Apologia vegetale. “La natura è vita che dorme” F.W. J. Von Schelling
![Serena Zanardi, Carezze al lago, 2013, scultura in terracotta dipinta con, cenere e ruggine e disegno su cartone di acqua evian 21x0,8x0,6 cm e 60x100 cm Serena Zanardi, Carezze al lago, 2013, scultura in terracotta dipinta con, cenere e ruggine e disegno su cartone di acqua evian 21x0,8x0,6 cm e 60x100 cm](http://www.arte.it/foto/600x450/22/21758-01_-_Serena_Zanardi.jpg)
Serena Zanardi, Carezze al lago, 2013, scultura in terracotta dipinta con, cenere e ruggine e disegno su cartone di acqua evian 21x0,8x0,6 cm e 60x100 cm
Dal 07 Maggio 2014 al 07 Giugno 2014
Milano
Luogo: Fondazione Rivolidue
Indirizzo: via Rivoli 2
Orari: da martedì a venerdì 16-19.30; sabato 14-19.30 o su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 84140208
E-Mail info: info@rivolidue.org
Sito ufficiale: http://www.rivolidue.org/
Sarà Serena Zanardi (Genova, 1978) la protagonista del nuovo appuntamento espositivo della Fondazione Rivolidue di Milano (via Rivoli 2), in programma dal 7 maggio al 7 giugno 2014.
La mostra, dal titolo Apologia vegetale. “La natura è vita che dorme” F.W. J. Von Schelling, su progetto di Rivolidue, presenta una serie di opere - sculture in ceramica, fotografie, installazione sonora, proiezione video – che indaga il legame tra memoria umana, fatta di ricordi visivi e sonori, e memoria vegetale.
In Apologia vegetale, Serena Zanardi parte da fotografie d’epoca acquistate nei mercatini d’antiquariato, dove l’elemento umano si fonde e si confonde con l’elemento naturale lasciando una traccia nella natura stessa.
L’interazione tra l’uomo e la natura diventa il punto focale della relazione che si stabilisce tra i due che dunque si contaminano reciprocamente.
Il passaggio umano nel luogo naturale lascia segni tangibili che la natura cataloga e archivia. Nel contempo l’uomo recupera la memoria del suo “essere originario”, in una tendenza alla mimesi.
L’artista ligure, che si esprime principalmente attraverso la scultura, in Apologia vegetale si appropria di media diversi come fotografia, istallazione, video, disegno. Tutte forme di espressione che diventano funzionali all’ambientazione del soggetto umano, che rimane la presenza centrale dell’opera.
Il percorso espositivo propone nel piano di arrivo una serie di sculture ispirate a foto d’epoca e fotografie realizzate in un bosco, al piano superiore un’installazione nella quale da un cumulo di terra, foglia e fascine di legno, nasce un suono in loop proveniente da una vecchia radio (prodotto in collaborazione con Alessandro Marzola), e un grande disegno realizzato direttamente a parete, di un’ambientazione boschiva popolata da figure umane. Al piano inferiore verrà proiettato un video ambientato in un bosco dove una misteriosa giovane donna appare e scompare mimetizzandosi con la natura; accanto ad esso, si troverà un album ottocentesco di fotografie che richiama nel colore e nella texture della copertina, il muschio che ricopre gli alberi stessi.
La mostra, dal titolo Apologia vegetale. “La natura è vita che dorme” F.W. J. Von Schelling, su progetto di Rivolidue, presenta una serie di opere - sculture in ceramica, fotografie, installazione sonora, proiezione video – che indaga il legame tra memoria umana, fatta di ricordi visivi e sonori, e memoria vegetale.
In Apologia vegetale, Serena Zanardi parte da fotografie d’epoca acquistate nei mercatini d’antiquariato, dove l’elemento umano si fonde e si confonde con l’elemento naturale lasciando una traccia nella natura stessa.
L’interazione tra l’uomo e la natura diventa il punto focale della relazione che si stabilisce tra i due che dunque si contaminano reciprocamente.
Il passaggio umano nel luogo naturale lascia segni tangibili che la natura cataloga e archivia. Nel contempo l’uomo recupera la memoria del suo “essere originario”, in una tendenza alla mimesi.
L’artista ligure, che si esprime principalmente attraverso la scultura, in Apologia vegetale si appropria di media diversi come fotografia, istallazione, video, disegno. Tutte forme di espressione che diventano funzionali all’ambientazione del soggetto umano, che rimane la presenza centrale dell’opera.
Il percorso espositivo propone nel piano di arrivo una serie di sculture ispirate a foto d’epoca e fotografie realizzate in un bosco, al piano superiore un’installazione nella quale da un cumulo di terra, foglia e fascine di legno, nasce un suono in loop proveniente da una vecchia radio (prodotto in collaborazione con Alessandro Marzola), e un grande disegno realizzato direttamente a parete, di un’ambientazione boschiva popolata da figure umane. Al piano inferiore verrà proiettato un video ambientato in un bosco dove una misteriosa giovane donna appare e scompare mimetizzandosi con la natura; accanto ad esso, si troverà un album ottocentesco di fotografie che richiama nel colore e nella texture della copertina, il muschio che ricopre gli alberi stessi.
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