Bertozzi & Casoni. Dove Come Quando
Dal 07 Giugno 2014 al 07 Settembre 2014
Mantova
Luogo: Palazzo Te
Indirizzo: viale Te
Orari: lunedì 13-18; da martedì a domenica 9-18; venerdi e sabato 9-20
Enti promotori:
- Assessorato alle Politiche Culturali e alla Promozione Turistica del Comune di Mantova
Prolungata: 7 settembre 2014
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 7 (over 65, soci Touring Club, soci Fai, soci ACI, possessori biglietto Torino Piemonte, possessori biglietto Vittoriale degli Italiani, soci Legacoop Lombardia, gruppi di almeno 20 persone), ridotto speciale € 3,50 (ragazzi dai 12 ai 18 anni, studenti universitari), gratuito fino agli 11 anni, forze dell'ordine, giornalisti, un accompagnatore ogni 15 unità, soci ICOM, famiglia 19
Telefono per informazioni: +39 0376 323266
E-Mail info: biglietteria.te@comune.mantova.gov.it
Sito ufficiale: http://www.palazzote.it
L’esposizione, dal titolo Dove Come Quando, curata da Marco Tonelli, presenterà 19 opere tipiche del linguaggio espressivo di Bertozzi & Casoni. Questi lavori, nei quali convivono realtà e finzione, meraviglia e ordinarietà, saranno in grado di produrre agli occhi dei visitatori inganni visivi, ricreando, secondo un’ottica contemporanea, l’atmosfera di festa, svago, piacere dei sensi che la residenza gonzaghesca ha saputo suscitare nei secoli.
Palazzo Te, con le sue stanze monumentali, i suoi affreschi, le sue decorazioni, il cortile interno, le prospettive dei suoi giardini, i loggiati e gli affacci sull’acqua delle peschiere, è stato fin dalla sua costruzione un set di miraggi visivi, veri e propri “lucidi inganni” come definito da illustri storici dell’arte.
Il percorso espositivo si caratterizzerà per la presenza di due sculture dedicate alla figura della Madonna, una sedia elettrica, una Cuccia Brillo, vasi e zolle con fiori, accumuli di ossa, animali a grandezza naturale, barili, cassettiere del pronto soccorso, tavolini da bar, tutti in ceramica. Per l’occasione, Bertozzi & Casoni creeranno una scultura che farà esplicito riferimento agli emblemi classici dei Gonzaga, come la salamandra, l’animale simbolo. Oppure faranno dialogare le loro costellazioni con quelle rappresentate nella Sala dei Venti del Palazzo.
Nella Sala dei Cavalli si troverà la monumentale opera Composizione in bianco, un orso polare su un pack, imprigionato dalla rete che contiene i resti del suo orrido pasto e i rifiuti di una spedizione polare.
A corollario, sarà allestita una sezione didattica allo scopo di rivelare i segreti del loro lavoro, confermando una magistrale conoscenza tecnica e inventiva.
Accompagna la rassegna un catalogo bilingue (italiano/inglese), edito da Umberto Allemandi & C., con testi di Marco Tonelli, Assessore alla Cultura del Comune di Mantova, Ugo Bazzotti, storico dell’arte e vicepresidente dell’Accademia virgiliana, e un’intervista agli artisti di Jolanda Silvestrini, curatrice degli archivi Bertozzi & Casoni.
Bertozzi & Casoni è una società fondata nel 1980 a Imola da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e da Stefano Dal Monte Casoni (Lugo, Ravenna, 1961).
La loro prima formazione artistica avviene all'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica di Faenza in un clima dominato da un post-informale “freddo” allora in voga. Di maggiore interesse, per loro, sono invece le sculture figurative di Angelo Biancini, con il quale Bertozzi collabora nello studio all'interno della scuola, l'arte decorativa di Gianna Boschi e il radicalismo concettuale di Alfonso Leoni.
Appena terminati gli studi, Bertozzi e Casoni frequentano l'Accademia di Belle Arti di Bologna, fondano una società e partecipano alle manifestazioni che tentano di mettere a fuoco i protagonisti e le ragioni di una “nuova ceramica”.
