Centesimi. C’era una volta la piccola economia

Centesimi. C’era una volta la piccola economia, Spazio Tadini Casa Museo, Milano

 

Dal 24 Novembre 2017 al 21 Dicembre 2017

Milano

Luogo: Spazio Tadini Casa Museo

Indirizzo: via Niccolò Jommelli 24

Orari: da mercoledì a sabato 15:30-19:30; domenica 15:00-18:30; lunedì e martedì chiuso

Curatori: Melina Scalise

Costo del biglietto: € 5

Telefono per informazioni: +39 0226110481

E-Mail info: ms@spaziotadini.it

Sito ufficiale: http://www.spaziotadini.com



Dal 24 novembre al 21 dicembre 2017, la Casa Museo Spazio Tadini via Niccolò Jommelli, 24 ospita una mostra particolare che riguarda i manuali di educazione economica e morale degli anni 20 stampati, ideati ed editati da Ugolino Marucelli e una mostra sul denaro. L’esposizione e vendita di riproduzioni grafiche dell’epoca è a cura di Melina Scalise.

La storia economica di Milano e anche dell’Italia è passata da un’antica tipografia e casa editrice della città che aveva sede in via Jommelli, 24, Grafiche U.Marucelli & Co, dove oggi si trova la Casa Museo Spazio Tadini in omaggio al pittore e scrittore milanese Emilio Tadini.
Presso questa azienda mosse i primi passi nell’editoria Angelo Rizzoli nel 1902, come apprendista. Lì vennero stampati i primi giornali economici come L’esercente (1896-1987), Il Corriere Agricolo (1894 – 1934) e L’impresa moderna (1912-1923) e si conserva ancora un torchio da stampa del 1847 di Amos dell’Orto di Monza. Ma soprattutto, Ugolino Marucelli fondatore nel 1915 della storica tipografia e casa editrice Grafiche Marucelli & Co ideò e scrisse le uniche tabelle di educazione economica e morale (anni 20) e si inventò le “marche nazionaliste” da applicare su fatture, buste etc. per far conoscere l’impegno delle associazioni durante la guerra e il valore dell’industria italiana.

“La pubblicazione (si intende delle tabelle educative), ebbene inizio nell’anno 1913 – scrisse Ugolino Marucelli nel presentare i suoi manuali – con le massime delle prima quattro serie il cui testo dimostra come lo scrivente, nel dettarle, mirasse allo scopo di offrire agli industriali un prudente suggestivo indiretto contravveleno da propiziare alle masse operaie sovvertite da errori economico-sociali.(…) Sul finire del 1929 notavasi una grande depressione morale nel gran pubblico e più specialmente fra le massaie per “il caro vita”. Ed era veramente difficile per le piccole borse bilanciare l’entrata con l’uscita, ma sapevano poi le massaie spendere bene i loro soldarelli, alimentare razionalmente la loro famiglia, escogitare correttivi atti ad attenuare la crisi? Con l’opuscoletto Il tesoro della massaia lo scrivente cercò di mettere a nudo gli errori economici delle massaie, additando loro nel contempo il modo di eliminarli”. Questo manuale e tanti altri saranno in mostra presso la Casa Museo Spazio Tadini dal 24 novembre al 21 dicembre 2017.

In visione le tre raccolte di educazione morale, sociale economica e patriottica contenenti libretti come La vispa Teresa, La vanga dalla punta d’oro, La fabbrica domestica di Nichelini, La spiga-calendario delle faccende agricole, Il riso -almanacco dei risaioli, Lo spettro-teatro per piccoli, L’operaio del 900 e altri dati ed elementi storici che offrono uno spaccato dell’educazione economica al risparmio che ha contraddistinto l’approccio italiano all’economia familiare, quella che molti ritengono abbia aiutato oggi molte famiglie ad affrontare la crisi economica contemporanea. Saranno esposti e messi in vendita riproduzioni di manifesti, stralci di opuscoli e cartelloni pubblicitari dell’epoca.

Dall’analisi dei contenuti emerge un’Italia analfabeta retta da un’economia agricola e industriale e artigiana dove l’educazione igienica e comportamentale viaggiava di pari passo con la propaganda economica. L’emancipazione dell’operaio e del contadino passava dall’apprendimento delle “buone maniere” elargite in motti, tabelle da affiggere nei luoghi di lavoro, brevi racconti e storielle. Così se l’uomo doveva smettere di bere e di frequentare bettole sciupando denari e mettendo a rischio la sua salute, la donna, nel ruolo di massaia, era eletta economa della famiglia e tutrice della salute adottando un’equilibrata dieta alimentare.

A completare l’esposizione una mostra sul denaro con artisti che usano come fonte d’ispirazione proprio le banconote.
In particolare una bipersonale di Peter Hide e Yuri Olegovic e una selezione dedicata ai Soldi D’artista (selezione di opere di una mostra organizzata nel 2010 con l’esplosione della crisi economica contemporanea dove artisti vari hanno ideato banconote da mettere provocatoriamente in vendita). Questa mostra è esempio di come il denaro abbia assunto un ruolo nuovo nell’immaginario collettivo: non più fonte solo di arricchimento e di emancipazione sociale, ma simbolo di prigionia, di falsi miti, di umiliazione della dignità dell’Uomo. Tra nostalgie delle vecchie lire (Olevogic) e denuncia ed ironia sul nuovo rapporto tra l’uomo e il denaro (Peter Hide). Peter Hide Yuri Olegovic

Breve storia di Grafiche Marucelli
La casa editrice e tipografia fu fondata nel 1915 da Ugolino Marucelli a Milano. Ha sede prima in via Manuzio, 2 e poi si trasferisce in via Jommelli, 24. Ugolino Marucelli muore relativamente giovani e i suoi eredi vendono a Giuseppe Tadini, e C. Origgi. A condurre la tipografia durante la seconda guerra mondiale è Giuseppe Tadini. Presso la tipografia vennero stampati i quotidiani durante la grande guerra e i volumi sono attualmente conservati presso la Casa Museo Spazio Tadini. Anche Giuseppe Tadini muove precocemente in un incidente e nel 1946 subentra all’attività paterna uno dei due figli Giovanni Tadini, mentre Emilio Tadini sceglie di intraprendere l’attività di scrittore e pittore. Nel 1972 l’attività ormai solo tipografica passa a Paolo Tadini. Oggi la tipografia e casa editrice è definitivamente chiusa e la sua sede, dal 2003 è una proprietà privata che ospita la Casa Museo Spazio Tadini in omaggio a Emilio Tadini. In un’ala dello stabile l’artista ricavò il suo atelier e vi lavorò fino alla sua morte 2002, anno in cui morì anche suo fratello Giovanni Tadini. Attualmente lo spazio, che conserva ancora un sapore industriale, custodisce alcuni beni della vecchia attività tipografica e l’archivio delle opere di Emilio Tadini. La documentazione viene gestita dall’associazione culturale fondata nel 2008 da Francesco Tadini (figlio di Emilio), regista ed esperto in comunicazione e Melina Scalise, giornalista e psicologa. 

Apertura al pubblico 24 novembre dalle ore 18.30 

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