che lo hanno trascinato ai limiti della follia: la perdita prematura della madre e della sorella, la tragica morte del padre, la tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen. Tutto ha contribuito a formare la poetica di Munch, che riuscirà a esprimere, grazie a un eccezionale talento, il suo grido interiore trasformandolo in opere d’arte. I suoi volti senza sguardo, i paesaggistralunati, l’uso potente del colore riescono a raggiungere ogni essere umano, trasformando le sue opere in messaggi universali, il malessere esistenziale che affligge ogni essere umano. È questo che ha determinato la grandezza di Munch, rendendolo uno degli artisti più iconici del Novecento.
La mostra, curata da PATRICIA G. BERMAN, una delle più grandi studiose al mondo di Munch, racconterà tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione, e lo farà attraverso 100 OPERE, tra cui una delle versioni litografiche custodite a /Oslo de L’Urlo/ (1895), ma anche /La morte di Marat/ (1907), /Notte stellata/ (1922–19249), /Le
ragazze sul ponte/ (1927), /Malinconia/ (1900–1901) e /Danza sulla spiaggia/ (1904).
Ad arricchire la mostra milanese, è previsto un ricco palinsesto di eventi che coinvolgerà diverse realtà culturali della città e che andrà ad approfondire la figura dell’artista ed espandere i temi delle sue opere esplorando diversi linguaggi, dal cinema all’architettura, dalla musica alla letteratura e molto altro. Il programma sarà pubblicato prossimamente sui canali di comunicazioni dei partner coinvolti.
LA MOSTRA AVRà UNA SECONDA TAPPA A ROMA, A PALAZZO BONAPARTE, DAL 18 FEBBRAIO AL 2 GIUGNO 2025.
Munch è uno degli artisti che ha saputo meglio interpretare sentimenti,
passioni e inquietudini della sua anima, comunicandoli in maniera potente e
tragica.
Plasmato inizialmente dal naturalista norvegese Per Lasseu Krohg, col quale
iniziò la carriera pittorica nel 1880, si spostò a Parigi per la prima
volta nel 1885 e qui subì le influenze impressioniste e postimpressioniste
che gli suggerirono un uso del colore più intimo, drammatico ma
soprattutto un approccio psicologico.
Munch fu per tutta la sua vita condizionato dalla sofferenza e dalla
mancanza che conobbe già da bambino, quando subì la perdita scioccante
della madre e della sorella, malate di tubercolosi.
A Berlino contribuì alla formazione della Secessione Berlinese e nel 1892
si tenne la sua prima personale, che non solo non fu apprezzata, ma fu
anche reputata scandalosa: da quel momento Munch ha incarnato la figura
dell’artista eversivo e maledetto.
Una vita precaria e vissuta “sull’orlo di un precipizio” che lo
portò all’alcolismo e a una crisi psicologica, fino al ricovero in
alcune case di cura tra il 1908 e il 1909.
Scegliendo l’isolamento, si spostò quindi nella sua proprietà di Ekely
a Oslo fino alla sua morte nel 1944, dopo un mese dal suo ottantesimo
compleanno.
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