La mensa dei poveri, la mensa dei ricchi
Dal 26 Maggio 2015 al 31 Luglio 2015
Genova
Luogo: Biblioteca Universitaria
Indirizzo: via Balbi 40
Orari: lunedì - venerdì 8.15 - 19.15; sabato 8.30 - 13.45
Telefono per informazioni: +39 010 2546464
E-Mail info: bu-ge@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.bibliotecauniversitaria.ge.it/
La Biblioteca Universitaria di Genova conserva uno straordinario patrimonio tematico fatto di libri di botanica, zoologia, costume, ricettari, usi, costumi e tradizioni popolari, con particolare riferimento a Genova e alla Liguria. Un patrimonio che comprende sia opere antiche, rare e di pregio, sia opere moderne, alcune delle quali rappresentano un unicum a livello mondiale.
Nello stesso tempo, ha la fortuna di trovarsi in una delle regioni più ricche e interessanti d’Italia per quanto riguarda la tradizione eno-gastronomica. La cucina ligure, infatti, basata essenzialmente su un mix di prodotti naturali, quali erbe, verdure, olio, ecc. di produzione locale, poco elaborati e caratterizzati soprattutto da un riutilizzo intelligente, in modo da ridurre gli sprechi alimentari, che sono una delle piaghe del mondo occidentale, presenta caratteristiche uniche di genuinità, semplicità, leggerezza e digeribilità. Nella sua varietà e prelibatezza, costituisce la quintessenza stessa della dieta mediterranea, dichiarata nel 2010 patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco.
Per questo si propone di allestire un percorso espositivo articolato in due sezioni:
La mensa dei poveri
· Immagini tratte dal volume di Antonio Pittaluga intitolato Duché de Genes. Costumes dessines sur les lieux par A. Pittaluga, Parigi, 1826, di cui la Biblioteca possiede uno dei pochi esemplari contenenti tutte le tavole acquarellate (40), che offre una panoramica gustosa ed esaustiva sui costumi popolari liguri all’inizio dell’Ottocento, con particolare riferimento ai mestieri legati alla produzione e alla vendita nel settore agro-alimentare.
· Volumi antichi e moderni che offrano uno spaccato delle tradizioni eno-gastronomiche liguri, come ad esempio trattati, ricettari, documenti, testimonianze di cultura materiale, ecc., in collaborazione con istituzioni come la Fondazione Novaro, il Consorzio del Pesto Genovese, Slowfood, Eataly, ma anche la Caritas Diocesana, la Comunità di Sant’Egidio, la Provincia di Genova dei Frati Minori Cappuccini, ecc., al fine di valorizzare al meglio i prodotti tipici della tradizione eno-gastronomica ligure, non solo quelli universalmente conosciuti e riconosciuti come l’olio d’oliva (ricavato dalle famose olive taggiasche), il pesce (ad esempio, le gustosissime acciughe del Tigullio e le deliziose cozze di La Spezia), la pasta (citata per la prima volta in un documento genovese del XIII secolo) e il pesto (prodotto con il profumatissimo basilico di Prà), ma anche quelli meno famosi (anche se non meno qualitativi), come i vini, i formaggi, la farinata, la focaccia, le torte dolci e salate, ecc.
La mensa dei ricchi
· Immagini riferite alla vita a bordo dei grandi transatlantici e quella a terra negli alberghi di lusso, con particolare riferimento alle navi che ormeggiavano alle stazioni marittime di Ponte dei Mille e di Ponte Andrea Doria e ai viaggiatori che alloggiavano all’Hotel Colombia, nuova sede della Biblioteca. La sezione verrà allestita in collaborazione con la Fondazione Ansaldo di Genova, l’Autorità Portuale di Genova, il Comune di Genova, la Publifoto di Genova, le Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola e Palazzo Reale, i Musei di Strada Nuova di Genova, i Musei Vaticani di Roma, e altri enti pubblici e privati, che metteranno a disposizione una serie di immagini di grande impatto emotivo e spettacolare.
In concomitanza con la mostra, si intende organizzare una serie di manifestazioni di vario genere, tra cui: conferenze, convegni, incontri, presentazioni di libri, proiezione di filmati d’epoca, letture di brani in prosa e in poesia, ecc. Lo scopo è quello di approfondire alcune tematiche di particolare interesse e portare all’attenzione del pubblico la progressiva “democratizzazione” dello stile di vita e, in particolare, dei consumi eno-gastronomici nella società italiana, con la diffusione verso il basso di certe prelibatezze che in passato erano appannaggio unicamente delle classi abbienti e la contemporanea diffusione verso l’alto di ricette, prodotti e abitudini che, fino agli anni Cinquanta, erano propri quasi esclusivamente delle classi povere o medie e che oggi, invece, sono diventati patrimonio comune non solo dell’intera popolazione italiana, ma anche di innumerevoli estimatori in Europa e nel resto del mondo.
