Aliens. Le forme alienanti del contemporaneo
Dal 19 Maggio 2013 al 10 Giugno 2013
Gorgonzola | Milano
Luogo: Palazzo Freganeschi-Pirola
Indirizzo: piazza della Repubblica
Telefono per informazioni: +39 02 95701310/ 340 9245760
E-Mail info: flpressartnews@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.palazzopirola.it
Quarantadue artisti, tra cui quindici presenti ad almeno un’edizione della Biennale Arti Visive di Venezia, tre segnalati dal Corriere della Sera come migliori artisti del 2012, uno presente con opere in permanenza presso il museo Mart di Rovereto – museo tra i migliori venti al mondo –, approdano dal 18 maggio al 10 giugno 2013 nelle splendide sale di Palazzo Freganeschi-Pirola (Gorgonzola, MI) per la quarta tappa della collettiva “ALIENS. LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO”, il progetto itinerante a cura di Sergio Curtacci, direttore del magazine d’arte contemporanea Frattura Scomposta.
L’ambizioso progetto, la cui prima mostra si svolse dal 9 giugno all’8 luglio 2007 a Marghera (VE) nell’avveniristico Spazio Vega, in concomitanza con la 52° Biennale di Venezia, riparte dopo sei anni a seguito delle numerose richieste ricevute da più fonti e chiama gli artisti a esprimere, ognuno con la propria tecnica e il proprio immaginario, la tematica riguardante l’alienazione umana.
Contaminazione dei linguaggi artistici e creativi e convinzione che “la pratica artistica contemporanea si situi in un contesto sociale caratterizzato da due fenomeni complementari e ugualmente significativi, da una parte il predominio delle immagini sul linguaggio e dall’altra il diffondersi dell’esperienza della solitudine e dell’indifferenza, dimensioni esistenziali che non riconducono più necessariamente all’altro di sé (Sergio Curtacci)”, queste le caratteristiche di un programma che non poteva che trovare in E-lite studiogallery, la galleria d’arte contemporanea leccese sempre attenta alle nuove istanze del panorama creativo, un attivo e intraprendente compagno di viaggio.
La collaborazione di E-lite sarà duplice: per l’evento a Palazzo Pirola con la partecipazione dei suoi artisti di punta, i pugliesi Carlo Cofano, Jara Marzulli, Massimo Quarta e la milanese Anna Caruso, e per il prossimo luglio, con l’organizzazione a Lecce, nel suo suggestivo spazio e nelle magnifiche sale di Palazzo Vernazza, della quinta tappa del progetto espositivo.
I quattro artisti, presenti a Gorgonzola con opere della produzione più recente, affrontano la tematica dell’alienazione umana mirando a farci riscoprire la realtà con occhi nuovi, occhi scevri da quella sorta di automatismo della percezione di cui la nostra civiltà delle immagini sembra averci resi schiavi. Quattro opere che puntano a restituire al pubblico la facoltà dell’immaginazione e, al tempo stesso, all’immaginazione, la perduta funzione di prezioso scrigno di forme ricevute attraverso i cinque sensi, di mediatrice tra corporeo e incorporeo. Per avere, così, qualcosa che ci leghi gli uni agli altri anche nella situazione di separazione generale degli individui come quella in cui viviamo.
APPUNTAMENTI PERFORMATIVI
Sabato 18 maggio
Ore 18.30
Raffaella Formenti - performance – PassWord
“Volevo solo leggere e scrivere, e viaggiare nei luoghi delle parole, ma anche le mani hanno preteso il loro spazio d’azione e intervengono con pensieri ingombranti ogni volta che entrano in rapporto con oggetti carichi di parole.”
Ore 20.00
Giò Lacedra - performance - Io sottraggo
Una performance-confessional autobiografica, che nello spazio creativo-distruttivo-rigenerativo di 20 minuti, mette e rimette in scena l’ingranaggio perpetuante dei rituali ossessivi anoressico-bulimici.
Sabato 25 maggio
Ore 19.00
Ramona Zordini e Marco Cecotto – one huge tank
Un progetto che nasce da una riflessione sulla possibilità di traduzione interdisciplinare del senso, in particolare tra arti sonore e visive.
Ore 21.00
Don Chisciotte della Mancia
Suite musicale per voci narranti e strumenti di Miguel de Cervantes
Musiche di Georg Philipp Telemann | Crescendo – Orchestra giovanile / Direttore – Judit Földes
Sabato 1 giugno
Ore 18.30
Streamcolors - evento multimediale
La gente riconosce il luogo che abita e ne vede una nuova visione. Questa è la zampa tecnologica dell'astronave alien che tocca il suolo e lo decodifica.
Ore 19.30
Paola Turroni - reading multimediale - Il mondo è vedovo
In questo mosaico di LUCE sta il messaggio che riconduce l’artista dal torpore del sonno individuale alla corale ricerca dei valori dell’ethos, all’estetica del vero. L’arte torna a essere ammonimento morale, momento di LUCE che… AZIONA il pensiero.
