L' immagine del suono. Three Times They Are a-Changin'
Dal 30 Giugno 2012 al 04 Agosto 2012
Lucca
Luogo: Villa Bottini
Indirizzo: via Elisa 8
Orari: da martedì a domenica 10.30-12.30; 16.30-19.30
Enti promotori:
- Comune di Lucca
Telefono per informazioni: +39 0583 442141
E-Mail info: l.bandoni@comune.lucca.it
Sito ufficiale: http://www.comune.lucca.it
Sabato 30 giugno viene inaugurata nella cornice di Villa Bottini, a Lucca, la 4° edizione della rassegna l’ IMMAGINE DEL SUONO // Three Times They Are a-Changin', che proseguendo nella formula vincente che ha sfruttato gli scorsi anni, racconta il crossover tra musica e arti visive.
La mostra è prodotta da Ono Arte e Art Lab e promossa dal Comune di Lucca.
Three Times They Are a-Changin', titolo ispirato al Direttore Artistico Alessandro Romanini da una canzone di Bob Dylan, presenta tre mostre legate al tema della trasformazione che dal 1962 al 1980 ha segnato in tre fasi successive un radicale cambiamento politico-culturale e di costume nella società occidentale.
Si parte da Andy Warhol e dalla sua Factory, epicentro della vita creativa di New York dal 1962 al 1968, poi il 1969, anno di passaggio tra gli anni Sessanta, caratterizzati dal boom economico, e le nuove utopie proposte dalla sottocultura Hippy, per arrivare all’esplosione del Punk, il movimento che ha rivoluzionato il modo di produrre pensiero e arte all’insegna del “Do-It-Yourself”.
// ALL TOMORROW’S PARTIES. WARHOL, LA FACTORY, LOU REED E I VELVET UNDERGROUND
La mostra, che prende il titolo dal brano inserito dai Velvet Underground nel loro “disco con la banana” in copertina (prodotto proprio da Warhol), racconta il lato privato del personaggio Warhol e dei suoi legami, la dimensione più lontana, insomma, dai famosi “15 minuti di celebrità”, attraverso Ottantacinque scatti che documentano il fervore creativo della Factory, vera fucina multidisciplinare, dove Warhol produceva dischi, dipinti, film, riviste, moda e stili di vita. Le foto mostrano i personaggi che ruotavano intorno alla Factory: Lou Reed, Nico e i Velvet Underground (negli scatti di Lisa Law e Adam Ritchie), artisti come Salvador Dalì, Robert Rauschemberg, De Kooning, Basquiat, Mapplethorpe e Ugo Mulas, creativi come Elio Fiorucci, Bianca Jagger, Edie Sedwick, musicisti come Keith Richard, David Bowie, Bob Dylan e molti altri. In mostra anche materiali originali (copertine di dischi, vinili, serigrafie…), filmati di repertorio, video e documentari, testimonianze visive dei famosi parties, eventi come l’Exploding Plastic Inevitable del 1966 (negli scatti di Fred McDarrah, “documentarista ufficiale” di Espressionismo Astratto, Beat generation e del New York Art World) o gli altrettanto famigerati Screen Test. Warhol con il solito piglio premonitore chiude la Factory nel 1968, quando i venti di rivoluzione diventano globali, espandendosi in mezzo mondo dal campus di Barkeley agli Champs Elysèes e sopraggiungono le prime avvisaglie dei cupi anni di piombo.
