Giuseppe Uncini. Dimore
Dal 23 Aprile 2016 al 30 Luglio 2016
Lucca
Luogo: Claudio Poleschi Arte Contemporanea
Indirizzo: via Santa Giustina 21
Orari: Lunedì-Venerdì 9.00-13.00 / 15.30-19.30 Sabato 9.00-12,30 o su appuntamento
Curatori: Bruno Corà
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0583 469490
E-Mail info: info@claudiopoleschi.com
Sito ufficiale: http://www.claudiopoleschi.com/
Sabato 23 aprile 2016 alle ore 18 avrà luogo la mostra personale di Giuseppe Uncini, “Dimore”, a cura di Bruno Corà, presso Claudio Poleschi Arte Contemporanea a Lucca.
La mostra, in collaborazione con l'Archivio Giuseppe Uncini e Galleria Tega, proseguirà a Milano dal 19 settembre 2016.
L'evento, che ha il pregio di porre in risalto un cospicuo ciclo di attività di Uncini dedicato alle sculture da lui denominate progressivamente Dimora delle cose (1979-1981), poi Dimore (1980-1986) e infine Muri d'ombra (1986-1987), focalizza altresì i concetti delle forme architettoniche unitamente con il sentimento e l'atto abitativo.
Il nuovo paradigma morfologico ideato da Uncini dopo alcuni suoi masterpieces come le Strutture spazio-ambiente (1967) – di cui si ricordano La stanza, 1967, La finestra con ombra, 1968, la Porta con ombra, 1968 e la Sedia con ombra, 1968 – sviluppa quelle premesse e le stesse intuizioni 'abitative' dei Mattoni (1969-1971).
Per il raggiungimento delle nuove forme che si distinguono a partire dalla forte valenza emblematica dell'abitare – sembra quasi di potervisi muovere all'interno – era stato però necessario a Uncini dedicarsi anche allo studio e alla realizzazione delle 'ombre' fino ad arrivare alla completa invenzione dell'inedita concezione di corpi solidi rappresentanti una dimensione impalpabile ma presente come, appunto, l'ombra.
Con le Ombre (1972-77) e gli Interspazi (1978-1988), Uncini è in grado di operare alla definizione di un successivo, ampio capitolo del suo percorso plastico che trova nelle Dimore una forte proiezione di quel principio autonomo costruttivo iniziato con i Cementarmati (1959).
La mostra di Lucca annovera numerosi esempi dell'importante ciclo delle Dimore che, oltre a segnare una fase di felice armonizzazione tra i primi vent'anni dell'attività di Uncini e i successivi, all'insegna degli Spazi di ferro (1987-1996), degli Spazicemento (1993-2000), dei Muri di cemento (2001-2004) e infine delle Architetture (2004-2007), si rivelano anche tra le più autentiche creazioni artistiche del XX secolo che visualizzano il poetico concetto di Hölderlin “Poeticamente abita l'uomo”, fonte di un'ampia riflessione filosofica a lui successiva e fino ai nostri giorni.
Giuseppe Uncini nasce a Fabriano il 31 gennaio 1929. Dopo gli esordi nella sua città natale, nel 1953 si trasferisce a Roma nello studio di Edgardo Mannucci dove ha modo di frequentare Alberto Burri, Afro Basaldella, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla e il poeta-critico d'arte Emilio Villa. È del 1957 il suo primo Cemento‚ che realizza come oggetto autosignificante, ben diverso dalla pittura rappresentativa tradizionale.
Nel 1958 conosce Mario Schifano, Francesco Lo Savio, Tano Festa e Franco Angeli con i quali espone alla galleria La Salita nella mostra “Roma 60". È del 1961 la sua prima personale alla galleria L'Attico di Roma, nella quale espone i Cementarmati. Nel 1962, insieme a Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frasca, Achille Pace, Pasquale Santoro, costituisce il Gruppo Uno di Roma che, con diverse formazioni, opererà sino al 1967.
Sin dall'inizio, il suo procedere arduo e sostenuto trova unanimi consensi, confermati in seguito da esposizioni in diverse gallerie d'avanguardia di prestigio internazionale, dalla Christian Stein di Torino, allo studio Marconi di Milano, alla galleria Fumagalli di Bergamo.
Moltissime le partecipazioni a mostre collettive in ambito nazionale e internazionale. Più volte presente alla Biennale di Venezia (1966, 1984, 1989), nel 1988 riceve dall'Accademia Nazionale dei Lincei il premio Feltrinelli per la Scultura, nel 1989 il 6th Henry Moore Grand Prix Exhibition dall'Hakone Open-Air Museum e nel 1995 il premio Presidente della Repubblica su segnalazione dell'Accademia Nazionale di San Luca.
A Milano nel 2001 partecipa alla mostra “Scultura del XX secolo” alla Fondazione Arnaldo Pomodoro; nello stesso anno tiene la prima retrospettiva in Germania allo Stadtische Kunsthalle di Mannheim. Accademico di San Luca dal 1991, ne diverrà Presidente nel 2003.
Nel 2007 comincia a lavorare alla preparazione di una grande retrospettiva, che verrà presentata postuma allo ZKM di Karlshrue nel 2008, in seguito trasferita al MART di Rovereto sino al marzo 2009 e quindi al Landesmuseum Joanneum di Graz, nell'aprile 2009.
Nel 2008 viene pubblicato Giuseppe Uncini. Catalogo ragionato, introdotto da un saggio critico di Bruno Corà.
Uncini si spegne improvvisamente nella casa-studio di Trevi alle prime ore del 31 marzo 2008.
