Colori e forme del lavoro. Da Signorini e Fattori a Pellizza da Volpedo e Balla
![Vincenzo Vela, Le Vittime del lavoro, 1882, bronzo, cm. 239x323x40. Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma<br /> Vincenzo Vela, Le Vittime del lavoro, 1882, bronzo, cm. 239x323x40. Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma<br />](http://www.arte.it/foto/600x450/c6/80185-Vela_Vincenzo-_Le_vittime_del_lavoro_inv_1357_G6117_Idini_Low.jpg)
Vincenzo Vela, Le Vittime del lavoro, 1882, bronzo, cm. 239x323x40. Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
Dal 16 Giugno 2018 al 21 Ottobre 2018
Carrara | Massa-Carrara
Luogo: Palazzo Cucchiari
Indirizzo: via Cucchiari 1
Curatori: Massimo Bertozzi, Ettore Spalletti
Telefono per informazioni: +39 0585 72 355
E-Mail info: info@palazzocucchiari.it
Apre al pubblico il prossimo 16 giugno a Carrara, presso Palazzo Cucchiari sede della Fondazione Giorgio Conti, la mostra Colori e forme del lavoro. Da Signorini e Fattori a Pellizza da Volpedo e Balla.
L’esposizione, ideata e promossa dalla Fondazione Giorgio Contie curata da Massimo Bertozzi e Ettore Spalletti, è dedicata alla rappresentazione del mondo del lavoro nell’arte italiana tra l’Unità d’Italia e la Grande Guerra.
In mostra oltre cinquanta opere, di collezioni pubbliche e private italiane, che spaziano dalla pittura Macchiaiola attraverso il Verismo e le suggestioni simboliste fino alle prime avvisaglie delle avanguardie: da Fattori a Morbelli, da Signorini a Pellizza da Volpedo, qui presente con alcune opere preparatorie del Quarto Stato, da Vincenzo Vela, in mostra con il Monumento alle Vittime del Lavoro, fino a Giacomo Balla pre-futurista, il progetto espositivo intende verificare come nella pratica della pittura, il movimento realista e verista italiano nei decenni successivi all’unità politica della Nazione dia campo a un profondo rinnovamento tematico e formale, senza perdere di vista lo sfondo sociale e le profonde trasformazioni culturali in cui si viene definendo l’immagine della “nuova Italia”.
Le immagini del popolo diventano indifferentemente motivo di denuncia e origine di nuove e diverse suggestioni poetiche, e la figurazione dell’arte italiana si affolla di gente comune: poveri, contadini, anziani e lavoratori nelle loro differenti espressioni di umiltà, di bisogno, ma anche di rivendicazione della propria identità, di affrancamento, quindi di rabbia, di organizzazione e di protesta e di lotta.
Per raccontare tutto questo, la mostra si articolerà in otto sezioni, dedicate a: il Lavoro Domestico, le Arti Liberali, il Lavoro della Terra, Lavori di Mare e d’acqua dolce, il Commercio, il Lavoro in Officina, il Lavoro in Miniera e nelle Cave, l’Emarginazione Sociale e l’emigrazione.
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