Nicola Dinoia. Oasis

Nicola Dinoia, Oasis, 2022
Dal 20 Luglio 2023 al 10 Settembre 2023
Matera
Luogo: Momart Gallery
Indirizzo: Piazza Madonna dell’Idris
Orari: dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 20. Mercoledi è chiuso
Curatori: Fiorella Fiore
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 338 841 4318
E-Mail info: momartgallery57@gmail.com
Sito ufficiale: http://momartgallery.it
Si inaugura giovedì 20 luglio 2023 alle ore 19, negli spazi della Momart Gallery, diretta da Monica Palumbo, la mostra “Oasis” di Nicola Dinoia, a cura di Fiorella Fiore.
Nicola Dinoia (Matera, 1972) si è formato presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna e poi la Wichester School of Art; vive e lavora a Torino. Vanta diverse mostre personali in Italia e all’estero, in particolare in Belgio dove ha vissuto per 15 anni. Porta in mostra a Matera il ciclo Oasis, con opere dipinte tra il 2020 e il 2022, costituito da un corpus di olii e gouaches sia su carta che su tela, e una serie collages su carta. Come riporta nel testo critico la storica dell’arte Fiorella Fiore: «La pittura di Nicola Dinoia si offre al visitatore come un caleidoscopio costruito da una sequenza silenziosa di immagini cristallizzate in un chiarore metafisico. Il lessico artistico sul quale si struttura è evidentemente industriale: una lavatrice; una 127 rossa; un materasso; sacchi dell’immondizia; cartoni; lamiere. Ma anche una pianta; echi di immagini che appartengono al percorso intellettuale e artistico di Dinoia (le sue opere sono infatti ricche di citazioni che spaziano dalla storia dell’arte -da Velázquez, a De Chirico - al cinema e alla letteratura). Un repertorio iconografico lontano però da ogni lirismo arcadico o nostalgia struggente. In questo spazio che trattiene insieme una dimensione naturale e i resti della civiltà dell’antropocene, gli elementi sono quelli dell’infanzia trascorsa nell’arsa campagna estiva, ma anche di un quotidiano urbano, e intendono ri-costruire una visione del mondo attraverso l’assemblaggio di singole parti».
«In questi dipinti metto in scena composizioni di tipici rifiuti urbani - riporta l’artista - elettrodomestici, sacchi di immondizia, vecchie automobili, cartoni e stracci in cui si nascondono a volte carnevalesche figure umane. Sono una sorta di oasi con oggetti e piante tra paesaggi desolati e metafisici. I cieli sono spesso inquieti e scuri premonitori di qualcosa di inaspettato».
Nicola Dinoia (Matera, 1972) si è formato presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna e poi la Wichester School of Art; vive e lavora a Torino. Vanta diverse mostre personali in Italia e all’estero, in particolare in Belgio dove ha vissuto per 15 anni. Porta in mostra a Matera il ciclo Oasis, con opere dipinte tra il 2020 e il 2022, costituito da un corpus di olii e gouaches sia su carta che su tela, e una serie collages su carta. Come riporta nel testo critico la storica dell’arte Fiorella Fiore: «La pittura di Nicola Dinoia si offre al visitatore come un caleidoscopio costruito da una sequenza silenziosa di immagini cristallizzate in un chiarore metafisico. Il lessico artistico sul quale si struttura è evidentemente industriale: una lavatrice; una 127 rossa; un materasso; sacchi dell’immondizia; cartoni; lamiere. Ma anche una pianta; echi di immagini che appartengono al percorso intellettuale e artistico di Dinoia (le sue opere sono infatti ricche di citazioni che spaziano dalla storia dell’arte -da Velázquez, a De Chirico - al cinema e alla letteratura). Un repertorio iconografico lontano però da ogni lirismo arcadico o nostalgia struggente. In questo spazio che trattiene insieme una dimensione naturale e i resti della civiltà dell’antropocene, gli elementi sono quelli dell’infanzia trascorsa nell’arsa campagna estiva, ma anche di un quotidiano urbano, e intendono ri-costruire una visione del mondo attraverso l’assemblaggio di singole parti».
«In questi dipinti metto in scena composizioni di tipici rifiuti urbani - riporta l’artista - elettrodomestici, sacchi di immondizia, vecchie automobili, cartoni e stracci in cui si nascondono a volte carnevalesche figure umane. Sono una sorta di oasi con oggetti e piante tra paesaggi desolati e metafisici. I cieli sono spesso inquieti e scuri premonitori di qualcosa di inaspettato».
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