Nello stesso tempo, ha la fortuna di trovarsi in una delle regioni più ricche e interessanti d’Italia per quanto riguarda la tradizione eno-gastronomica. La cucina ligure, infatti, basata essenzialmente su un mix di prodotti naturali, quali erbe, verdure, olio, ecc. di produzione locale, poco elaborati e caratterizzati soprattutto da un riutilizzo intelligente, in modo da ridurre gli sprechi alimentari, che sono una delle piaghe del mondo occidentale, presenta caratteristiche uniche di genuinità, semplicità, leggerezza e digeribilità. Nella sua varietà e prelibatezza, costituisce la quintessenza stessa della dieta mediterranea, dichiarata nel 2010 patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco.
Per questo si propone di allestire un percorso espositivo articolato in due sezioni:
La mensa dei poveri
· Immagini tratte dal volume di Antonio Pittaluga intitolato Duché de Genes. Costumes dessines sur les lieux par A. Pittaluga, Parigi, 1826, di cui la Biblioteca possiede uno dei pochi esemplari contenenti tutte le tavole acquarellate (40), che offre una panoramica gustosa ed esaustiva sui costumi popolari liguri all’inizio dell’Ottocento, con particolare riferimento ai mestieri legati alla produzione e alla vendita nel settore agro-alimentare.
· Volumi antichi e moderni che offrano uno spaccato delle tradizioni eno-gastronomiche liguri, come ad esempio trattati, ricettari, documenti, testimonianze di cultura materiale, ecc., in collaborazione con istituzioni come la Fondazione Novaro, il Consorzio del Pesto Genovese, Slowfood, Eataly, ma anche la Caritas Diocesana, la Comunità di Sant’Egidio, la Provincia di Genova dei Frati Minori Cappuccini, ecc., al fine di valorizzare al meglio i prodotti tipici della tradizione eno-gastronomica ligure, non solo quelli universalmente conosciuti e riconosciuti come l’olio d’oliva (ricavato dalle famose olive taggiasche), il pesce (ad esempio, le gustosissime acciughe del Tigullio e le deliziose cozze di La Spezia), la pasta (citata per la prima volta in un documento genovese del XIII secolo) e il pesto (prodotto con il profumatissimo basilico di Prà), ma anche quelli meno famosi (anche se non meno qualitativi), come i vini, i formaggi, la farinata, la focaccia, le torte dolci e salate, ecc.
La mensa dei ricchi
· Immagini riferite alla vita a bordo dei grandi transatlantici e quella a terra negli alberghi di lusso, con particolare riferimento alle navi che ormeggiavano alle stazioni marittime di Ponte dei Mille e di Ponte Andrea Doria e ai viaggiatori che alloggiavano all’Hotel Colombia, nuova sede della Biblioteca. La sezione verrà allestita in collaborazione con la Fondazione Ansaldo di Genova, l’Autorità Portuale di Genova, il Comune di Genova, la Publifoto di Genova, le Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola e Palazzo Reale, i Musei di Strada Nuova di Genova, i Musei Vaticani di Roma, e altri enti pubblici e privati, che metteranno a disposizione una serie di immagini di grande impatto emotivo e spettacolare.
In concomitanza con la mostra, si intende organizzare una serie di manifestazioni di vario genere, tra cui: conferenze, convegni, incontri, presentazioni di libri, proiezione di filmati d’epoca, letture di brani in prosa e in poesia, ecc. Lo scopo è quello di approfondire alcune tematiche di particolare interesse e portare all’attenzione del pubblico la progressiva “democratizzazione” dello stile di vita e, in particolare, dei consumi eno-gastronomici nella società italiana, con la diffusione verso il basso di certe prelibatezze che in passato erano appannaggio unicamente delle classi abbienti e la contemporanea diffusione verso l’alto di ricette, prodotti e abitudini che, fino agli anni Cinquanta, erano propri quasi esclusivamente delle classi povere o medie e che oggi, invece, sono diventati patrimonio comune non solo dell’intera popolazione italiana, ma anche di innumerevoli estimatori in Europa e nel resto del mondo.
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