Philip Corner. More than music
Dal 29 Maggio 2014 al 29 Giugno 2014
Genova
Luogo: Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce
Indirizzo: via Jacopo Ruffini 3
Orari: dal martedì al venerdì: 9-18.30; sabato e domenica:10-18.30
Telefono per informazioni: +39 010 580069
E-Mail info: webmastermusei@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.villacroce.museidigenova.it
Torna dopo 12 anni a Villa Croce Philip Corner (NY, 1933) compositore, pianista, teorico musicale, performer calligrafo
e soprattutto artista che con i suoi interventi performativi e visivi è stato uno dei promotori della movimentoFluxus
sulla scena dell’arte internazionale.
Il lavoro con il quale Corner partecipò al festival di Wiesbaden nel 1962, dove viene sancita la nascita di Fluxus, era “Piano Activities”, perfomance che consiste nella distruzione di un vecchio pianoforte che ha esaurito le sue possibilità come strumento sonoro: l’azione si svolse con la collaborazione di altri artisti e del pubblico, con l’uso di utensili come martelli, seghe, cacciaviti, e i suoni che derivavano da queste azioni diventano parte dell’opera come nuova manifestazione sonora. In seguito l’artista interviene sui pezzi del piano distrutto, assemblandoli in modo da creare una scultura visiva e sonora.
Nella mostra “The Fluxus Constellation”, (2002) curata da Sandra Solimano al Museo di Villa Croce, per celebrare
il quarantesimo anniversario della nascita di Fluxus, Philip Corner presentò una riedizione della performance “Piano Activities”. Il vecchio pianoforte verticale su cui si svolse la performance e il video che documenta l’azione vennero acquisiti dall’Associazione Amici del Museo di Villa Croce e sono tutt’ora visibili come parte della collezione permanente. L’attuale mostra prende spunto proprio da “Piano Activities”, e da altri due lavori dell’artista in collezione al Museo, per costruire
con altre opere, datate dalla fine degli anni cinquanta a oggi un’indagine intima nel lavoro di questo grande artista.
Come compositore e pianista di formazione tradizionale, il percorso di Philip Corner è stato fortemente influenzato
da due grandi musicisti, John Cage e Olivier Messiaen, che gli hanno aperto le porte al mondo del suono totale e alla tecnica della giustapposizione di elementi estremi. Verso la fine degli anni cinquanta le sue partiture erano si trasformano in disegni grafici, ma l’occasione di un viaggio in Corea come soldato di leva, gli offre l’opportunità di liberarsi definitivamente
della scrittura musicale occidentale, attraverso l’ispirazione della calligrafia orientale. I segni musicali diventano nel suo lavoro forme pure, dando vita a opere d’arte visiva autonoma. La musica è sempre sottintesa nella suggestione delle relazioni tra tempo e spazio anche quando i disegni non sono partiture per performance, creando una coerenza poetica tra i lavori visivi e quelli performativi. Molte opere presenti in mostra sono state realizzate, grazie al supporto di alcuni editori e collezionisti visionari come Francesco Conz, Rosanna Chiessi, Caterina Gualco e Carlo Cattelani. Poiché gli eventi performativi sono strettamente connessi alle opere visive, la collaborazione con la moglie, la danzatrice Phœbe Neville, è stata ed è ancora oggi fondamentale.
Philip Corner è nato il 10 aprile del 1933 nel Bronx, New York.
Compie studi accademici alla Columbia University con Otto Leuning e Henry Cowell. A Parigi è nella classe di Olivier Messiaen. È compositore ed esecutore come pianista, trombonista, corpi vari e voce. È esponente storico di Fluxus (1962-1964), del Judson Dance Theatre (1962-1965), Tone Roads (anni sessanta), Gamelan Ensemble Son of Lion (1975-1992), Experimental Intermedia Foundation (1970-1980), Sounds Out of Silent Spaces (anni settanta).
Vive e lavora a Reggio Emilia con la moglie, la ballerina coreografa Phœbe Neville.
