Aldo Buzzi alla kok. Un maestro tra letteratura e cibo
Dal 07 Giugno 2014 al 31 Luglio 2014
Melzo | Milano
Luogo: Biblioteca comunale di Melzo
Indirizzo: via Agnese Pasta 43
Orari: martedì 14-19.30; da mercoledì a sabato 10-12.15 / 14-19.30
Curatori: Andrea Tomasetig
Telefono per informazioni: +39 02 95738856
E-Mail info: melzo@bibliomilanoest.it
Sito ufficiale: http://www.bibliomilanoest.it
La Biblioteca comunale di Melzo presenta dal 7 giugno al 31 luglio la prima mostra finora dedicata ad Aldo Buzzi, grande scrittore lombardo del Novecento che ha distillato nel corso degli anni pagine sapienti piene d’ironia e disincanto su “vita, gastronomia e viaggi”.
In mostra sono esposti 70 pezzi, tra libri, riviste, fotografie, lettere e disegni, di proprietà di Marina Marchesi – figlia di Bianca Lattuada, compagna di una vita dello scrittore – e di Giovanni Cavedon, nipote di Aldo, che per la prima volta aprono al pubblico un archivio in gran parte inedito. Nato a Como nel 1910, ma milanese d’adozione e vissuto a lungo a Roma, Buzzi ha attraversato con curiosità e ironia l’intero Novecento, passando dall’architettura al cinema, dall’editoria e dalla letteratura alla gastronomia.
Ha vissuto molte vite Aldo Buzzi, e non solo per la longeva età di 99 anni a cui è arrivato. All’inizio della sua carriera è architetto, come Lattuada, Comencini e Steinberg. Questa esperienza si chiude presto, non senza avere prima impaginato per l’amico Alberto Lattuada Occhio quadrato, stampato da Corrente nel 1941, volume che segna la nascita del neorealismo nella fotografia. Negli anni Quaranta e Cinquanta lavora a Roma nel mondo del cinema – accanto a Lattuada, Fellini, Comencini – come scenografo e costumista (per Luci del varietà del 1951), sceneggiatore, aiuto regista. Pubblica subito Taccuino dell’aiuto-regista (1944), impaginato dall’amico Bruno Munari. Da regista firmerà, insieme al grande fotografo Enrico Patellani, solo il film-documentario America pagana, mai distribuito per fallimento del produttore. Negli anni Sessanta è traduttore e successivamente redattore capo della narrativa alla Rizzoli a Milano, dove rimarrà per una decina d’anni curando in particolare le opere di Flaiano, Soldati e Mastronardi, con i quali stringe anche una profonda amicizia.
Infine, lui stesso diverrà scrittore, ma solo in tarda età e di pochi raffinati libri. Il suo titolo più noto è L’uovo alla kok del 1979, ma tra gli altri va ricordato almeno ?echov a Sondrio del 1991. Nei suoi libri spesso il cibo è un pretesto per parlare della vita e della letteratura con occhio disincantato. Le pagine che Buzzi ha dedicato al cibo ne fanno l’autore più significativo a riguardo dell’intero Novecento italiano, apprezzato senza riserve da una schiera di selezionati critici e lettori, nonché un riferimento obbligato anche su scala internazionale, tradotto in molte lingue e spesso pubblicato sul prestigioso “New Yorker”.
Il percorso della mostra si divide in quattro sezioni: il cinema; i libri; il mondo di Aldo Buzzi; l’“amico americano”: Saul Steinberg. Oltre a fotografie e lettere di grande rilevanza degli amici italiani citati e non, ampio spazio è dato al rapporto e alla collaborazione con Saul Steinberg, considerato il più importante disegnatore americano del dopoguerra, anche in considerazione del fatto che il prossimo 15 giugno si celebrerà il centenario della nascita (1914-1999) del grande artista, vissuto per molti anni a Milano e con cui Buzzi ha tessuto un’amicizia e una collaborazione durate per più di sessant’anni.
La mostra monografica su Aldo Buzzi, figura appartata ma rilevante della letteratura italiana, è curata dal libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig ed è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Melzo e dal Sistema bibliotecario Milano Est, nell’ambito della quinta edizione di Cibo di carta, che si svolge sull’asse Milano-Roma nella prospettiva di Expo 2015.
In mostra sono esposti 70 pezzi, tra libri, riviste, fotografie, lettere e disegni, di proprietà di Marina Marchesi – figlia di Bianca Lattuada, compagna di una vita dello scrittore – e di Giovanni Cavedon, nipote di Aldo, che per la prima volta aprono al pubblico un archivio in gran parte inedito. Nato a Como nel 1910, ma milanese d’adozione e vissuto a lungo a Roma, Buzzi ha attraversato con curiosità e ironia l’intero Novecento, passando dall’architettura al cinema, dall’editoria e dalla letteratura alla gastronomia.
Ha vissuto molte vite Aldo Buzzi, e non solo per la longeva età di 99 anni a cui è arrivato. All’inizio della sua carriera è architetto, come Lattuada, Comencini e Steinberg. Questa esperienza si chiude presto, non senza avere prima impaginato per l’amico Alberto Lattuada Occhio quadrato, stampato da Corrente nel 1941, volume che segna la nascita del neorealismo nella fotografia. Negli anni Quaranta e Cinquanta lavora a Roma nel mondo del cinema – accanto a Lattuada, Fellini, Comencini – come scenografo e costumista (per Luci del varietà del 1951), sceneggiatore, aiuto regista. Pubblica subito Taccuino dell’aiuto-regista (1944), impaginato dall’amico Bruno Munari. Da regista firmerà, insieme al grande fotografo Enrico Patellani, solo il film-documentario America pagana, mai distribuito per fallimento del produttore. Negli anni Sessanta è traduttore e successivamente redattore capo della narrativa alla Rizzoli a Milano, dove rimarrà per una decina d’anni curando in particolare le opere di Flaiano, Soldati e Mastronardi, con i quali stringe anche una profonda amicizia.
Infine, lui stesso diverrà scrittore, ma solo in tarda età e di pochi raffinati libri. Il suo titolo più noto è L’uovo alla kok del 1979, ma tra gli altri va ricordato almeno ?echov a Sondrio del 1991. Nei suoi libri spesso il cibo è un pretesto per parlare della vita e della letteratura con occhio disincantato. Le pagine che Buzzi ha dedicato al cibo ne fanno l’autore più significativo a riguardo dell’intero Novecento italiano, apprezzato senza riserve da una schiera di selezionati critici e lettori, nonché un riferimento obbligato anche su scala internazionale, tradotto in molte lingue e spesso pubblicato sul prestigioso “New Yorker”.
Il percorso della mostra si divide in quattro sezioni: il cinema; i libri; il mondo di Aldo Buzzi; l’“amico americano”: Saul Steinberg. Oltre a fotografie e lettere di grande rilevanza degli amici italiani citati e non, ampio spazio è dato al rapporto e alla collaborazione con Saul Steinberg, considerato il più importante disegnatore americano del dopoguerra, anche in considerazione del fatto che il prossimo 15 giugno si celebrerà il centenario della nascita (1914-1999) del grande artista, vissuto per molti anni a Milano e con cui Buzzi ha tessuto un’amicizia e una collaborazione durate per più di sessant’anni.
La mostra monografica su Aldo Buzzi, figura appartata ma rilevante della letteratura italiana, è curata dal libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig ed è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Melzo e dal Sistema bibliotecario Milano Est, nell’ambito della quinta edizione di Cibo di carta, che si svolge sull’asse Milano-Roma nella prospettiva di Expo 2015.
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