Abilità esecutiva e distaccata ironia caratterizzano già le loro prime creazioni in sottile maiolica policroma. Importante è la collaborazione (1985-1990) con la Cooperativa Ceramica di Imola dove lavorano come ricercatori nel Centro Sperimentazioni e Ricerche sulla Ceramica. Nel 1987 e 1988 collaborano con “K International Ceramics Magazine” di cui realizzano anche le immagini di copertina.
Negli anni Ottanta il virtuosismo esecutivo raggiunge nuovi apici tra opere scultoree, intersezioni con il design e realizzazioni di opere di affermati artisti italiani ed europei.
Nel 1990 creano fontane e grandi sculture per un intervento urbano a Tama, un nuovo quartiere di Tokyo.
Del 1993 è il grande pannello Ditelo con i fiori collocato su una parete esterna dell'Ospedale Civile di Imola.
Negli anni Novanta emerge nel loro lavoro un aspetto maggiormente concettuale e radicale: la ceramica assume dimensioni sempre maggiori fino a sconfinare nell'iperbole linguistica e realizzativa.
La critica e le più importanti gallerie d'arte nazionali e internazionali si interessano al loro lavoro.
Le loro sculture - simboliche, irridenti e pervase da sensi di attrazione nei confronti di quanto è caduco, transitorio, peribile e in disfacimento - sono diventate icone internazionalmente riconosciute di una, non solo contemporanea, condizione umana.
L'ironia corrosiva delle loro opere è sempre controbilanciata da un inossidabile perfezionismo esecutivo. Tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale, Bertozzi e Casoni indagano i rifiuti della società contemporanea non escludendo quelli culturali: da quelli del passato a quelli delle tendenze artistiche più vicine. Icone quali la Brillo box passata al vaglio della Pop Art o le lattine di Merda d'artistadi Piero Manzoni trovano, in una raffinata versione ceramica che ne indaga l'obsolescenza e il degrado, sia i segni di un tempo irrimediabilmente trascorso sia un congelamento in assetti che, per converso, li affidano a destini davvero immortali.
Dal 2000, Bertozzi e Casoni abbandonano l'uso della maiolica per privilegiare, in una sorta di epopea del trash, una più ampia serie di tecniche e di materiali ceramici di derivazione industriale, variandone i processi e le composizioni.
La fisica presenza degli oggetti e delle figure messi in rappresentazione attrae per complessità ideativa ed ellittici riferimenti, la suggestione aumenta con la scoperta del materiale utilizzato e della perfetta mimesi raggiunta e, infine, emergono le implicazioni formali, anche pittoriche, di opere prepotentemente figurative ma, in fondo, concettuali e astratte.
Una versione contemporanea del tema della vanitas che ha visto grandi maestri del passato comprimere nello spazio di una tela fulgidi fiori, frutta, cibi e simbolici animali. Allusioni a una impermanenza (memento mori) che Bertozzi e Casoni, maestri del dubbio e del “forse” ribaltano in una ricerca di bellezza; una bellezza rinvenibile anche nell’oggetto più negletto e martoriato. Virtù di un’arte che, con ironia, “rifacendo” nobilita.
Nel 2004 sono invitati ad esporre alla Tate di Liverpool e nel 2005 alla XIV Quadriennale di Roma. Del 2007 è la personale a Cà Pesaro a Venezia e del 2008 quelle al Castello Sforzesco di Milano e al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. Nel 2009 le loro opere sono esposte al Padiglione Italia della Biennale di Venezia e nel 2010 alla All Visual Arts di Londra, alla Sperone Westwater di New York, alla Galleria Sperone di Sent e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. Nel 2011 sono presenti al Musée des Beaux Arts di Ajaccio, al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, alla FaMa Gallery di Verona e a La Maison Rouge di Parigi. Del 2012 sono le mostre alla Sperone Westwater di New York, alla Robilant + Voena di Londra, al Castello Sforzesco di Milano, alla Sperone Westwater di Lugano e alla All Visual Arts di Londra. Del 2013 sono le mostre personali al Museum Beelden aan Zee dell’Aia, alla Galleria Beck & Eggeling di Düsseldorf e alla Galleria Cardi di Pietrasanta.
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