Marco Tamburro. Spazio Transizionale
Dal 23 Maggio 2014 al 07 Giugno 2014
Latina
Luogo: Stoà - Chiostro della Cultura
Indirizzo: via C. Battisti 23
Curatori: Carlo Vignapiano, Paolo Longo
Telefono per informazioni: +39 347 6849819
E-Mail info: stefaniadorazio91@gmail.com
Sito ufficiale: http://https://www.facebook.com/events/443393309130448/?fref=ts
È lo spazio Inteso come luogo di contatto tra le più intime visioni dell’individuo e la realtà oggettiva condivisa; un ambiente di scambio grazie al quale esprimere l’epocale collegamento, seppur simbolico, tra le esigenze creative del singolo e ciò che viene percepito dalla coscienza collettiva. Area di mutazione intesa da Marco Tamburro come necessario passaggio da un luogo ad un altro o meglio da una condizione ad un'altra.
Ristabilire il giusto rapporto tra i rinnovati stimoli ed il macrosistema che lo circonda è dunque la sfida sulla quale si misurerà Marco, decodificando le proprie opere non come pletorico frutto delle raggiunte capacità pittoriche ma come veri e propri simboli di un concreto cambiamento, “oggetti transizionali”.
Il progetto pittorico si compone di circa 20 tele di medio/grande formato. Opere pensate come ipoteticivarchi, porte d’accesso dalle quali Marco osserva dinamiche e condizioni umane, finestre che affacciano su porzioni di mondo dove le relazioni tra gli spazi e coloro che li abitano diventano assoluti protagonisti; visioni nate per raccontare, con gli strumenti dell’arte, i complicati equilibri che governano le nostre azioni e quindi le nostre scelte.
L’esperienza espositiva si completerà con la ricostruzione e presentazione di un vero e proprio ambiente di transizione; anonima stanza abitabile di colore bianco che L’artista interpreterà nelle estetiche e nei messaggi, intervenendo con la sua pittura su oggetti quotidiani al fine di proiettare ogni osservatore in un affascinante quanto significativo “momento” di assoluta partecipazione a quel cambiamento che Marco ha iniziato e che ognuno di noi ha il dovere di pensare.
Durante il periodo espositivo, Marco Tamburro, accompagnato dall’esperienza del regista Luca Gaetapresenteranno una performance legata ai significati e le profonde analisi che definiscono l’intero progetto.
In occasione del vernissage La Kill The Pig presenterà in esclusiva il progetto editoriale incentrato sul lavoro dell’artista, “Il Catalogo d’Artista di Marco Tamburro”
Nasce a Perugia nel 1974. nel 1994 si diploma in architettura e arredamento all'Istituto d'Arte della sua città. Nello stesso anno si trasferisce a Milano dove entra in contatto con l'ambiente artistico milanese, frequenta all'Accademia di Belle Arti di Brera il corso di scenografia ed inizia la collaborazione come assistente di diversi fotografi e scenografi. A Milano inizia la sua prima esperienza pittorica ed espone le proprie opere in alcune gallerie e spazi alternativi della città, legati soprattutto all'ambiente della moda e del design. Dopo la permanenza a Milano, Tamburro decide di trasferirsi definitivamente a Roma, dove ritrova la sua passione per il teatro. Nel 1999 si diploma all'Accademia di Belle Arti di Roma. La vera e propria formazione artistica di Marco Tamburro avviene a Roma, sia per quel che riguarda il raggiungimento di una completa padronanza pittorica, sia per i riconoscimenti e gli apprezzamenti ricevuti in ambito lavorativo. Qui infatti, si inserisce nel giro di pochi anni nel jet set artistico romano, frequenta importanti critici e galleristi, esponendo in diverse gallerie e partecipando a numerose collettive con giovani artisti emergenti. L'ambiente culturale romano lo eleva ad artista impegnato nel saper raccontare la vita quotidiana: una vita non vissuta, in cui l'uomo comune si lascia trascinare nel vortice dei suoi ritmi incessanti e frenetici. Questo spiega il ruolo marginale che la figura umana ha nella sua pittura. L'uomo rimane inevitabilmente schiacciato ed alienato da questo magma che è la metropoli odierna, simbolo della forza del potere ostile e aggressivo che lo sovrasta. Nel corso del tempo Tamburro riduce progressivamente nelle proprie opere l'uso di ritagli fotografici, una scelta determinata dalla consapevolezza di aver ormai scelto come mezzo espressivo principale la pittura. Il plauso e il consenso che riceve dal collezionismo e dal mercato dell'arte ha fatto si che gallerie e istituzioni pubbliche si stiano interessando sempre più alla sua opera e la diffondano con mostre di rilievo e pubblicazioni su alcune delle più importanti riviste d'arte italiane. Letterati, critici d'arte ed esponenti del mondo dell'arte come Renato Civello, Vito Riviello, Gabriele Simongini, Enzo Santese, Maurizio Sciaccaluga, Barbara Martusciello, Ennio Calabria, Floriano De Santis, luca beatrice, antonio arevalo, gianluca marziani ed altri, hanno definito l'opera di Marco Tamburro come personale ed efficace nel rappresentare con cinica puntualità l'annullamento dell'identità che sostanziano l'età contemporanea.
