Paesaggi Possibili. Da De Nittis a Morlotti, da Carrà a Fontana
![Antonio Fontanesi, <em>Pastorella col suo gregge in paesaggio al tramonto</em>, olio su cartoncino su tavola, cm. 45x33 Antonio Fontanesi, <em>Pastorella col suo gregge in paesaggio al tramonto</em>, olio su cartoncino su tavola, cm. 45x33](http://www.arte.it/foto/600x450/03/118007-02-_-Antonio-Fontanesi.jpg)
Dal 17 Luglio 2021 al 21 Novembre 2021
Lecco
Luogo: Palazzo delle Paure / Villa Manzoni
Indirizzo: Sedi varie
Orari: Palazzo delle Paure: lunedì chiuso; martedì 10-13; mercoledì e giovedì 14-18; venerdì, sabato e domenica 10-18. Villa Manzoni: lunedì chiuso; martedì 14-18; mercoledì e giovedì 10-13; venerdì, sabato e domenica 10-18
Curatori: Simona Bartolena
Costo del biglietto: Intero: €10,00 Ridotto: €8,00 (ragazzi dai 14 anni ai 18 anni, over 65, gruppi precostituiti di adulti oltre le 15 persone, abbonati Trenord nei weekend) Ridotto speciale Trenord: €7,00 (abbonati Trenord nei giorni feriali) Bambini e scuole: €5,00
Telefono per informazioni: +39 0341 286729
Sito ufficiale: http://www.vidicultural.com
La rassegna, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi – Visit Different, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese, analizza, attraverso 90 opere, come il tema iconografico del paesaggio sia stato interpretato da grandi maestri italiani, quali Massimo d’Azeglio, il Piccio, Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Salvatore Lega, Gaetano Previati, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Ennio Morlotti, Lucio Fontana e altri.
L’esposizione s’intreccia con il patrimonio del Sistema Museale Urbano Lecchese : se da un lato, le sale di Palazzo delle Paure accolgono alcuni lavori di proprietà dei musei di Lecco dall’altro, il percorso trova una naturale continuazione all’interno della Galleria d’Arte Moderna di Villa Manzoni.
“Un importante appuntamento – dichiara Simona Piazza, assessore alla cultura del Comune di Lecco - che chiude il calendario delle grandi mostre con una rassegna che coinvolge non solo due sedi espositive della nostra città, come Palazzo delle Paure e Villa Manzoni, ma anche opere importanti che trattano il tema iconografico del paesaggio degli autori tra Otto e Novecento. Una mostra promossa da ViDi, in collaborazione con l'amministrazione comunale, all'interno del grande progetto di rilancio del polo espositivo di Palazzo delle Paure per accrescere la qualità delle proprie esposizioni e il numero di visitatori”.
Il soggetto del paesaggio è stato più volte indagato, anche con grandi mostre e pubblicazioni, facendo riferimento, soprattutto, alla scena francese, nella quale – dal Romanticismo a Barbizon, dagli impressionisti ai Pointilliste, fino alle Avanguardie – la genesi del Paesaggio in pittura traccia un percorso lineare.
Meno nota, invece, è la situazione di questo tema in Italia, dove pure ha avuto ampia diffusione e dove è stato ugualmente protagonista della rapida evoluzione che ha condotto l’arte verso la contemporaneità.
Paesaggi Possibili copre un arco temporale che dall’epoca romantica giunge fino al secondo dopoguerra, e mette in luce i diversi approcci al paesaggio – come mimesi del vero, come luogo dell’immaginazione e del sogno, come simbolo, come proiezione del sé, come concetto spaziale -, rivelando la progressiva tendenza all’astrazione che l’ha condotto fino alle soglie dell’Informale e oltre.
Si tratta di un racconto che si snoda dalla classicità del paysage historique dei romantici all’indagine del vero dei macchiaioli, per giungere alle visioni divisioniste e alle sperimentazioni delle Avanguardie di inizio Novecento, fino alle soglie del contemporaneo, quando, con artisti come Morlotti e Fontana, il paesaggio si traduce in istinto emotivo o in concetto spaziale. “Sebbene il paesaggio sia un tema iconografico oggi assai diffuso nelle arti visive – afferma Simona Bartolena, la sua autonomia come genere pittorico autonomo è molto recente. Solo nel XIX secolo, infatti, gli venne riconosciuto un ruolo autonomo: non più paysage historique, non più scenografia per racconti mitologici, religiosi o storici, ma tema a se stante, momento di osservazione del vero dal vero, occasione di sperimentazione tecnica ed espressione poetica. Dalla natura sublime della generazione romantica agli scorci dal vero dei pittori di Barbizon e dei loro numerosi eredi, l’Ottocento è, in tutta Europa, il secolo in cui il Paesaggio trova se stesso, trasformandosi progressivamente da scenografia per narrazioni bibliche storiche o letterarie, a luogo del vero, a luogo dell’anima, da spazio collettivo a spazio mentale”
Catalogo Edizioni La Grafica/Ponte43
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