Idee in Volo di Riccardo Dalisi

Riccardo Dalisi, Acrilici su carta da pacchi, 2004
Dal 16 Giugno 2016 al 31 Dicembre 2016
Lecce
Luogo: Museo Storico Città di Lecce - MUST
Indirizzo: via degli Ammirati 11
Orari: dal martedì alla domenica 10-13 / 15-19
Curatori: Cintya Concari, Roberto Marcatti
Enti promotori:
- ADI - Associazione per il Disegno Industriale - Delegazione Puglia e Basilicata
- Con il patrocinio del Comune di Lecce
- Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Lecce
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39.0832.241067
E-Mail info: info@mustlecce.it
Sito ufficiale: http://www.mustlecce.it
Il Museo Storico di Lecce - MUST - in collaborazione con l’Associazione per il Disegno Industriale - ADI - Delegazione Puglia e Basilicata e con il patrocinio del Comune di Lecce e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Lecce, presentano la mostra Idee in Volo di Riccardo Dalisi a cura di Cintya Concari e Roberto Marcatti.

Un vero e proprio excursus sulla cultura del progetto attraverso la ricerca, la manualità artigianale e l’utilizzo dei materiali poveri. Architettura, scultura, pittura, design, materiali e disegni sono i concetti scanditi nelle cinque sale del Museo che ospitano progetti, prototipi, creazioni artistiche che parlano dell'uomo e della sua realtà.
Attraversando i diversi spazi si riflette sull’importanza di tematiche di primaria attualità come il riciclo, la decrescita e l’eco-compatibilità. Riccardo Dalisi è stato, infatti, uno dei primi architetti/artisti italiani a riformulare il concetto di sostenibilità applicandolo al design industriale; il lavoro di ricerca dell’architetto napoletano si è sempre concentrato sul “design povero”, lavorando materiali comuni con manualità artigiana, sperimentando animazioni con la partecipazione di bambini e anziani dei quartieri poveri di Napoli e unendo la ricerca alla didattica e la vocazione artistica al valore sociale e politico. Atti creativi, partecipazione, suggestioni, anti-design, parole che trovano un rinnovato eco nel tema della “Decrescita”, già affrontato da autori come Serge Latouche. Come dice però autorevolmente Gillo Dorfles: “è Riccardo che ha inventato l’arte povera molto prima che questa diventasse una corrente ufficiale.”
Riccardo Dalisi interagisce sull’ambiente circostante attraverso un’architettura programmata nella quale l’elemento naturale del verde diventa obbligatoriamente parte integrante del costruito. Un’architettura capace di auto generarsi per allontanare il degrado urbano, un’architettura in cui l’architetto deve intervenire nel mondo circostante operando un nuovo “Rinascimento” del pensiero, dei valori e delle opere, nello sforzo di reintegrare il delicato equilibrio uomo/natura. Un precursore, Riccardo Dalisi, che ha assemblato materiali poveri e di riciclo - come latta, carta, rame, ferro, lamierino, ceramica, vetro, legno e stoffa - trasformandoli, con pazienza e capacità artigianali in vere opere d'arte. La mostra ripercorre inoltre il periodo in cui Dalisi ha fuso arte e design, in cui tutto il suo mondo di artista si è espresso in sculture “caffettiere”. Nel 1979, infatti, incaricato dall’azienda Alessi di disegnare una versione della classica napoletana, inizia il suo lavoro di ricerca che lo porterà, nel 1981, a vincere il prestigioso Premio Compasso d’Oro. Dai continui prototipi inventati nel quotidiano rapporto con i lattonai e i ramaioli di Rua Catalana a Napoli, nascono nuovi usi e funzioni della sua caffettiera, icona di un'opera buffa del design. E grazie alla sua ricerca espressiva - che spazia nel mitico, nell’arcaico e nel sacro - si è potuti entrare nella storia di un popolo, nell'anima di una città attraverso un processo di analisi storica e sociologica nel quale le caffettiere si sono animate diventando produzione fantastica. Ultimo riconoscimento, nel 2014, il Premio Compasso d’Oro alla Carriera, per la sua vita professionale dedicata alla cultura del progetto.
La mostra inaugurerà giovedì 16 giugno alle ore 19

Un vero e proprio excursus sulla cultura del progetto attraverso la ricerca, la manualità artigianale e l’utilizzo dei materiali poveri. Architettura, scultura, pittura, design, materiali e disegni sono i concetti scanditi nelle cinque sale del Museo che ospitano progetti, prototipi, creazioni artistiche che parlano dell'uomo e della sua realtà.
Attraversando i diversi spazi si riflette sull’importanza di tematiche di primaria attualità come il riciclo, la decrescita e l’eco-compatibilità. Riccardo Dalisi è stato, infatti, uno dei primi architetti/artisti italiani a riformulare il concetto di sostenibilità applicandolo al design industriale; il lavoro di ricerca dell’architetto napoletano si è sempre concentrato sul “design povero”, lavorando materiali comuni con manualità artigiana, sperimentando animazioni con la partecipazione di bambini e anziani dei quartieri poveri di Napoli e unendo la ricerca alla didattica e la vocazione artistica al valore sociale e politico. Atti creativi, partecipazione, suggestioni, anti-design, parole che trovano un rinnovato eco nel tema della “Decrescita”, già affrontato da autori come Serge Latouche. Come dice però autorevolmente Gillo Dorfles: “è Riccardo che ha inventato l’arte povera molto prima che questa diventasse una corrente ufficiale.”
Riccardo Dalisi interagisce sull’ambiente circostante attraverso un’architettura programmata nella quale l’elemento naturale del verde diventa obbligatoriamente parte integrante del costruito. Un’architettura capace di auto generarsi per allontanare il degrado urbano, un’architettura in cui l’architetto deve intervenire nel mondo circostante operando un nuovo “Rinascimento” del pensiero, dei valori e delle opere, nello sforzo di reintegrare il delicato equilibrio uomo/natura. Un precursore, Riccardo Dalisi, che ha assemblato materiali poveri e di riciclo - come latta, carta, rame, ferro, lamierino, ceramica, vetro, legno e stoffa - trasformandoli, con pazienza e capacità artigianali in vere opere d'arte. La mostra ripercorre inoltre il periodo in cui Dalisi ha fuso arte e design, in cui tutto il suo mondo di artista si è espresso in sculture “caffettiere”. Nel 1979, infatti, incaricato dall’azienda Alessi di disegnare una versione della classica napoletana, inizia il suo lavoro di ricerca che lo porterà, nel 1981, a vincere il prestigioso Premio Compasso d’Oro. Dai continui prototipi inventati nel quotidiano rapporto con i lattonai e i ramaioli di Rua Catalana a Napoli, nascono nuovi usi e funzioni della sua caffettiera, icona di un'opera buffa del design. E grazie alla sua ricerca espressiva - che spazia nel mitico, nell’arcaico e nel sacro - si è potuti entrare nella storia di un popolo, nell'anima di una città attraverso un processo di analisi storica e sociologica nel quale le caffettiere si sono animate diventando produzione fantastica. Ultimo riconoscimento, nel 2014, il Premio Compasso d’Oro alla Carriera, per la sua vita professionale dedicata alla cultura del progetto.
La mostra inaugurerà giovedì 16 giugno alle ore 19
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