Christophe Mourey. Momu, cuore and green
Dal 17 Luglio 2021 al 31 Agosto 2021
Montenero Val Cocchiara | Isernia
Luogo: Momu-Museo delle arti Contadine
Indirizzo: Via S.Teresa
Curatori: Daniela Ricci
Dopo il successo delle sue opere-rappresentazioni della città di Napoli negli ultimi anni, Christophe Mourey, con la mostra “Momu, cuore and green”, che sarà inaugurata sabato 17 luglio alle ore 17,00, al Momu Museo delle Arti Contadine di Montenero Val Cocchiara (IS), ha in serbo altre sorprese per il pubblico nell'“indagare” altri luoghi, altre realtà italiane ricche di storia come il Molise. Curata da Daniela Ricci, la mostra, organizzata dall’Associazione “Amicidelmuseomolino” visitabile fino al 31 agosto, e con il patrocinio della Regione Molise e del Comune di Montenero Val Cocchiara, sarà presentata da Paolo Santachiara Sindaco del Paese molisano.
Un viaggio fra i colori, le linee e il brio dei disegni con cui questo artista francese originario di Parigi, ma napoletano d’adozione, rende ogni volta omaggio alla magnificenza di alcune realtà che lo stimolano. 23 disegni formato A 3 che poi ha raccolto in un libro a tiratura limitata di 21 copie, che ben rappresentano l’antico mulino ad acqua, da poco restaurato a ruota orizzontale. Luogo fondamentale della collettività perché grazie alla sua attività di trasformazione dei cereali in farina permetteva alla popolazione di provvedere alla propria alimentazione facendone un uso collettivo ed un polo importante del tessuto economico e sociale del paese e che oggi è un museo didattico della tradizione contadina locale denominato Momu. L’artista francese, utilizza il disegno per eseguire, come in questo caso, un’approfondita mappatura di luoghi, oggetti e persone come in una sorta di inventario grafico del visibile. I suoi progetti sono spesso legati ad edifici o posti particolari da lui scoperti che vengono minuziosamente documentati attraverso decine di disegni. Ecco che nella ricerca di Mourey si avverte anche un’attitudine atletica, quasi “agonistica” verso questo mezzo espressivo che trasforma le sue azioni artistiche in vere e proprie performance grafiche, instaurando con gli spettatori uno scambio ralazionale. Per Mourey il disegno è uno strumento di misurazione della realtà, sebbene non si tratti di una misurazione scientifica, ma lirica ed estetica ricca di poesia.
Da quando Mourey è arrivato a Napoli negli anni ’90 si è innamorato, lo si avverte quando parla della città partenopea, confessa sempre quanto impossibile sarebbe stato per lui non cercare di riprodurre la bellezza di Napoli nei suoi disegni, dopo aver posato lo sguardo su tale incanto. Svelare la Napoli di Christophe Mourey significa dunque raccontare la storia di un artista romantico e di una città che strega. Ecco che invece ora l’artista punta il suo sguardo su un paesino molisano ricco di storia e natura e “interpreta” attraverso i suoi disegni la bellezza di un antico mulino raccontandoci del passato per riflettere sul presente e il nostro futuro, così Mourey con i suoi coloratissimi disegni intende non solo rappresentare luoghi , ma imprimere sulla carta una propria indagine sociale, culturale e storica.
Nel 2009 Mourey realizza il suo primo libro "Napoli Euforika – Il cuore" pubblicato dalla casa editrice Tullio Pironti. Si tratta di una raccolta di 180 disegni realizzati fra il 2004 e il 2009. Ogni opera che vi compare raffigura la Napoli vista, per l’appunto, attraverso gli occhi di un francese. La parola Euforika è stata una scelta non casuale, ma accuratamente studiata e selezionata per rivelare la reale intenzione dell'autore. Ossia descrivere come in fondo l’euforia sia di Napoli e Napoli sia euforika nel senso greco dell’"io porto bene". "Euforika" intesa come compenetrazione di anima e corpo, di sostanzialità e determinazione, di un moto indotto dalla ribellione che tanto caratterizza la città. Morey cattura tutti i dettagli di un monumento, di una strada, architettura, ma anche di una situazione che a noi appare usuale e familiare. Come in un fermo immagine riesce a trascrivere i ricordi di una passeggiata veloce per le vie del centro, di un giro in macchina nel traffico sul lungomare per raccogliere luoghi percependo emozioni trasmesse in un dato momento come un frame di un racconto visivo. Diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Rouen in Francia, disegna incessantemente tentando di ricalcare l’identità dell’humus che rappresenta non solo espressivamente, ma con un’attenta ricostituzione dell’oggettività, della visione in un’ottica socioculturale.