//1969. L’ANNO IN CUI TUTTO CAMBIO’
Nel 1969 si assiste a avvenimenti di portata epocale: l’uomo sulla luna (la BBC trasmette l’evento con la musica dei Pink Floyd), Ho Chi Min in Vietnam, gli omicidi di Robert Kennedy e Martin Luther King, i primi esperimenti di internet e il primo volo del Concorde. In campo musicale si registrano lo scioglimento dei Beatles, con l’ultimo concerto sul tetto in Saville Road, la morte di Brian Jones dei Rolling Stones, che lo commemoreranno nel concerto in Hyde Park (foto di Brain Wentzell), l’uscita dell’ultimo disco di Elvis e di Tommy degli Who, il matrimonio di John Lennon e Yoko Ono e il loro leggendario Bed In. Ottanta rare fotografie d’autore documentano questo anno cruciale che segna il passaggio tra due decenni irripetibili, gli anni 50’ e 60’, caratterizzati dal boom economico, e gli anni Settanta: quelli del rock ‘n’roll, delle droghe, dell’amore libero, dell’antimilitarismo, della lotta per i diritti civili, dominati da Beat Generation e cultura Hippy. Un punto di svolta nel quale si incrociano la realizzazione dei sogni del decennio precedente e le profonde incrinature che sgretoleranno le utopie della “Peace and Love Generation”. Questa dicotomia viene illustrata nel percorso della mostra dalle foto di due avvenimenti simbolici: il grande raduno musicale di Woodstock (documentato dai suggestivi scatti di Lisa Law), trionfo degli ideali della Peace and Love Generation e dal tragico concerto di Altamont dei Rolling Stones, culminato nella morte di 4 spettatori ad opera degli Hell’s Angels (foto di Bill Owens). Anche il cinema viene trasformato da film ”ribelli” come Easy Rider (in mostra inedite foto dal set) e il Satyricon di Fellini (il set svelato dalle foto di Tazio Secchiamoli, il re dei paparazzi). La mostra è integrata da filmati documentari e d’archivio e video su performance artistiche legate alla body art e alla land art, che hanno rivoluzionato il panorama artistico: tra gli altri Spiral Jetty di R.Smithson, le opere di Vito Acconci, John Baldessarri.
// PUNK. L’ULTIMA RIVOLUZIONE
Il Punk è il movimento che più di ogni altro ha rivoluzionato il modo di pensare e produrre sia il pensiero che l’arte. Nascono all’insegna del Do-It-Yourself e sull’esempio dei Sex Pistols gruppi musicali, fanzine, film indipendenti, stilisti che attraverso la musica, il cinema e la moda sconvolgono i ben pensanti segnando per sempre la nostra società. Ma l’influenza del Punk è ancora evidente ai nostri giorni e si manifesta attraverso la diffusione delle tecnologie digitali che danno vita a una comunità di “makers” attiva a livello globale. La mostra si articola in sezioni che illustrano attraverso un centinaio di scatti, video e altri materiali (abiti punk, vinili, grafiche originali…) la scena musicale punk e le profonde trasformazioni socio-culturali avvenute tra il 1977 e il 1980. Tra i protagonisti della mostra: Bob Gruen, Berry Plummer, John Tiberi (vero e proprio alter ego dei Pistols e biografo del movimento), Elleen Polk, William English, Billy Childish, i video di Derek Jarman e materiali di Jamie Reid, il guru della grafica punk, che ha creato l’inconfondibile simbolo dei Sex Pistols e del Punk. La prima sezione è dedicata al negozio situato al 430 di King’s Road, che ha cambiato molti nomi, fino a diventare noto come Sex, gestito da Malcom McLaren e Vivienne Westwood, che diventò nel 1977 sede del nascente movimento punk. Due donne sono le protagoniste di un’altra sezione, Margareth Tatcher che segnò quegli anni con la sua condotta politico-economica e la Regina Elisabetta II con la celebrazione del Giubileo a lei dedicato e il concerto sul Tamigi dei Sex Pistols “God Save the Queen”. Dal punto di vista musicale sono due le città su cui si concentra la mostra: New York con band come The Ramones, New York Dolls, Blondie e Lou Reed. Londra con i Sex Pistols, Clash, Adam and the Ants e Siouxie and the Banshees. Altri scatti testimoniano queste due realtà contrapposte ma complementari.
