Francesco Hayez. Il ritratto del conte Arese Lucini dagli Uffizi
![Francesco Hayez, Conte Arese Lucini in carcere, Palazzo Comunale, Pontremoli Francesco Hayez, Conte Arese Lucini in carcere, Palazzo Comunale, Pontremoli](http://www.arte.it/foto/600x450/d5/140061-hayez.jpg)
Francesco Hayez, Conte Arese Lucini in carcere, Palazzo Comunale, Pontremoli
Dal 05 Maggio 2023 al 31 Agosto 2023
Pontremoli | Massa-Carrara
Luogo: Palazzo Comunale
Indirizzo: Piazza della Repubblica
Orari: Maggio-Giugno dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 16:00 alle ore 18:00 Luglio-Agosto dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 17:00 alle ore 19:00
Sito ufficiale: http://www.uffizi.it
Il grande ritratto raffigurante il Conte Arese Lucini in carcere, dipinto dal celebre pittore romantico Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882) e recentemente acquistato dalle Gallerie degli Uffizi, è partito alla volta di Pontremoli, dove sarà ospite d’onore nel Palazzo Comunale fino al 31 agosto.
L’opera descrive il momento più tragico nella vita dell’ex colonnello napoleonico Francesco Teodoro Arese Lucini, che aveva partecipato ai moti risorgimentali del 1820-21, finendo sotto processo e subendo due anni più tardi una condanna a morte. La pena fu però convertita in tre anni di detenzione nel penitenziario austriaco dello Spielberg dopo che, durante il processo, il colonnello aveva riferito alla corte i nomi degli altri accusati. Il quadro si caratterizza per la sua originalissima storia: fu lo stesso Arese Lucini (su cui pesava il marchio di traditore dei compagni per aver salva la vita, ma che rivendicava l’impossibilità di mentire come dovere morale) a chiedere ad Hayez di farsi dipingere in cella e in catene, per riscattare il proprio onore. Al momento in cui l’opera fu eseguita la pena si era effettivamente già conclusa; ma la grande efficacia comunicativa della trovata, unitamente allo straordinario talento pittorico di Hayez, colpirono l’opinione pubblica mostrando l’immagine prostrata del Conte nella sua condizione di prigionia: questo contribuì a fugare i non pochi dubbi sul suo comportamento processuale e lo aiutò persino a proporsi con successo quale eroe risorgimentale.
HAYEZ E PONTREMOLI
Il legame tra Hayez e Pontremoli nasce con il dipinto storicista Pietro Rossi signore di Parma assediato nel Castello di Pontremoli (1818-1820) oggi conservato nella Pinacoteca di Brera, con il quale il pittore diede inizio alla sua svolta romantica. I Rossi di Parma erano diventati signori di Pontremoli nel 1329. Il 13 giugno 1336, gli Scaligeri, che avevano occupato quasi tutti i domini dei Rossi, assediarono Pontremoli e il suo castello, dove risiedeva Pietro Rossi con i suoi familiari qui ritiratisi. In questo frangente, Pietro ricevette una lettera del doge Dandolo con cui il Senato veneziano gli proponeva di assumere il comando dell’esercito della Repubblica di Venezia per sconfiggere gli Scaligeri, dai quali anche la Serenissima era minacciata. Accolta la proposta, nonostante le suppliche e le lacrime della moglie, Ginetta de’ Fieschi, e delle figlie, Pietro, travestito, fuggì di notte e si recò a Firenze dove giunse il 23 agosto per assumere l’incarico unendo le truppe veneziane, lì giunte, con quelle fiorentine. Dopo qualche mese di resistenza, i Rossi rimasti in Pontremoli cedettero questo importante borgo fortificato agli Scaligeri che lo tennero fino al 1341 quando iniziò la dominazione dei Visconti.
L’opera descrive il momento più tragico nella vita dell’ex colonnello napoleonico Francesco Teodoro Arese Lucini, che aveva partecipato ai moti risorgimentali del 1820-21, finendo sotto processo e subendo due anni più tardi una condanna a morte. La pena fu però convertita in tre anni di detenzione nel penitenziario austriaco dello Spielberg dopo che, durante il processo, il colonnello aveva riferito alla corte i nomi degli altri accusati. Il quadro si caratterizza per la sua originalissima storia: fu lo stesso Arese Lucini (su cui pesava il marchio di traditore dei compagni per aver salva la vita, ma che rivendicava l’impossibilità di mentire come dovere morale) a chiedere ad Hayez di farsi dipingere in cella e in catene, per riscattare il proprio onore. Al momento in cui l’opera fu eseguita la pena si era effettivamente già conclusa; ma la grande efficacia comunicativa della trovata, unitamente allo straordinario talento pittorico di Hayez, colpirono l’opinione pubblica mostrando l’immagine prostrata del Conte nella sua condizione di prigionia: questo contribuì a fugare i non pochi dubbi sul suo comportamento processuale e lo aiutò persino a proporsi con successo quale eroe risorgimentale.
HAYEZ E PONTREMOLI
Il legame tra Hayez e Pontremoli nasce con il dipinto storicista Pietro Rossi signore di Parma assediato nel Castello di Pontremoli (1818-1820) oggi conservato nella Pinacoteca di Brera, con il quale il pittore diede inizio alla sua svolta romantica. I Rossi di Parma erano diventati signori di Pontremoli nel 1329. Il 13 giugno 1336, gli Scaligeri, che avevano occupato quasi tutti i domini dei Rossi, assediarono Pontremoli e il suo castello, dove risiedeva Pietro Rossi con i suoi familiari qui ritiratisi. In questo frangente, Pietro ricevette una lettera del doge Dandolo con cui il Senato veneziano gli proponeva di assumere il comando dell’esercito della Repubblica di Venezia per sconfiggere gli Scaligeri, dai quali anche la Serenissima era minacciata. Accolta la proposta, nonostante le suppliche e le lacrime della moglie, Ginetta de’ Fieschi, e delle figlie, Pietro, travestito, fuggì di notte e si recò a Firenze dove giunse il 23 agosto per assumere l’incarico unendo le truppe veneziane, lì giunte, con quelle fiorentine. Dopo qualche mese di resistenza, i Rossi rimasti in Pontremoli cedettero questo importante borgo fortificato agli Scaligeri che lo tennero fino al 1341 quando iniziò la dominazione dei Visconti.
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