Formiae. Una città all’inizio dell’Impero
Dal 24 Marzo 2013 al 23 Giugno 2013
Formia | Latina
Luogo: Museo Archeologico Nazionale
Indirizzo: piazza della Vittoria
Orari: tutti i giorni 8.30-19.30
Curatori: Elena Calandra, Nicoletta Cassieri
Enti promotori:
- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Costo del biglietto: intero € 3, ridotto € 1.50
Telefono per informazioni: +39 0771 770382/ 346 7960417
E-Mail info: info@associazionechora.it
Sito ufficiale: http://www.museoformiaeventi.it
Il Museo Archeologico Nazionale di Formia (Latina) ospita, dal 24 marzo al 23 giugno, la mostra “Formiae. Una città all’inizio dell’Impero”, che apre le celebrazioni per il bimillenario della morte di Augusto. Il percorso espositivo, promosso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, diretta da Elena Calandra, con il coordinamento scientifico di Nicoletta Cassieri, direttrice del museo, si avvale della partecipazione del Comune, in collaborazione con l’Associazione Culturale Chora, il Centro Regionale di Educazione e Informazione Ambientale (Creia) e il Parco Naturale dei Monti Aurunci. Sono esposti reperti ascrivibili a un arco temporale che va dagli ultimi decenni del I secolo a.C. fino alla metà del I secolo d.C., per celebrare la figura dell’imperatore, anticipando i festeggiamenti che avranno inizio nel 2014.
Personaggio mediatico dalle molteplici sfaccettature, Gaio Giulio Cesare Ottaviano è passato alla storia per aver segnato a Roma e nel suo impero fondamentali cambiamenti politici, istituzionali, ideologici e socio-culturali. Fu chiamato Augustodal popolo romano per il periodo di pace in cui aveva proiettato l’impero. Sposatosi tre volte, ma profondamente legato alla sua ultima moglie Livia Drusilla Claudia, Augusto non ebbe eredi ma adottò prima i nipoti Gaio e Druso, poi Tiberio, futuro imperatore.
La mostra si apre con la sezione introduttiva “Formiae”, che traccia il quadro generale dei fondamentali cambiamenti che distinsero il passaggio dalla Repubblica al Principato; la stabilità politica generò l’introduzione dei “municipi italici”, fra i quali l’antica Formia; la città subì notevoli trasformazioni per la volontà di conformasi al modello dell’Urbe. Proprio alla realtà municipale e all'evoluzione nel panorama costiero del Lazio, il percorso espositivo, suddiviso in tre sezioni, dedica l’attenzione. Fondamentale per la comprensione del periodo storico è lo studio della“manifestazione del consenso” espresso dalla classe dirigente della città nei confronti del potere centrale.
Ne consegue una produzione artistica che va dalla scultura alla pittura allanumismatica e che stilisticamente si attiene ai modelli culturali plasmati e diffusi da Roma. I reperti in mostra non vanno ammirati esclusivamente per il loro valore artistico ma per il potere mediatico e di espressione del consenso di cui la città di Formia fu esempio nel nuovo regime.
Statue e ritratti dal carattere celebrativo commissionati dall’élite locale sono in mostra nella prima sezione, “Immagini del potere, potere delle immagini”. Fra le opere di rilievo un Ritratto di Augusto rinvenuto a Fondi (Latina) nel 2005, in località Sant’Anastasia, ed esposto per la prima volta a Formia. Fanno ritorno in città, in occasione dell'esposizione, i due ritratti femminili, uno identificabile con un membro della dinastia giulio-claudia, forse Agrippina Minore, sorella dell’imperatore Caligola, rinvenuti a Formia nel 1929, ora conservati a Roma, a Palazzo Massimo, sede del Museo Nazionale Romano.
L’apparato figurativo e simbolico adottato per le monete di età augustea e giulioclaudia è oggetto della sezione “Immagini monetali: autorappresentazione e circolazione documenta”.
A conclusione, nella terza sezione, intitolata “Lo spazio dipinto: l’illusionismo del vero”, si ammirano affreschi ascrivibili a quel genere pittorico denominato “pittura di giardino”, in auge nell’epoca augustea; in particolare è presente un affresco rinvenuto in un edificio pubblico situato nell’antico Foro di Formia, assieme a decorazioni parietali appartenute ad antiche ville costiere.
A conclusione, nella terza sezione, intitolata “Lo spazio dipinto: l’illusionismo del vero”, si ammirano affreschi ascrivibili a quel genere pittorico denominato “pittura di giardino”, in auge nell’epoca augustea; in particolare è presente un affresco rinvenuto in un edificio pubblico situato nell’antico Foro di Formia, assieme a decorazioni parietali appartenute ad antiche ville costiere.
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