Aaron Garber- Maikovska. Yucaipa
Dal 01 Aprile 2021 al 15 Maggio 2021
Milano
Luogo: MASSIMODECARLO
Indirizzo: Piazza Belgioioso 2
Orari: Mar/Sab: 11.00 - 18.30 su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 02 36636990
E-Mail info: belgioioso@massimodecarlo.com
Sito ufficiale: http://www.massimodecarlo.com
MASSIMODECARLO presenta Yucaipa, la prima mostra personale di Aaron Garber-Maikovska (1978, Washington, D.C.) a Milano e la seconda con la galleria. Per l’occasione, l’artista di Los Angeles presenterà un nuovo corpo di lavori astratti e due video sculture.
L’opera di Aaron Garber-Maikovska è intrinsecamente connessa con il corpo, le sue esperienze, i suoi vincoli, le sue possibilità espressive e la sua immanenza quale premessa per la successiva affermazione dell’atto pittorico. Nella fattispecie, somatico è la parola chiave per descrivere la pratica di Garber-Maikovska, situata in un interstizio tra movimento, performance, linguaggio e pittura. Attraverso colori ad olio in barre da lui stesso prodotti, l’artista è in grado di articolare una specificità di colori, luci, strati e campiture che incarna perfettamente il suo linguaggio visivo.
Yucaipa comprende una nuova serie di sei ampi dipinti astratti realizzati su polipropilene scanalato, insieme a due video-documenti installati orizzontalmente su delle sculture mobili. Il titolo della mostra fa riferimento a una città della California meridionale dove l’artista si è esibito in più occasioni, archetipo di tutti i luoghi liminali legati alle sue performance, ambienti che l’artista identifica per lo stato di transizione in cui si trovano e pertanto fluidi, dinamici e ricchi di opportunità.
Eseguiti con movimenti ritmici e tangibili, i suoi dipinti appaiono come delle membrane generative che assorbono e rilasciano energia. La gamma cromatica è intensa e luminosa, la composizione è dinamica e omnidirezionale e l’andamento ondulato di forme e linee richiama quello sonoro dell’inviluppo, con le fasi di attacco, decadimento, sostegno e rilascio. Il processo pittorico vive in simbiosi con le performance, in cui l’artista è in grado di assumere il controllo della propria fisicità attraverso un’affermazione di natura somatica, resistendo così alla meccanicità delle azioni quotidiane e alle imposizioni delle dinamiche corporative. Il cambio di prospettiva, anziché destabilizzare, fornisce all’artista nuovi canali per esperire un’energia inedita, leggera e dinamica, che, assorbita nel corpo, trasferisce successivamente nella propria pittura.
I due video in mostra rappresentano la documentazione di questa metodologia. I monitor, montati orizzontalmente su ruote girevoli, sono concepiti dall’artista come un’esperienza autonoma e indipendente dai dipinti. Omnidirezionali, essi stabiliscono all’interno della mostra la propria ragione d’essere e rappresentano un flusso di energia piatta e orizzontale che avviene simultaneamente a quello verticale dei dipinti.
Con Yucaipa, Aaron Garber-Maikovska sembra prendere le distanze dall’accresciuto senso di controllo di alcuni dei suoi precedenti lavori - come, ad esempio, nella serie Duo – e, pur mantenendo un linguaggio coeso e ritmico, torna all’elettrizzante senso di movimento e libertà tipico del suo lavoro. Nella sua pratica, l’artista usa il corpo quale luogo di indagine percettiva, fisica, concettuale e spirituale e, così facendo, è in grado di ritagliarsi il proprio spazio e dare vita a un flusso di energia dinamica di affermazione di vita.
L’opera di Aaron Garber-Maikovska è intrinsecamente connessa con il corpo, le sue esperienze, i suoi vincoli, le sue possibilità espressive e la sua immanenza quale premessa per la successiva affermazione dell’atto pittorico. Nella fattispecie, somatico è la parola chiave per descrivere la pratica di Garber-Maikovska, situata in un interstizio tra movimento, performance, linguaggio e pittura. Attraverso colori ad olio in barre da lui stesso prodotti, l’artista è in grado di articolare una specificità di colori, luci, strati e campiture che incarna perfettamente il suo linguaggio visivo.
Yucaipa comprende una nuova serie di sei ampi dipinti astratti realizzati su polipropilene scanalato, insieme a due video-documenti installati orizzontalmente su delle sculture mobili. Il titolo della mostra fa riferimento a una città della California meridionale dove l’artista si è esibito in più occasioni, archetipo di tutti i luoghi liminali legati alle sue performance, ambienti che l’artista identifica per lo stato di transizione in cui si trovano e pertanto fluidi, dinamici e ricchi di opportunità.
Eseguiti con movimenti ritmici e tangibili, i suoi dipinti appaiono come delle membrane generative che assorbono e rilasciano energia. La gamma cromatica è intensa e luminosa, la composizione è dinamica e omnidirezionale e l’andamento ondulato di forme e linee richiama quello sonoro dell’inviluppo, con le fasi di attacco, decadimento, sostegno e rilascio. Il processo pittorico vive in simbiosi con le performance, in cui l’artista è in grado di assumere il controllo della propria fisicità attraverso un’affermazione di natura somatica, resistendo così alla meccanicità delle azioni quotidiane e alle imposizioni delle dinamiche corporative. Il cambio di prospettiva, anziché destabilizzare, fornisce all’artista nuovi canali per esperire un’energia inedita, leggera e dinamica, che, assorbita nel corpo, trasferisce successivamente nella propria pittura.
I due video in mostra rappresentano la documentazione di questa metodologia. I monitor, montati orizzontalmente su ruote girevoli, sono concepiti dall’artista come un’esperienza autonoma e indipendente dai dipinti. Omnidirezionali, essi stabiliscono all’interno della mostra la propria ragione d’essere e rappresentano un flusso di energia piatta e orizzontale che avviene simultaneamente a quello verticale dei dipinti.
Con Yucaipa, Aaron Garber-Maikovska sembra prendere le distanze dall’accresciuto senso di controllo di alcuni dei suoi precedenti lavori - come, ad esempio, nella serie Duo – e, pur mantenendo un linguaggio coeso e ritmico, torna all’elettrizzante senso di movimento e libertà tipico del suo lavoro. Nella sua pratica, l’artista usa il corpo quale luogo di indagine percettiva, fisica, concettuale e spirituale e, così facendo, è in grado di ritagliarsi il proprio spazio e dare vita a un flusso di energia dinamica di affermazione di vita.
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