Tra i maggiori artisti italiani ed europei della seconda metà del Novecento, insieme a Fontana, Burri, Lo Savio e Castellani, Uncini ha recato un contributo essenziale per il rinnovamento radicale delle arti plastiche e una lezione di altissimo rigore formale e coerenza linguistica sostenuta con un percorso limpido e magistrale.
Orari:
Lunedì-Venerdì 9-13 / 15.30-19.30
Sabato 9-12.30 o su appuntamento
Vedi anche:
- Le Dimore di Giuseppe Uncini
La mostra, in collaborazione con l'Archivio Giuseppe Uncini e Galleria Tega, proseguirà a Milano dal 19 settembre 2016.
L'evento, che ha il pregio di porre in risalto un cospicuo ciclo di attività di Uncini dedicato alle sculture da lui denominate progressivamente Dimora delle cose (1979-1981), poi Dimore (1980-1986) e infine Muri d'ombra (1986-1987), focalizza altresì i concetti delle forme architettoniche unitamente con il sentimento e l'atto abitativo.
Il nuovo paradigma morfologico ideato da Uncini dopo alcuni suoi masterpieces come le Strutture spazio-ambiente (1967) – di cui si ricordano La stanza, 1967, La finestra con ombra, 1968, la Porta con ombra, 1968 e la Sedia con ombra, 1968 – sviluppa quelle premesse e le stesse intuizioni 'abitative' dei Mattoni (1969-1971).
Per il raggiungimento delle nuove forme che si distinguono a partire dalla forte valenza emblematica dell'abitare – sembra quasi di potervisi muovere all'interno – era stato però necessario a Uncini dedicarsi anche allo studio e alla realizzazione delle 'ombre' fino ad arrivare alla completa invenzione dell'inedita concezione di corpi solidi rappresentanti una dimensione impalpabile ma presente come, appunto, l'ombra.
Con le Ombre (1972-77) e gli Interspazi (1978-1988), Uncini è in grado di operare alla definizione di un successivo, ampio capitolo del suo percorso plastico che trova nelle Dimore una forte proiezione di quel principio autonomo costruttivo iniziato con i Cementarmati (1959).
La mostra di Lucca annovera numerosi esempi dell'importante ciclo delle Dimore che, oltre a segnare una fase di felice armonizzazione tra i primi vent'anni dell'attività di Uncini e i successivi, all'insegna degli Spazi di ferro (1987-1996), degli Spazicemento (1993-2000), dei Muri di cemento (2001-2004) e infine delle Architetture (2004-2007), si rivelano anche tra le più autentiche creazioni artistiche del XX secolo che visualizzano il poetico concetto di Hölderlin “Poeticamente abita l'uomo”, fonte di un'ampia riflessione filosofica a lui successiva e fino ai nostri giorni.
Giuseppe Uncini nasce a Fabriano il 31 gennaio 1929. Dopo gli esordi nella sua città natale, nel 1953 si trasferisce a Roma nello studio di Edgardo Mannucci dove ha modo di frequentare Alberto Burri, Afro Basaldella, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla e il poeta-critico d'arte Emilio Villa. È del 1957 il suo primo Cemento‚ che realizza come oggetto autosignificante, ben diverso dalla pittura rappresentativa tradizionale.
Nel 1958 conosce Mario Schifano, Francesco Lo Savio, Tano Festa e Franco Angeli con i quali espone alla galleria La Salita nella mostra “Roma 60". È del 1961 la sua prima personale alla galleria L'Attico di Roma, nella quale espone i Cementarmati. Nel 1962, insieme a Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frasca, Achille Pace, Pasquale Santoro, costituisce il Gruppo Uno di Roma che, con diverse formazioni, opererà sino al 1967.
Sin dall'inizio, il suo procedere arduo e sostenuto trova unanimi consensi, confermati in seguito da esposizioni in diverse gallerie d'avanguardia di prestigio internazionale, dalla Christian Stein di Torino, allo studio Marconi di Milano, alla galleria Fumagalli di Bergamo.
Moltissime le partecipazioni a mostre collettive in ambito nazionale e internazionale. Più volte presente alla Biennale di Venezia (1966, 1984, 1989), nel 1988 riceve dall'Accademia Nazionale dei Lincei il premio Feltrinelli per la Scultura, nel 1989 il 6th Henry Moore Grand Prix Exhibition dall'Hakone Open-Air Museum e nel 1995 il premio Presidente della Repubblica su segnalazione dell'Accademia Nazionale di San Luca.
A Milano nel 2001 partecipa alla mostra “Scultura del XX secolo” alla Fondazione Arnaldo Pomodoro; nello stesso anno tiene la prima retrospettiva in Germania allo Stadtische Kunsthalle di Mannheim. Accademico di San Luca dal 1991, ne diverrà Presidente nel 2003.
Nel 2007 comincia a lavorare alla preparazione di una grande retrospettiva, che verrà presentata postuma allo ZKM di Karlshrue nel 2008, in seguito trasferita al MART di Rovereto sino al marzo 2009 e quindi al Landesmuseum Joanneum di Graz, nell'aprile 2009.
Nel 2008 viene pubblicato Giuseppe Uncini. Catalogo ragionato, introdotto da un saggio critico di Bruno Corà.
Uncini si spegne improvvisamente nella casa-studio di Trevi alle prime ore del 31 marzo 2008.
Tra i maggiori artisti italiani ed europei della seconda metà del Novecento, insieme a Fontana, Burri, Lo Savio e Castellani, Uncini ha recato un contributo essenziale per il rinnovamento radicale delle arti plastiche e una lezione di altissimo rigore formale e coerenza linguistica sostenuta con un percorso limpido e magistrale.
Orari:
Lunedì-Venerdì 9-13 / 15.30-19.30
Sabato 9-12.30 o su appuntamento
Vedi anche:
- Le Dimore di Giuseppe Uncini
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