Boldini, De Nittis, Zandomeneghi. Tre Italiani a Parigi
Dal 24 Ottobre 2014 al 21 Dicembre 2014
Milano
Luogo: Galleria Bottegantica
Indirizzo: via A. Manzoni 45
Orari: da martedì a domenica 10-13 / 15-19
Curatori: Enzo Savoia, Stefano Bosi
Telefono per informazioni: +39 02 62695489
E-Mail info: milano@bottegantica.net
Sito ufficiale: http://www.bottegantica.com/
Trenta opere testimoniano l’attività dei tre principali protagonisti della pittura italiana dell’Ottocento a Parigi, mettendola a confronto con altri importanti artisti italiani attivi negli stessi anni nella capitale francese, quali Vittorio Matteo Corcos, Ulisse Caputo, Antonio Mancini
Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), Giuseppe De Nittis (Barletta, 1846 - Saint-Germain-en-Laye, 1884), Federico Zandomeneghi (Venezia, 1841 – Parigi, 1917), esponenti di spicco della pittura italiana e internazionale di fine Ottocento, saranno i protagonisti del nuovo appuntamento espositivo della Galleria Bottegantica di Milano (via Manzoni 45), in programma dal 24 ottobre 2014 al 21 dicembre 2014.
Curata da Enzo Savoia e da Stefano Bosi, la mostra ripercorre, attraverso un’accurata selezione di 30 opere, le tappe fondamentali dell'arte dei tre Italiens de Paris, che seppero interpretare i sogni di un mondo in bilico fra Otto e Novecento, e in particolare quello della Parigi fin-de siècle, nella quale decisero di vivere stabilmente, condividendo amici, fama e successo professionale.
I lavori di Boldini, De Nittis e Zandomeneghi saranno messi a confronto con quelli di altri artisti italiani che lavorarono nello stesso periodo nella capitale francese, quali Vittorio Matteo Corcos, Ulisse Caputo, Antonio Mancini, Federico Rossano, Francesco Paolo Michetti che ne seppero catturare non solo l’atmosfera di grande vivacità, ma anche quella più dimessa e riservata. A questi si aggiunge il monzese Pompeo Mariani, attivo negli stessi anni a Montecarlo, in cui ritrasse il lusso e lo sfarzo della élite internazionale, protagonista degli anni ruggenti della Belle Epoque.
Particolarmente valorizzata nelle sale di Galleria Bottegantica è l’opera del ferrarese Giovanni Boldini, capace di offrire uno specchio fedele della mondanità parigina del Secondo Impero, attratta dal culto di una moda raffinatissima e ossequiosa delle regole di un aristocratico buon gusto: temi che trovano una adeguata espressione nel genere del ritratto, ambito in cui Boldini dimostra una indiscussa abilità. È il caso del ritratto della contessa Gabrielle de Rasty, noto come La lettera mattutina, realizzato nel 1884 con una condotta pittorica rapida ed energica al punto che in alcune zone la pennellata perde la sua funzione descrittiva per acquistare un valore autonomo, sostanzialmente astratto, che accentua la prorompente vitalità del soggetto. Altrettanto rappresentativi sono i dipinti Nudo di donna con calze nere (1883-1884), In riposo (1880 circa), il ritratto di Franca Florio (1912) e il Busto di fanciulla con nastro bianco (1912) nelle quali è possibile cogliere l’evoluzione di quella danza vertiginosa del pennello sulla tela, incomparabile tecnica del maestro ferrarese, capace di elaborare aristocratici e raffinatissimi ritratti delle donne più belle dell’alta società internazionale dell’Ottocento. La straordinarietà di questo vortice artistico e gestuale che racchiude figure, paesaggi e oggetti è documentato anche da numerose opere grafiche, alcune delle quali mai esposte in pubblico.
Anche De Nittis ha esaltato nei suoi quadri il vivere borghese dei salotti parigini. Le tele esposte manifestano la qualità di un artista che ha saputo ritrarre personaggi e luoghi dell’alta società parigina, ma anche vedute urbane che testimoniano la grandeur della capitale francese alla fine dell'Ottocento. La sua abilità nel catturare le variazioni cromatiche della luce naturale si possono ben osservare nel dipinto di sapore impressionista Au jardin (1873) in cui una giovane donna – ritratta di spalle – incede con eleganza in un viottolo di campagna bagnato dal sole caldo del mattino e punteggiato da fiori dai mille colori. L’Interesse per la resa della luce artificiale è invece indagato nella tavola Prima del ballo (1879), in cui i riflessi luministici prodotti da una lampada a gas posta fuori dallo spazio scenico delineano i contorni di una enigmatica fanciulla dalla pelle eburnea. Gli stessi riflessi si ritrovano pure ne L’attesa (1880), uno straordinario pastello su seta appartenuto in passato al figlio di Alexandre Dumas.
