Aqua Aura. Illusion-Inclusion

Aqua Aura, Bodies#2, stampa a carbone su carta cotone, 110x160cm
Dal 07 Maggio 2015 al 06 Giugno 2015
Milano
Luogo: Costantini Art Gallery
Indirizzo: via Crema 8
Orari: 10,30-12,30 / 15,30-19,30; chiuso lunedì mattina e festivi
Telefono per informazioni: +39 02 87391434
E-Mail info: costantiniartgallery@gmail.com
In occasione del PHOTOFESTIVAL, annuale appuntamento milanese, Aqua Aura inaugura la mostra “Illusion-Inclusion” alla Costantini Art Gallery.
Partendo dall’assioma che la fotografia è un elemento metafisico, in quanto capace di ricostruire un’altra realtà rispetto a quella oggettiva, il lavoro di Aqua Aura esaspera il limite della fotografia. Si ottiene così uno spazio pluridimensionale, dove l’opera viene costruita attraverso vari strumenti e immagini di diverso tipo, rielaborando in chiave 3.0 le tecniche della fotografia composita, procedimento già in auge nell‘800 con le ricerche di Henry Peach Robinson (1830 - 1901) e di Oscar Gustave Rejlander (1813 - 1875) che, grazie all’assemblaggio di vari negativi realizzavano fotografie irreali.
In quest’ultimo progetto dell’artista milanese, il reale e il virtuale si fondono in un’unica visione, dove - ovviamente - il confine tra l’uno e l’altro è dettato solo dall’esperienza sensoriale umana.
Gli elementi della natura, ad esempio, sono realtà conosciute, in cui ognuno di noi percepisce forma, colore e profumo, ma, nelle opere di Aqua Aura, ognuna di queste entità ospita al proprio interno elementi appartenenti ad un’altra dimensione come cellule, globuli e virus; organi reali, di cui nessuno, però, conosce concretamente né l’apetto né la forma. Vere e proprie microscopiche inclusioni atte a creare illusioni. Inoltre, alcune opere in esposizione, oltre ad essere contenitori che accolgono frammenti provenienti da varie dimensioni/realtà, che creano a loro volta uno spazio metafisico atto a distruggere la fotografia nel suo significato più classico e intrinseco, sono stratificazione di più immagini, che generano un’opera scultorea non più risultato di una sola illusione ma il frutto di tante inclusioni.
Partendo dall’assioma che la fotografia è un elemento metafisico, in quanto capace di ricostruire un’altra realtà rispetto a quella oggettiva, il lavoro di Aqua Aura esaspera il limite della fotografia. Si ottiene così uno spazio pluridimensionale, dove l’opera viene costruita attraverso vari strumenti e immagini di diverso tipo, rielaborando in chiave 3.0 le tecniche della fotografia composita, procedimento già in auge nell‘800 con le ricerche di Henry Peach Robinson (1830 - 1901) e di Oscar Gustave Rejlander (1813 - 1875) che, grazie all’assemblaggio di vari negativi realizzavano fotografie irreali.
In quest’ultimo progetto dell’artista milanese, il reale e il virtuale si fondono in un’unica visione, dove - ovviamente - il confine tra l’uno e l’altro è dettato solo dall’esperienza sensoriale umana.
Gli elementi della natura, ad esempio, sono realtà conosciute, in cui ognuno di noi percepisce forma, colore e profumo, ma, nelle opere di Aqua Aura, ognuna di queste entità ospita al proprio interno elementi appartenenti ad un’altra dimensione come cellule, globuli e virus; organi reali, di cui nessuno, però, conosce concretamente né l’apetto né la forma. Vere e proprie microscopiche inclusioni atte a creare illusioni. Inoltre, alcune opere in esposizione, oltre ad essere contenitori che accolgono frammenti provenienti da varie dimensioni/realtà, che creano a loro volta uno spazio metafisico atto a distruggere la fotografia nel suo significato più classico e intrinseco, sono stratificazione di più immagini, che generano un’opera scultorea non più risultato di una sola illusione ma il frutto di tante inclusioni.
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