Ristabilire il giusto rapporto tra i rinnovati stimoli ed il macrosistema che lo circonda è dunque la sfida sulla quale si misurerà Marco, decodificando le proprie opere non come pletorico frutto delle raggiunte capacità pittoriche ma come veri e propri simboli di un concreto cambiamento, “oggetti transizionali”.
Il progetto pittorico si compone di circa 20 tele di medio/grande formato. Opere pensate come ipoteticivarchi, porte d’accesso dalle quali Marco osserva dinamiche e condizioni umane, finestre che affacciano su porzioni di mondo dove le relazioni tra gli spazi e coloro che li abitano diventano assoluti protagonisti; visioni nate per raccontare, con gli strumenti dell’arte, i complicati equilibri che governano le nostre azioni e quindi le nostre scelte.
L’esperienza espositiva si completerà con la ricostruzione e presentazione di un vero e proprio ambiente di transizione; anonima stanza abitabile di colore bianco che L’artista interpreterà nelle estetiche e nei messaggi, intervenendo con la sua pittura su oggetti quotidiani al fine di proiettare ogni osservatore in un affascinante quanto significativo “momento” di assoluta partecipazione a quel cambiamento che Marco ha iniziato e che ognuno di noi ha il dovere di pensare.
Durante il periodo espositivo, Marco Tamburro, accompagnato dall’esperienza del regista Luca Gaetapresenteranno una performance legata ai significati e le profonde analisi che definiscono l’intero progetto.
In occasione del vernissage La Kill The Pig presenterà in esclusiva il progetto editoriale incentrato sul lavoro dell’artista, “Il Catalogo d’Artista di Marco Tamburro”
Nasce a Perugia nel 1974. nel 1994 si diploma in architettura e arredamento all'Istituto d'Arte della sua città. Nello stesso anno si trasferisce a Milano dove entra in contatto con l'ambiente artistico milanese, frequenta all'Accademia di Belle Arti di Brera il corso di scenografia ed inizia la collaborazione come assistente di diversi fotografi e scenografi. A Milano inizia la sua prima esperienza pittorica ed espone le proprie opere in alcune gallerie e spazi alternativi della città, legati soprattutto all'ambiente della moda e del design. Dopo la permanenza a Milano, Tamburro decide di trasferirsi definitivamente a Roma, dove ritrova la sua passione per il teatro. Nel 1999 si diploma all'Accademia di Belle Arti di Roma. La vera e propria formazione artistica di Marco Tamburro avviene a Roma, sia per quel che riguarda il raggiungimento di una completa padronanza pittorica, sia per i riconoscimenti e gli apprezzamenti ricevuti in ambito lavorativo. Qui infatti, si inserisce nel giro di pochi anni nel jet set artistico romano, frequenta importanti critici e galleristi, esponendo in diverse gallerie e partecipando a numerose collettive con giovani artisti emergenti. L'ambiente culturale romano lo eleva ad artista impegnato nel saper raccontare la vita quotidiana: una vita non vissuta, in cui l'uomo comune si lascia trascinare nel vortice dei suoi ritmi incessanti e frenetici. Questo spiega il ruolo marginale che la figura umana ha nella sua pittura. L'uomo rimane inevitabilmente schiacciato ed alienato da questo magma che è la metropoli odierna, simbolo della forza del potere ostile e aggressivo che lo sovrasta. Nel corso del tempo Tamburro riduce progressivamente nelle proprie opere l'uso di ritagli fotografici, una scelta determinata dalla consapevolezza di aver ormai scelto come mezzo espressivo principale la pittura. Il plauso e il consenso che riceve dal collezionismo e dal mercato dell'arte ha fatto si che gallerie e istituzioni pubbliche si stiano interessando sempre più alla sua opera e la diffondano con mostre di rilievo e pubblicazioni su alcune delle più importanti riviste d'arte italiane. Letterati, critici d'arte ed esponenti del mondo dell'arte come Renato Civello, Vito Riviello, Gabriele Simongini, Enzo Santese, Maurizio Sciaccaluga, Barbara Martusciello, Ennio Calabria, Floriano De Santis, luca beatrice, antonio arevalo, gianluca marziani ed altri, hanno definito l'opera di Marco Tamburro come personale ed efficace nel rappresentare con cinica puntualità l'annullamento dell'identità che sostanziano l'età contemporanea.
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