Adriano Costa. La Commedia dell'Arte
Dal 25 Settembre 2014 al 08 Novembre 2014
Milano
Luogo: Peep-Hole
Indirizzo: via Stilicone 10
Orari: da mercoledì a sabato 14.30-19 o su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 345 0774884
E-Mail info: info@peep-hole.org
Sito ufficiale: http://www.peep-hole.org
Peep-Hole presenta la prima personale in un'istituzione italiana dell'artista Adriano Costa.
La ricerca di Adriano Costa prende le mosse dal potenziale narrativo della quotidianità, da quel flusso di elementi costituito da oggetti comuni, domestici e residuali che egli accosta e riassembla in composizioni essenziali, con una forte dimensione poetica. Interessato a sondare il momento in cui l’oggetto non è ancora definito come opera, l’artista brasiliano indaga i diversi aspetti del visibile e la natura dei materiali, coniugando solidità e fragilità e giustapponendo forme, motivi e colori per creare progressioni geometriche dotate di qualità emozionali e musicali, di ritmiche intuitive e spontanee, organiche e vitali, formalmente vicine ai principi dell'arte neo-concreta e minimalista.
Frutto di aggiustamenti progressivi e dall’apparenza leggera e casuale, le opere di Costa, che spaziano da dipinti tridimensionali di grande formato a installazioni ambientali a sculture e lavori fotografici, esplicitano proprio nel loro delicato equilibrio formale e nell’intento anti-monumentale una posizione critica nei confronti della contemporaneità, trovando nel binomio di astrazione e ready-made la forma di una riflessione su questioni identitarie, sulle controversie socio-economiche mondiali, e sul mercato dell’arte Nel progetto ideato per Peep-Hole, intitolato La Commedia dell’Arte e ispirato alla storica forma teatrale italiana che prendeva vita nelle strade e la cui eredità è stata assunta dall’esperienza del Teatro dell’Oppresso fondato in Brasile da Augusto Boal, Adriano Costa sviluppa tre percorsi paralleli incentrati sul tema dell’invisibilità, delle condizioni di lavoro nelle società capitalistiche, dello statuto degli oggetti in quanto merci, il tutto sullo sfondo delle relazioni controverse e di sfruttamento coloniale tra Europa e Sud-America, che si ripercuotono sui lavoratori migranti.
La mostra riflette sullo spazio liminale tra visibilità e invisibilità rappresentato da queste persone, che legalmente non esistono seppure contribuiscano alle economie dei paesi dove risiedono illegalmente.
"L’invisibilità legale e politica di questa porzione gigantesca di popolazione diventa la base per tracciare un parallelo con la mia situazione personale: quella di un artista latinoamericano che sta lavorando in Europa" (A. Costa), con tutte le conseguenze che questa riflessione può portare in termini di discorso post-coloniale e di analisi sulle condizioni del mercato dell’arte.
La ricerca di Adriano Costa prende le mosse dal potenziale narrativo della quotidianità, da quel flusso di elementi costituito da oggetti comuni, domestici e residuali che egli accosta e riassembla in composizioni essenziali, con una forte dimensione poetica. Interessato a sondare il momento in cui l’oggetto non è ancora definito come opera, l’artista brasiliano indaga i diversi aspetti del visibile e la natura dei materiali, coniugando solidità e fragilità e giustapponendo forme, motivi e colori per creare progressioni geometriche dotate di qualità emozionali e musicali, di ritmiche intuitive e spontanee, organiche e vitali, formalmente vicine ai principi dell'arte neo-concreta e minimalista.
Frutto di aggiustamenti progressivi e dall’apparenza leggera e casuale, le opere di Costa, che spaziano da dipinti tridimensionali di grande formato a installazioni ambientali a sculture e lavori fotografici, esplicitano proprio nel loro delicato equilibrio formale e nell’intento anti-monumentale una posizione critica nei confronti della contemporaneità, trovando nel binomio di astrazione e ready-made la forma di una riflessione su questioni identitarie, sulle controversie socio-economiche mondiali, e sul mercato dell’arte Nel progetto ideato per Peep-Hole, intitolato La Commedia dell’Arte e ispirato alla storica forma teatrale italiana che prendeva vita nelle strade e la cui eredità è stata assunta dall’esperienza del Teatro dell’Oppresso fondato in Brasile da Augusto Boal, Adriano Costa sviluppa tre percorsi paralleli incentrati sul tema dell’invisibilità, delle condizioni di lavoro nelle società capitalistiche, dello statuto degli oggetti in quanto merci, il tutto sullo sfondo delle relazioni controverse e di sfruttamento coloniale tra Europa e Sud-America, che si ripercuotono sui lavoratori migranti.
La mostra riflette sullo spazio liminale tra visibilità e invisibilità rappresentato da queste persone, che legalmente non esistono seppure contribuiscano alle economie dei paesi dove risiedono illegalmente.
"L’invisibilità legale e politica di questa porzione gigantesca di popolazione diventa la base per tracciare un parallelo con la mia situazione personale: quella di un artista latinoamericano che sta lavorando in Europa" (A. Costa), con tutte le conseguenze che questa riflessione può portare in termini di discorso post-coloniale e di analisi sulle condizioni del mercato dell’arte.
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