Werner Bischof. Classics

© Werner Bischof | Werner Bischof, Nude, Zurich, Switzerland, 1942

 

Dal 07 Settembre 2019 al 07 Gennaio 2020

Lucca

Luogo: Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art

Indirizzo: via della Fratta 36

Orari: da martedì a domenica ore 10-19

Curatori: Maurizio Vanni, Alessandro Luigi Perna

Enti promotori:

  • In collaborazione con Werner Bischof Estate – Magnum Photos

Costo del biglietto: intero 10 euro, ridotto 8 euro

Telefono per informazioni: +39 0583 492180

E-Mail info: info@luccamuseum.com

Sito ufficiale: http://www.luccamuseum.com



Centocinque scatti, con immagini che vanno dal 1934 al 1954, divisi in 8 sezioni: sono i numeri di “Werner Bischof. Classics”, mostra dedicata al grande fotoreporter svizzero (1916-1954) che il Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art propone dal 7 settembre 2019 al 7 gennaio 2020. Curata da Maurizio Vanni, museologo e storico dell’arte, e Alessandro Luigi Perna, specialista e curatore di esposizioni fotografiche, la mostra è organizzata da Lu.C.C.A. e Omina in collaborazione con Werner Bischof Estate e Magnum Photos.
 
“Dopo Depero, la nostra stagione prosegue con un altro personaggio fuori dagli schemi: Werner Bischof, un maestro del reportage, ma soprattutto un artista in grado di indagare il rapporto dell’uomo con la natura e con se stesso, un ricercatore di verità, archeologo dei sentimenti umani, narratore dello straordinario quotidiano, appassionato di vita” spiega Maurizio Vanni, che è anche Direttore Generale del Lu.C.C.A.
 
Europa, India, Giappone, Corea, Hong Kong, Indocina, New York, Messico, Panama, Cile, Perù: sono i luoghi attraversati dal percorso espositivo che racconta la storia di Bischof e scandisce la sua passione per l’estetica, la ricerca, i valori etici e morali, la sua capacità di rappresentare le dicotomie di sviluppo e povertà, di business e spiritualità, di modernità e tradizione.
I visitatori saranno proiettati negli anni della nascita di Magnum Photos, del foto-giornalismo e dell’evoluzione di Bischof in artista in cerca di libertà espressiva, con alcune foto all’epoca “scartate” perché ritenute prive di originalità – di fatto perché non esaltavano la “cronaca di guerra” ed erano meno sensazionalistiche –, ma che poi gli apriranno la porta a riconoscimenti, mostre e pubblicazioni.
La mostra include uno dei suoi scatti più noti: il bambino peruviano che suona il flauto, che Bischof incontrò nel 1954, sulle Ande in Perù, poco prima di perdere la vita prematuramente in seguito a un incidente stradale.

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