La mostra More Than Music è stata resa possibile grazie al supporto della galleria Unimedia Modern. Villa Croce vuole ringraziare per l’aiuto e il supporto Caterina Gualco e tutti i collezionisti che con i loro prestiti hanno reso la mostra possibile.
e soprattutto artista che con i suoi interventi performativi e visivi è stato uno dei promotori della movimentoFluxus
sulla scena dell’arte internazionale.
Il lavoro con il quale Corner partecipò al festival di Wiesbaden nel 1962, dove viene sancita la nascita di Fluxus, era “Piano Activities”, perfomance che consiste nella distruzione di un vecchio pianoforte che ha esaurito le sue possibilità come strumento sonoro: l’azione si svolse con la collaborazione di altri artisti e del pubblico, con l’uso di utensili come martelli, seghe, cacciaviti, e i suoni che derivavano da queste azioni diventano parte dell’opera come nuova manifestazione sonora. In seguito l’artista interviene sui pezzi del piano distrutto, assemblandoli in modo da creare una scultura visiva e sonora.
Nella mostra “The Fluxus Constellation”, (2002) curata da Sandra Solimano al Museo di Villa Croce, per celebrare
il quarantesimo anniversario della nascita di Fluxus, Philip Corner presentò una riedizione della performance “Piano Activities”. Il vecchio pianoforte verticale su cui si svolse la performance e il video che documenta l’azione vennero acquisiti dall’Associazione Amici del Museo di Villa Croce e sono tutt’ora visibili come parte della collezione permanente. L’attuale mostra prende spunto proprio da “Piano Activities”, e da altri due lavori dell’artista in collezione al Museo, per costruire
con altre opere, datate dalla fine degli anni cinquanta a oggi un’indagine intima nel lavoro di questo grande artista.
Come compositore e pianista di formazione tradizionale, il percorso di Philip Corner è stato fortemente influenzato
da due grandi musicisti, John Cage e Olivier Messiaen, che gli hanno aperto le porte al mondo del suono totale e alla tecnica della giustapposizione di elementi estremi. Verso la fine degli anni cinquanta le sue partiture erano si trasformano in disegni grafici, ma l’occasione di un viaggio in Corea come soldato di leva, gli offre l’opportunità di liberarsi definitivamente
della scrittura musicale occidentale, attraverso l’ispirazione della calligrafia orientale. I segni musicali diventano nel suo lavoro forme pure, dando vita a opere d’arte visiva autonoma. La musica è sempre sottintesa nella suggestione delle relazioni tra tempo e spazio anche quando i disegni non sono partiture per performance, creando una coerenza poetica tra i lavori visivi e quelli performativi. Molte opere presenti in mostra sono state realizzate, grazie al supporto di alcuni editori e collezionisti visionari come Francesco Conz, Rosanna Chiessi, Caterina Gualco e Carlo Cattelani. Poiché gli eventi performativi sono strettamente connessi alle opere visive, la collaborazione con la moglie, la danzatrice Phœbe Neville, è stata ed è ancora oggi fondamentale.
Philip Corner è nato il 10 aprile del 1933 nel Bronx, New York.
Compie studi accademici alla Columbia University con Otto Leuning e Henry Cowell. A Parigi è nella classe di Olivier Messiaen. È compositore ed esecutore come pianista, trombonista, corpi vari e voce. È esponente storico di Fluxus (1962-1964), del Judson Dance Theatre (1962-1965), Tone Roads (anni sessanta), Gamelan Ensemble Son of Lion (1975-1992), Experimental Intermedia Foundation (1970-1980), Sounds Out of Silent Spaces (anni settanta).
Vive e lavora a Reggio Emilia con la moglie, la ballerina coreografa Phœbe Neville.
La mostra More Than Music è stata resa possibile grazie al supporto della galleria Unimedia Modern. Villa Croce vuole ringraziare per l’aiuto e il supporto Caterina Gualco e tutti i collezionisti che con i loro prestiti hanno reso la mostra possibile.
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