Domenick Di Pietrantonio. Looming Extinction
Dal 22 Febbraio 2014 al 23 Marzo 2014
Magenta | Milano
Luogo: Galleria Magenta
Indirizzo: via Roma 45
Orari: da martedì a domenica 9.30-12.30 / 15.30-19.30
Telefono per informazioni: +39 02 9791451
E-Mail info: info@galleriamagenta.it
Sito ufficiale: http://www.galleriamagenta.it
Galleria Magenta Nuova Dimensione è lieta di presentare “Looming Extinction”, una nuova installazione artistica di Domenick Di Pietrantonio (New York, 1978).
“Looming Extinction” prende vita dalla grande tela “Rhinoceros Reminiscence” realizzata nel 2012 da Domenick Di Pietrantonio e raffigurante una lotta immaginaria tra due animali: l’Unicorno e il Rinoceronte. Il paesaggio visionario su cui si svolge il duello, è volutamente interpretato dall’artista come un luogo leggendario. Dal terreno brullo e quasi desertico “fiorisce” un corno, composto da piccoli tasselli di resina colorata, inserita dall’artista per creare una contrapposizione tra l’elemento artificiale e la grezza naturalità del supporto in lino e per donare un effetto di preziosità al corno stesso, il vero oggetto conteso, risaltato anche dalle luci che, filtrando attraverso la resina, contribuiscono a creare un gioco cromatico e scenografico nello spazio circostante.
I due animali non sono scelti casualmente, ma sono posti in relazione dal fatto di possedere un unico corno: già Marco Polo, nei suoi diari asiatici, li assimilava per questa caratteristica, tanto da sovrapporli. Nell’installazione di Domenick Di Pietrantonio, il legame si fa ancora più stretto, perché i due animali, in una prospettiva immaginaria, potrebbero essere accomunati anche dallo stesso destino: quello di passare alla storia come un ricordo mitologico, una presenza leggendaria. Il corno, oggetto dal valore magico e fantastico per l’unicorno, rappresenta oggi per il rinoceronte della specie Javan una fonte di reale pericolo: la posta in gioco è l’estinzione. Infatti, in un tempo non così lontano, i soli 40 esemplari Javan rimasti sulla Terra probabilmente scompariranno per mano dell’uomo, per motivi puramente e tristemente economici, in quanto il corno del rinoceronte vale molto più del suo peso in oro.
Vittima della scellerata società odierna - che troppo spesso e volentieri si oppone alla natura - il rinoceronte diventa nell’installazione di Di Pietrantonio un “nuovo” unicorno. Le due figure, infatti, si sovrappongono, fino a coincidere. Nel telaio (in inglese Loom, termine presente anche nel titolo dell’installazione, sottoforma di un gioco di parole creato dall’artista), lunghi fili colorati vanno simbolicamente a ricomporre un arazzo fiammingo del ciclo “The Unicorn Tapestries”, databile alla fine del ‘400. Al posto dell’animale mitologico, l’artista sostituisce il rinoceronte che, in cattività nel recinto, sembra sia in attesa di soccombere al tragico destino che l’uomo, nella sua miopia materialistica, gli ha riservato.
La simbologia di questa installazione si compone di diversi elementi che creano un effetto di sospensione: i fili, tirati sul telaio, sono in una fase di lavorazione ancora incompiuta e le forme geometriche dorate poste sul fondo controbilanciano il peso del filato. Tutto però è in bilico, in una situazione precaria che oscilla tra l’insita forza che la natura ha di ordire le trame della vita e l’arroganza propria di certi atteggiamenti contemporanei che invece tendono a contrastarla. Infine, le foglie di melograno – simbolo per eccellenza di prosperità – dalla pianta riprodotta sull’arazzo vengono realizzate in resina dall’artista, invadendo tutto l’ambiente circostante e inducendo lo spettatore a riflettere su come sarebbe il mondo se la natura dovesse perdere la sua spontanea fertilità.
Domenick Di Pietrantonio nasce nel 1978 nel Queens, a New York.
Nel 2000 si laurea alla School of Visual Arts e, in seguito, inizia a collaborare come Art Director per una società newyorkese. Dal 2003 decide di dedicarsi totalmente al campo delle arti visive, sperimentando vari linguaggi (pittura, installazione, creazione di oggetti di design). Trasferitosi in Italia nel 2009, intraprende una ricerca artistica sempre più orientata verso un eclettico utilizzo dei materiali (soprattutto resine).
