CREDIT SUISSE PER BRERA. IL RESTAURO DI CRISTO E L’ADULTERA DI AGOSTINO CARRACCI
Dal 05 Ottobre 2011 al 05 Ottobre 2011
Milano
Luogo: Pinacoteca di Brera
Indirizzo: Via Brera, 28
Telefono per informazioni: 02 722631
Con grande piacere la Pinacoteca di Brera ripropone al pubblico un dipinto che per motivi conservativi era assente dalle sale espositive da circa 50 anni, a compimento del lavoro di restauro effettuato nei mesi scorsi grazie alla generosità di Credit Suisse e realizzato dallo Studio Grazioli di Bergamo, con la direzione di Ede Palmieri: la tela di Agostino Carracci, raffigurante Cristo e l’Adultera. Il dipinto appartiene a un ciclo decorativo realizzato all’unisono dai tre Carracci, i fratelli Agostino e Annibale e il cugino Ludovico, per Palazzo Sampieri in Strada Maggiore a Bologna nel 1593-94, e comprendente tre tele raffiguranti scene di incontri di Cristo con donne del Vangelo e una serie di affreschi illustranti le Virtù di Ercole. Questo lavoro di restauro segue quelli condotti nel 2008 sul dipinto di Ludovico Carracci, Cristo e la Cananea e quello di pochi mesi orsono sul dipinto di Annibale Carracci, Cristo e la Samaritana , e conclude pertanto l’intervento conservativo sul ciclo delle tre tele dei Carracci provenienti da Palazzo Sampieri e ora a Brera.
L’occasione di studio offerta dall’operazione di restauro ha permesso di aggiungere molti tasselli alla conoscenza dei tre dipinti e dell’intero ciclo decorativo: prima di tutto da un punto di vista storico, identificando nel desiderio di autocelebrazione della famiglia Sampieri, che viveva in quegli anni un periodo di particolare eccellenza e potere dovuto soprattutto alla nomina al rango senatoriale, la ragione prima del lavoro commissionato dal giovane abate Astorre : appena rientrato da importanti incarichi di curia e fiducioso in una brillante carriera ecclesiastica, decide nello spirito del clima trionfalistico romano di chiamare i più importanti pittori attivi a Bologna, i Carracci appunto, per realizzare l’importante ciclo decorativo a tele e ad affresco proprio a modello di ciò che aveva visto realizzare dalle grandi famiglie del tempo (i Farnese in primis).
Ma le scoperte più interessanti riguardano i problemi iconografici: erano sempre rimasti aperti gli interrogativi riguardanti i motivi della scelta dei tre soggetti evangelici raffiguranti gli incontri di Cristo con le tre donne, un unicum in tutta la storia dell’arte, così disposti come sovraporta su tramezzi, di modo da creare un particolare effetto prospettico a cannocchiale . E soprattutto ignoto era restato la ragione dell’accostamento con i temi degli affreschi realizzati dai tre Carracci nelle sale attigue, le Virtù di Ercole. Come si dirà esaurientemente nel volume di prossima pubblicazione, è stato possibile identificare nelle tre scene dei dipinti su tela che ritmano il lungo vano di accesso alle sale affrescate la raffigurazione delle tre virtù teologali: praticandole il giovane abate Astorre, in una sorta di percorso iniziatico per la sua carriera ecclesiastica, potrà accedere a brillanti risultati, tanto quanto l’esercizio delle virtù praticate da Ercole e raffigurate negli affreschi delle sale attigue hanno permesso all’eroe di giungere alla gloria eterna dell’Olimpo, accolto da Giove e da lui tramutato per l’eternità in splendida costellazione.
L’occasione di studio offerta dall’operazione di restauro ha permesso di aggiungere molti tasselli alla conoscenza dei tre dipinti e dell’intero ciclo decorativo: prima di tutto da un punto di vista storico, identificando nel desiderio di autocelebrazione della famiglia Sampieri, che viveva in quegli anni un periodo di particolare eccellenza e potere dovuto soprattutto alla nomina al rango senatoriale, la ragione prima del lavoro commissionato dal giovane abate Astorre : appena rientrato da importanti incarichi di curia e fiducioso in una brillante carriera ecclesiastica, decide nello spirito del clima trionfalistico romano di chiamare i più importanti pittori attivi a Bologna, i Carracci appunto, per realizzare l’importante ciclo decorativo a tele e ad affresco proprio a modello di ciò che aveva visto realizzare dalle grandi famiglie del tempo (i Farnese in primis).
Ma le scoperte più interessanti riguardano i problemi iconografici: erano sempre rimasti aperti gli interrogativi riguardanti i motivi della scelta dei tre soggetti evangelici raffiguranti gli incontri di Cristo con le tre donne, un unicum in tutta la storia dell’arte, così disposti come sovraporta su tramezzi, di modo da creare un particolare effetto prospettico a cannocchiale . E soprattutto ignoto era restato la ragione dell’accostamento con i temi degli affreschi realizzati dai tre Carracci nelle sale attigue, le Virtù di Ercole. Come si dirà esaurientemente nel volume di prossima pubblicazione, è stato possibile identificare nelle tre scene dei dipinti su tela che ritmano il lungo vano di accesso alle sale affrescate la raffigurazione delle tre virtù teologali: praticandole il giovane abate Astorre, in una sorta di percorso iniziatico per la sua carriera ecclesiastica, potrà accedere a brillanti risultati, tanto quanto l’esercizio delle virtù praticate da Ercole e raffigurate negli affreschi delle sale attigue hanno permesso all’eroe di giungere alla gloria eterna dell’Olimpo, accolto da Giove e da lui tramutato per l’eternità in splendida costellazione.
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