L’attività parigina di Federico Zandomeneghi è documentata da una serie di ritratti femminili a olio e a pastello di matrice impressionista. Di particolare interesse tematico è la tela Femme nue sur l’herbe (1905 circa) in cui la lezione di Renoir e di Cézanne è interpretata dall’artista veneziano in modo originale, con una tecnica che distilla la luce e precisa la funzione non accessoria, ma ritmica e compositiva, del segno.
Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), Giuseppe De Nittis (Barletta, 1846 - Saint-Germain-en-Laye, 1884), Federico Zandomeneghi (Venezia, 1841 – Parigi, 1917), esponenti di spicco della pittura italiana e internazionale di fine Ottocento, saranno i protagonisti del nuovo appuntamento espositivo della Galleria Bottegantica di Milano (via Manzoni 45), in programma dal 24 ottobre 2014 al 21 dicembre 2014.
Curata da Enzo Savoia e da Stefano Bosi, la mostra ripercorre, attraverso un’accurata selezione di 30 opere, le tappe fondamentali dell'arte dei tre Italiens de Paris, che seppero interpretare i sogni di un mondo in bilico fra Otto e Novecento, e in particolare quello della Parigi fin-de siècle, nella quale decisero di vivere stabilmente, condividendo amici, fama e successo professionale.
I lavori di Boldini, De Nittis e Zandomeneghi saranno messi a confronto con quelli di altri artisti italiani che lavorarono nello stesso periodo nella capitale francese, quali Vittorio Matteo Corcos, Ulisse Caputo, Antonio Mancini, Federico Rossano, Francesco Paolo Michetti che ne seppero catturare non solo l’atmosfera di grande vivacità, ma anche quella più dimessa e riservata. A questi si aggiunge il monzese Pompeo Mariani, attivo negli stessi anni a Montecarlo, in cui ritrasse il lusso e lo sfarzo della élite internazionale, protagonista degli anni ruggenti della Belle Epoque.
Particolarmente valorizzata nelle sale di Galleria Bottegantica è l’opera del ferrarese Giovanni Boldini, capace di offrire uno specchio fedele della mondanità parigina del Secondo Impero, attratta dal culto di una moda raffinatissima e ossequiosa delle regole di un aristocratico buon gusto: temi che trovano una adeguata espressione nel genere del ritratto, ambito in cui Boldini dimostra una indiscussa abilità. È il caso del ritratto della contessa Gabrielle de Rasty, noto come La lettera mattutina, realizzato nel 1884 con una condotta pittorica rapida ed energica al punto che in alcune zone la pennellata perde la sua funzione descrittiva per acquistare un valore autonomo, sostanzialmente astratto, che accentua la prorompente vitalità del soggetto. Altrettanto rappresentativi sono i dipinti Nudo di donna con calze nere (1883-1884), In riposo (1880 circa), il ritratto di Franca Florio (1912) e il Busto di fanciulla con nastro bianco (1912) nelle quali è possibile cogliere l’evoluzione di quella danza vertiginosa del pennello sulla tela, incomparabile tecnica del maestro ferrarese, capace di elaborare aristocratici e raffinatissimi ritratti delle donne più belle dell’alta società internazionale dell’Ottocento. La straordinarietà di questo vortice artistico e gestuale che racchiude figure, paesaggi e oggetti è documentato anche da numerose opere grafiche, alcune delle quali mai esposte in pubblico.
Anche De Nittis ha esaltato nei suoi quadri il vivere borghese dei salotti parigini. Le tele esposte manifestano la qualità di un artista che ha saputo ritrarre personaggi e luoghi dell’alta società parigina, ma anche vedute urbane che testimoniano la grandeur della capitale francese alla fine dell'Ottocento. La sua abilità nel catturare le variazioni cromatiche della luce naturale si possono ben osservare nel dipinto di sapore impressionista Au jardin (1873) in cui una giovane donna – ritratta di spalle – incede con eleganza in un viottolo di campagna bagnato dal sole caldo del mattino e punteggiato da fiori dai mille colori. L’Interesse per la resa della luce artificiale è invece indagato nella tavola Prima del ballo (1879), in cui i riflessi luministici prodotti da una lampada a gas posta fuori dallo spazio scenico delineano i contorni di una enigmatica fanciulla dalla pelle eburnea. Gli stessi riflessi si ritrovano pure ne L’attesa (1880), uno straordinario pastello su seta appartenuto in passato al figlio di Alexandre Dumas.
L’attività parigina di Federico Zandomeneghi è documentata da una serie di ritratti femminili a olio e a pastello di matrice impressionista. Di particolare interesse tematico è la tela Femme nue sur l’herbe (1905 circa) in cui la lezione di Renoir e di Cézanne è interpretata dall’artista veneziano in modo originale, con una tecnica che distilla la luce e precisa la funzione non accessoria, ma ritmica e compositiva, del segno.
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