Domenick Di Pietrantonio ha partecipato in mostre personali e collettive in diversi spazi espositivi, tra cui: Queens Museum of Art, WNYC The Jerome L. Greene Space, Damrosch Park at Lincoln Center, Bronx River Art Center, Taipei Artist Village in Taiwan, Painting Center di New York e al Temporary Museum for New Design di Milano.
“Looming Extinction” prende vita dalla grande tela “Rhinoceros Reminiscence” realizzata nel 2012 da Domenick Di Pietrantonio e raffigurante una lotta immaginaria tra due animali: l’Unicorno e il Rinoceronte. Il paesaggio visionario su cui si svolge il duello, è volutamente interpretato dall’artista come un luogo leggendario. Dal terreno brullo e quasi desertico “fiorisce” un corno, composto da piccoli tasselli di resina colorata, inserita dall’artista per creare una contrapposizione tra l’elemento artificiale e la grezza naturalità del supporto in lino e per donare un effetto di preziosità al corno stesso, il vero oggetto conteso, risaltato anche dalle luci che, filtrando attraverso la resina, contribuiscono a creare un gioco cromatico e scenografico nello spazio circostante.
I due animali non sono scelti casualmente, ma sono posti in relazione dal fatto di possedere un unico corno: già Marco Polo, nei suoi diari asiatici, li assimilava per questa caratteristica, tanto da sovrapporli. Nell’installazione di Domenick Di Pietrantonio, il legame si fa ancora più stretto, perché i due animali, in una prospettiva immaginaria, potrebbero essere accomunati anche dallo stesso destino: quello di passare alla storia come un ricordo mitologico, una presenza leggendaria. Il corno, oggetto dal valore magico e fantastico per l’unicorno, rappresenta oggi per il rinoceronte della specie Javan una fonte di reale pericolo: la posta in gioco è l’estinzione. Infatti, in un tempo non così lontano, i soli 40 esemplari Javan rimasti sulla Terra probabilmente scompariranno per mano dell’uomo, per motivi puramente e tristemente economici, in quanto il corno del rinoceronte vale molto più del suo peso in oro.
Vittima della scellerata società odierna - che troppo spesso e volentieri si oppone alla natura - il rinoceronte diventa nell’installazione di Di Pietrantonio un “nuovo” unicorno. Le due figure, infatti, si sovrappongono, fino a coincidere. Nel telaio (in inglese Loom, termine presente anche nel titolo dell’installazione, sottoforma di un gioco di parole creato dall’artista), lunghi fili colorati vanno simbolicamente a ricomporre un arazzo fiammingo del ciclo “The Unicorn Tapestries”, databile alla fine del ‘400. Al posto dell’animale mitologico, l’artista sostituisce il rinoceronte che, in cattività nel recinto, sembra sia in attesa di soccombere al tragico destino che l’uomo, nella sua miopia materialistica, gli ha riservato.
La simbologia di questa installazione si compone di diversi elementi che creano un effetto di sospensione: i fili, tirati sul telaio, sono in una fase di lavorazione ancora incompiuta e le forme geometriche dorate poste sul fondo controbilanciano il peso del filato. Tutto però è in bilico, in una situazione precaria che oscilla tra l’insita forza che la natura ha di ordire le trame della vita e l’arroganza propria di certi atteggiamenti contemporanei che invece tendono a contrastarla. Infine, le foglie di melograno – simbolo per eccellenza di prosperità – dalla pianta riprodotta sull’arazzo vengono realizzate in resina dall’artista, invadendo tutto l’ambiente circostante e inducendo lo spettatore a riflettere su come sarebbe il mondo se la natura dovesse perdere la sua spontanea fertilità.
Domenick Di Pietrantonio nasce nel 1978 nel Queens, a New York.
Nel 2000 si laurea alla School of Visual Arts e, in seguito, inizia a collaborare come Art Director per una società newyorkese. Dal 2003 decide di dedicarsi totalmente al campo delle arti visive, sperimentando vari linguaggi (pittura, installazione, creazione di oggetti di design). Trasferitosi in Italia nel 2009, intraprende una ricerca artistica sempre più orientata verso un eclettico utilizzo dei materiali (soprattutto resine).
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