Sempre a Villa Bottini, saranno inoltre allestiti a completamento dell’indagine sul periodo una serie di video e documentari che propongono diversi focus su personalità che hanno segnato la storia del tempo. John Cage, che viene celebrato nel centenario della nascita, i Rolling Stones, Davide La Chapelle (al quale è dedicato un omaggio in collaborazione col LuC.C.A Museum for Contemporary ArtS che ne ospita una mostra fotografica).
La mostra è prodotta da Ono Arte e Art Lab e promossa dal Comune di Lucca.
Three Times They Are a-Changin', titolo ispirato al Direttore Artistico Alessandro Romanini da una canzone di Bob Dylan, presenta tre mostre legate al tema della trasformazione che dal 1962 al 1980 ha segnato in tre fasi successive un radicale cambiamento politico-culturale e di costume nella società occidentale.
Si parte da Andy Warhol e dalla sua Factory, epicentro della vita creativa di New York dal 1962 al 1968, poi il 1969, anno di passaggio tra gli anni Sessanta, caratterizzati dal boom economico, e le nuove utopie proposte dalla sottocultura Hippy, per arrivare all’esplosione del Punk, il movimento che ha rivoluzionato il modo di produrre pensiero e arte all’insegna del “Do-It-Yourself”.
// ALL TOMORROW’S PARTIES. WARHOL, LA FACTORY, LOU REED E I VELVET UNDERGROUND
La mostra, che prende il titolo dal brano inserito dai Velvet Underground nel loro “disco con la banana” in copertina (prodotto proprio da Warhol), racconta il lato privato del personaggio Warhol e dei suoi legami, la dimensione più lontana, insomma, dai famosi “15 minuti di celebrità”, attraverso Ottantacinque scatti che documentano il fervore creativo della Factory, vera fucina multidisciplinare, dove Warhol produceva dischi, dipinti, film, riviste, moda e stili di vita. Le foto mostrano i personaggi che ruotavano intorno alla Factory: Lou Reed, Nico e i Velvet Underground (negli scatti di Lisa Law e Adam Ritchie), artisti come Salvador Dalì, Robert Rauschemberg, De Kooning, Basquiat, Mapplethorpe e Ugo Mulas, creativi come Elio Fiorucci, Bianca Jagger, Edie Sedwick, musicisti come Keith Richard, David Bowie, Bob Dylan e molti altri. In mostra anche materiali originali (copertine di dischi, vinili, serigrafie…), filmati di repertorio, video e documentari, testimonianze visive dei famosi parties, eventi come l’Exploding Plastic Inevitable del 1966 (negli scatti di Fred McDarrah, “documentarista ufficiale” di Espressionismo Astratto, Beat generation e del New York Art World) o gli altrettanto famigerati Screen Test. Warhol con il solito piglio premonitore chiude la Factory nel 1968, quando i venti di rivoluzione diventano globali, espandendosi in mezzo mondo dal campus di Barkeley agli Champs Elysèes e sopraggiungono le prime avvisaglie dei cupi anni di piombo.