Ore 21.00
Viaggio nella musica tra i secoli
Corale Santa Cecilia - coro polifonico / Maestro - Luisella Grandi
Repertori che spaziano dal medioevo agli autori contemporanei della musica sacra e profana nella ricerca di emozioni sempre nuove.
ALIENS
LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO
Di Sergio Curtacci
La pratica artistica contemporanea si situa in un contesto sociale caratterizzato da due fenomeni complementari e ugualmente significativi, da una parte il predominio delle immagini sul linguaggio e dall’altra il diffondersi dell’esperienza della solitudine e dell’indifferenza, dimensioni esistenziali che non riconducono più necessariamente all’altro di sé.
Entrambi i fenomeni hanno origine nella facilità di accesso alla comunicazione visiva di massa e nel voler esaltare e rivendicare la libertà individuale, diffusa e supportata dagli apparati pubblicitari. Se nell’età moderna il rapporto tra l’individuo e la massa viveva nell’alternanza di due movimenti antitetici, la perdita del soggetto nella folla o al contrario, il potere assoluto rivendicato dalla coscienza individuale, nelle forme di solitudine della modernità, l’antitesi vitale della contemporaneità si è oggi ridotta a forme banali di pseudo socialità e a una sterile contrattualità con il mondo.
Le identità sono sempre più provvisorie e legate alle funzioni transitorie degli utenti dei vari sistemi: stradale, commerciale, bancario, ecc... .
Siamo soli ma al tempo stesso accomunati agli altri da relazioni di tipo contrattuale o da norme prescrittive. L’esercizio di queste pratiche solipsistiche ha trasformato la coesistenza sociale in un arcipelago di individualità contigue ma distinte, sostanzialmente indifferenti le une alle altre.
Come alieni ci muoviamo sulla terra, osservando tutto con distacco, leggiamo libri e giornali in metropolitana senza accorgerci (o meglio dire non volendo accorgercene) del violento scippo che si sta consumando accanto a noi. Ma la vera tragedia risiede nel fatto che non riusciamo a capire neppure ciò che stiamo leggendo. Invitiamo amici a pranzo o a cena, dispensiamo loro sorrisi e attenzioni, poi li incrociamo il giorno dopo per strada e ci volgiamo dall’altra parte per non doverli salutare, o peggio fermarci a scambiare poche parole che, spesso e volentieri, riteniamo possano tradursi in inutili convenevoli.
Dopo l’11 settembre 2001 se vogliamo, tutto ciò si è acuito, all’indifferenza e al fastidio si è aggiunta la paura, il terrore del diverso, guardiamo gli altri come potenziali nemici, ci muoviamo con circospezione... Meglio rimanere a casa e nascondersi dietro al monitor di un computer e navigare in internet per ore, magari con identità fittizie, proponendoci agli altri come eroi moderni senza macchia e senza paura, per tornare il giorno dopo i soliti alieni, visitatori timorosi del pianeta terra.
L’ambizioso progetto, la cui prima mostra si svolse dal 9 giugno all’8 luglio 2007 a Marghera (VE) nell’avveniristico Spazio Vega, in concomitanza con la 52° Biennale di Venezia, riparte dopo sei anni a seguito delle numerose richieste ricevute da più fonti e chiama gli artisti a esprimere, ognuno con la propria tecnica e il proprio immaginario, la tematica riguardante l’alienazione umana.
Contaminazione dei linguaggi artistici e creativi e convinzione che “la pratica artistica contemporanea si situi in un contesto sociale caratterizzato da due fenomeni complementari e ugualmente significativi, da una parte il predominio delle immagini sul linguaggio e dall’altra il diffondersi dell’esperienza della solitudine e dell’indifferenza, dimensioni esistenziali che non riconducono più necessariamente all’altro di sé (Sergio Curtacci)”, queste le caratteristiche di un programma che non poteva che trovare in E-lite studiogallery, la galleria d’arte contemporanea leccese sempre attenta alle nuove istanze del panorama creativo, un attivo e intraprendente compagno di viaggio.
La collaborazione di E-lite sarà duplice: per l’evento a Palazzo Pirola con la partecipazione dei suoi artisti di punta, i pugliesi Carlo Cofano, Jara Marzulli, Massimo Quarta e la milanese Anna Caruso, e per il prossimo luglio, con l’organizzazione a Lecce, nel suo suggestivo spazio e nelle magnifiche sale di Palazzo Vernazza, della quinta tappa del progetto espositivo.
I quattro artisti, presenti a Gorgonzola con opere della produzione più recente, affrontano la tematica dell’alienazione umana mirando a farci riscoprire la realtà con occhi nuovi, occhi scevri da quella sorta di automatismo della percezione di cui la nostra civiltà delle immagini sembra averci resi schiavi. Quattro opere che puntano a restituire al pubblico la facoltà dell’immaginazione e, al tempo stesso, all’immaginazione, la perduta funzione di prezioso scrigno di forme ricevute attraverso i cinque sensi, di mediatrice tra corporeo e incorporeo. Per avere, così, qualcosa che ci leghi gli uni agli altri anche nella situazione di separazione generale degli individui come quella in cui viviamo.