Un viaggio fra i colori, le linee e il brio dei disegni con cui questo artista francese originario di Parigi, ma napoletano d’adozione, rende ogni volta omaggio alla magnificenza di alcune realtà che lo stimolano. 23 disegni formato A 3 che poi ha raccolto in un libro a tiratura limitata di 21 copie, che ben rappresentano l’antico mulino ad acqua, da poco restaurato a ruota orizzontale. Luogo fondamentale della collettività perché grazie alla sua attività di trasformazione dei cereali in farina permetteva alla popolazione di provvedere alla propria alimentazione facendone un uso collettivo ed un polo importante del tessuto economico e sociale del paese e che oggi è un museo didattico della tradizione contadina locale denominato Momu. L’artista francese, utilizza il disegno per eseguire, come in questo caso, un’approfondita mappatura di luoghi, oggetti e persone come in una sorta di inventario grafico del visibile. I suoi progetti sono spesso legati ad edifici o posti particolari da lui scoperti che vengono minuziosamente documentati attraverso decine di disegni. Ecco che nella ricerca di Mourey si avverte anche un’attitudine atletica, quasi “agonistica” verso questo mezzo espressivo che trasforma le sue azioni artistiche in vere e proprie performance grafiche, instaurando con gli spettatori uno scambio ralazionale. Per Mourey il disegno è uno strumento di misurazione della realtà, sebbene non si tratti di una misurazione scientifica, ma lirica ed estetica ricca di poesia.
Da quando Mourey è arrivato a Napoli negli anni ’90 si è innamorato, lo si avverte quando parla della città partenopea, confessa sempre quanto impossibile sarebbe stato per lui non cercare di riprodurre la bellezza di Napoli nei suoi disegni, dopo aver posato lo sguardo su tale incanto. Svelare la Napoli di Christophe Mourey significa dunque raccontare la storia di un artista romantico e di una città che strega. Ecco che invece ora l’artista punta il suo sguardo su un paesino molisano ricco di storia e natura e “interpreta” attraverso i suoi disegni la bellezza di un antico mulino raccontandoci del passato per riflettere sul presente e il nostro futuro, così Mourey con i suoi coloratissimi disegni intende non solo rappresentare luoghi , ma imprimere sulla carta una propria indagine sociale, culturale e storica.
Nel 2009 Mourey realizza il suo primo libro "Napoli Euforika – Il cuore" pubblicato dalla casa editrice Tullio Pironti. Si tratta di una raccolta di 180 disegni realizzati fra il 2004 e il 2009. Ogni opera che vi compare raffigura la Napoli vista, per l’appunto, attraverso gli occhi di un francese. La parola Euforika è stata una scelta non casuale, ma accuratamente studiata e selezionata per rivelare la reale intenzione dell'autore. Ossia descrivere come in fondo l’euforia sia di Napoli e Napoli sia euforika nel senso greco dell’"io porto bene". "Euforika" intesa come compenetrazione di anima e corpo, di sostanzialità e determinazione, di un moto indotto dalla ribellione che tanto caratterizza la città. Morey cattura tutti i dettagli di un monumento, di una strada, architettura, ma anche di una situazione che a noi appare usuale e familiare. Come in un fermo immagine riesce a trascrivere i ricordi di una passeggiata veloce per le vie del centro, di un giro in macchina nel traffico sul lungomare per raccogliere luoghi percependo emozioni trasmesse in un dato momento come un frame di un racconto visivo. Diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Rouen in Francia, disegna incessantemente tentando di ricalcare l’identità dell’humus che rappresenta non solo espressivamente, ma con un’attenta ricostituzione dell’oggettività, della visione in un’ottica socioculturale.
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