//1969. L’ANNO IN CUI TUTTO CAMBIO’
Nel 1969 si assiste a avvenimenti di portata epocale: l’uomo sulla luna (la BBC trasmette l’evento con la musica dei Pink Floyd), Ho Chi Min in Vietnam, gli omicidi di Robert Kennedy e Martin Luther King, i primi esperimenti di internet e il primo volo del Concorde. In campo musicale si registrano lo scioglimento dei Beatles, con l’ultimo concerto sul tetto in Saville Road, la morte di Brian Jones dei Rolling Stones, che lo commemoreranno nel concerto in Hyde Park (foto di Brain Wentzell), l’uscita dell’ultimo disco di Elvis e di Tommy degli Who, il matrimonio di John Lennon e Yoko Ono e il loro leggendario Bed In. Ottanta rare fotografie d’autore documentano questo anno cruciale che segna il passaggio tra due decenni irripetibili, gli anni 50’ e 60’, caratterizzati dal boom economico, e gli anni Settanta: quelli del rock ‘n’roll, delle droghe, dell’amore libero, dell’antimilitarismo, della lotta per i diritti civili, dominati da Beat Generation e cultura Hippy. Un punto di svolta nel quale si incrociano la realizzazione dei sogni del decennio precedente e le profonde incrinature che sgretoleranno le utopie della “Peace and Love Generation”. Questa dicotomia viene illustrata nel percorso della mostra dalle foto di due avvenimenti simbolici: il grande raduno musicale di Woodstock (documentato dai suggestivi scatti di Lisa Law), trionfo degli ideali della Peace and Love Generation e dal tragico concerto di Altamont dei Rolling Stones, culminato nella morte di 4 spettatori ad opera degli Hell’s Angels (foto di Bill Owens). Anche il cinema viene trasformato da film ”ribelli” come Easy Rider (in mostra inedite foto dal set) e il Satyricon di Fellini (il set svelato dalle foto di Tazio Secchiamoli, il re dei paparazzi). La mostra è integrata da filmati documentari e d’archivio e video su performance artistiche legate alla body art e alla land art, che hanno rivoluzionato il panorama artistico: tra gli altri Spiral Jetty di R.Smithson, le opere di Vito Acconci, John Baldessarri.
// PUNK. L’ULTIMA RIVOLUZIONE
Il Punk è il movimento che più di ogni altro ha rivoluzionato il modo di pensare e produrre sia il pensiero che l’arte. Nascono all’insegna del Do-It-Yourself e sull’esempio dei Sex Pistols gruppi musicali, fanzine, film indipendenti, stilisti che attraverso la musica, il cinema e la moda sconvolgono i ben pensanti segnando per sempre la nostra società. Ma l’influenza del Punk è ancora evidente ai nostri giorni e si manifesta attraverso la diffusione delle tecnologie digitali che danno vita a una comunità di “makers” attiva a livello globale. La mostra si articola in sezioni che illustrano attraverso un centinaio di scatti, video e altri materiali (abiti punk, vinili, grafiche originali…) la scena musicale punk e le profonde trasformazioni socio-culturali avvenute tra il 1977 e il 1980. Tra i protagonisti della mostra: Bob Gruen, Berry Plummer, John Tiberi (vero e proprio alter ego dei Pistols e biografo del movimento), Elleen Polk, William English, Billy Childish, i video di Derek Jarman e materiali di Jamie Reid, il guru della grafica punk, che ha creato l’inconfondibile simbolo dei Sex Pistols e del Punk. La prima sezione è dedicata al negozio situato al 430 di King’s Road, che ha cambiato molti nomi, fino a diventare noto come Sex, gestito da Malcom McLaren e Vivienne Westwood, che diventò nel 1977 sede del nascente movimento punk. Due donne sono le protagoniste di un’altra sezione, Margareth Tatcher che segnò quegli anni con la sua condotta politico-economica e la Regina Elisabetta II con la celebrazione del Giubileo a lei dedicato e il concerto sul Tamigi dei Sex Pistols “God Save the Queen”. Dal punto di vista musicale sono due le città su cui si concentra la mostra: New York con band come The Ramones, New York Dolls, Blondie e Lou Reed. Londra con i Sex Pistols, Clash, Adam and the Ants e Siouxie and the Banshees. Altri scatti testimoniano queste due realtà contrapposte ma complementari.
Sempre a Villa Bottini, saranno inoltre allestiti a completamento dell’indagine sul periodo una serie di video e documentari che propongono diversi focus su personalità che hanno segnato la storia del tempo. John Cage, che viene celebrato nel centenario della nascita, i Rolling Stones, Davide La Chapelle (al quale è dedicato un omaggio in collaborazione col LuC.C.A Museum for Contemporary ArtS che ne ospita una mostra fotografica).
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