APPUNTAMENTI PERFORMATIVI
Sabato 18 maggio
Ore 18.30
Raffaella Formenti - performance – PassWord
“Volevo solo leggere e scrivere, e viaggiare nei luoghi delle parole, ma anche le mani hanno preteso il loro spazio d’azione e intervengono con pensieri ingombranti ogni volta che entrano in rapporto con oggetti carichi di parole.”
Ore 20.00
Giò Lacedra - performance - Io sottraggo
Una performance-confessional autobiografica, che nello spazio creativo-distruttivo-rigenerativo di 20 minuti, mette e rimette in scena l’ingranaggio perpetuante dei rituali ossessivi anoressico-bulimici.
Sabato 25 maggio
Ore 19.00
Ramona Zordini e Marco Cecotto – one huge tank
Un progetto che nasce da una riflessione sulla possibilità di traduzione interdisciplinare del senso, in particolare tra arti sonore e visive.
Ore 21.00
Don Chisciotte della Mancia
Suite musicale per voci narranti e strumenti di Miguel de Cervantes
Musiche di Georg Philipp Telemann | Crescendo – Orchestra giovanile / Direttore – Judit Földes
Sabato 1 giugno
Ore 18.30
Streamcolors - evento multimediale
La gente riconosce il luogo che abita e ne vede una nuova visione. Questa è la zampa tecnologica dell'astronave alien che tocca il suolo e lo decodifica.
Ore 19.30
Paola Turroni - reading multimediale - Il mondo è vedovo
In questo mosaico di LUCE sta il messaggio che riconduce l’artista dal torpore del sonno individuale alla corale ricerca dei valori dell’ethos, all’estetica del vero. L’arte torna a essere ammonimento morale, momento di LUCE che… AZIONA il pensiero.
Ore 21.00
Viaggio nella musica tra i secoli
Corale Santa Cecilia - coro polifonico / Maestro - Luisella Grandi
Repertori che spaziano dal medioevo agli autori contemporanei della musica sacra e profana nella ricerca di emozioni sempre nuove.
ALIENS
LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO
Di Sergio Curtacci
La pratica artistica contemporanea si situa in un contesto sociale caratterizzato da due fenomeni complementari e ugualmente significativi, da una parte il predominio delle immagini sul linguaggio e dall’altra il diffondersi dell’esperienza della solitudine e dell’indifferenza, dimensioni esistenziali che non riconducono più necessariamente all’altro di sé.
Entrambi i fenomeni hanno origine nella facilità di accesso alla comunicazione visiva di massa e nel voler esaltare e rivendicare la libertà individuale, diffusa e supportata dagli apparati pubblicitari. Se nell’età moderna il rapporto tra l’individuo e la massa viveva nell’alternanza di due movimenti antitetici, la perdita del soggetto nella folla o al contrario, il potere assoluto rivendicato dalla coscienza individuale, nelle forme di solitudine della modernità, l’antitesi vitale della contemporaneità si è oggi ridotta a forme banali di pseudo socialità e a una sterile contrattualità con il mondo.
Le identità sono sempre più provvisorie e legate alle funzioni transitorie degli utenti dei vari sistemi: stradale, commerciale, bancario, ecc... .
Siamo soli ma al tempo stesso accomunati agli altri da relazioni di tipo contrattuale o da norme prescrittive. L’esercizio di queste pratiche solipsistiche ha trasformato la coesistenza sociale in un arcipelago di individualità contigue ma distinte, sostanzialmente indifferenti le une alle altre.
Come alieni ci muoviamo sulla terra, osservando tutto con distacco, leggiamo libri e giornali in metropolitana senza accorgerci (o meglio dire non volendo accorgercene) del violento scippo che si sta consumando accanto a noi. Ma la vera tragedia risiede nel fatto che non riusciamo a capire neppure ciò che stiamo leggendo. Invitiamo amici a pranzo o a cena, dispensiamo loro sorrisi e attenzioni, poi li incrociamo il giorno dopo per strada e ci volgiamo dall’altra parte per non doverli salutare, o peggio fermarci a scambiare poche parole che, spesso e volentieri, riteniamo possano tradursi in inutili convenevoli.
Dopo l’11 settembre 2001 se vogliamo, tutto ciò si è acuito, all’indifferenza e al fastidio si è aggiunta la paura, il terrore del diverso, guardiamo gli altri come potenziali nemici, ci muoviamo con circospezione... Meglio rimanere a casa e nascondersi dietro al monitor di un computer e navigare in internet per ore, magari con identità fittizie, proponendoci agli altri come eroi moderni senza macchia e senza paura, per tornare il giorno dopo i soliti alieni, visitatori timorosi del pianeta terra.
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