Franco Mazzucchelli. Omaggio all'Aria
Dal 06 Febbraio 2014 al 15 Marzo 2014
Genova
Luogo: CerrutiArte
Indirizzo: piazza dei Garibaldi 18/r
Orari: da martedì a venerdì 16-19.30; sabato 10-12.30 / 16-19.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 010 2759146
E-Mail info: info@cerrutiarte.it
Sito ufficiale: http://www.cerrutiarte.it
Giovedì 6 Febbraio CerrutiArte presenterà Omaggio all'Aria di Franco Mazzucchelli, esposizione che vuole ripercorrere l’opera artistica del maestro proponendo lavori dagli anni ‘60 ad oggi, svelando una ricerca che va ad indagare lo spazio e ne mostra la sua leggerezza attraverso l’uso di materiali che negli anni sessanta erano considerati alternativi, ma che oggi risultano al centro delle ricerche di diversi artisti di fama internazionale. La sua vocazione di artista è quella di essere uno scultore, seppure il materiale scelto lo rendeva unico nel suo genere.
Nel corso della sua carriera, in una prima fase, l’artista ha creato lavori di notevoli dimensioni ed impatto, altissime sculture d’aria, con forme geometriche come la spirale e il cubo, oppure ancora immensi tubi dentro cui poter camminare. Queste innumerevoli creazioni gonfiabili, che in alcuni casi raggiungevano anche quaranta metri, diventano lo strumento per una nuova relazione tra spazio e arte e tra spazio e spettatore.
Nascono così gli abbandoni: (A.TO A, ovvero, Art to abandon) gonfiabili che vengono si abbandonati, ma accompagnati da una complessa documentazione legata alle reazioni del pubblico che si relazionava con l’opera. In un secondo momento l’artista ha invece voluto dialogare con il pubblico attraverso una serie di opere di misure contenute, riconducibili alla dimensione del quadro: nascono quindi lavori caratterizzati da accese cromie costruite attraverso linee morbide o figure geometriche “fatte d’aria”. Trasparenze ed estroflessioni sono il linguaggio odierno dell’artista che prosegue la sua indagine sullo spazio.
«La ricerca sui materiali non tradizionali della scultura si accompagna nel mio lavoro alla ricerca sulla relazione tra opera e luogo espositivo, inteso come ambito sociale, contesto architettonico o spazio urbano […] nella multiforme area del concettuale degli anni sessanta, in cui mi sono formato come artista […]. Materiali, dimensioni, luoghi di fruizione dell'arte sono diventati oggetto di ricerca e sperimentazione, estendendo così la rivoluzione formale delle prime avanguardie ad ambiti estetici e sociali più estesi.
I materiali sintetici che caratterizzano l'inizio del mio operare sono: resina poliestere / poliuretano espanso / termoretraibili / p.v.c. gonfiabile usati prevalentemente dall'industria e la loro conoscenza passa attraverso oggetti di uso comune […].Con gli A.TO A. (sigla di valore doppio: Art to Abandon/Arte da abbandonare, o, leggendo letteralmente, a toi/ per te), ho iniziato negli anni sessanta ad usare materiali sintetici, gonfiabili, in grande scala ed in luoghi pubblici all'aperto, lasciandoli al loro destino: esempi di "sperpero", esposti alla distruzione, rimozione o appropriazione da parte di chi li voleva (a toi/ per te). Non ho mai pensato di ridurre questi oggetti a dimensioni più "maneggevoli" e ho rielaborato quelle strutture assecondando la vocazione d'uso dei materiali industriali, indirizzandole ad esempio verso il design, l'architettura o l'arredo urbano con l'unica eccezione della scenografia.
Da tale irriducibilità a merce e dall'inestricabile rapporto di questi oggetti con il "qui e ora", con gli spazi per i quali erano pensati (negli anni settanta piazze, parcheggi, fabbriche; di recente, luoghi storici e monumentali) scaturisce il loro carattere ludico e "dilettantesco" […]. Così la sperimentazione ludica con i materiali propri della produzione industriale vuole infiltrarsi nelle smagliature del sistema di produzione delle merci anche artistiche, mettendone in discussione i principi di consumo e rivalutandone la natura estetica e speculativa» (Franco Mazzucchelli).
Franco Mazzucchelli nasce a Milano nel 1939 e si diploma in scultura all’Accademia di Brera. I suoi lavori sono esposti in importanti contesti e raccolte d’arte. Tra i luoghi che hanno accolto le sue più recenti installazioni ricordiamo: il Museo del 900 a Milano, Artissima 18 aTorino, il BAG Bocconi Art Gallery a Milano, i giardini della Triennale di Milano, il Maga di Gallarate e l’Accademia di Brera a Milano.
Nel corso della sua carriera, in una prima fase, l’artista ha creato lavori di notevoli dimensioni ed impatto, altissime sculture d’aria, con forme geometriche come la spirale e il cubo, oppure ancora immensi tubi dentro cui poter camminare. Queste innumerevoli creazioni gonfiabili, che in alcuni casi raggiungevano anche quaranta metri, diventano lo strumento per una nuova relazione tra spazio e arte e tra spazio e spettatore.
Nascono così gli abbandoni: (A.TO A, ovvero, Art to abandon) gonfiabili che vengono si abbandonati, ma accompagnati da una complessa documentazione legata alle reazioni del pubblico che si relazionava con l’opera. In un secondo momento l’artista ha invece voluto dialogare con il pubblico attraverso una serie di opere di misure contenute, riconducibili alla dimensione del quadro: nascono quindi lavori caratterizzati da accese cromie costruite attraverso linee morbide o figure geometriche “fatte d’aria”. Trasparenze ed estroflessioni sono il linguaggio odierno dell’artista che prosegue la sua indagine sullo spazio.
«La ricerca sui materiali non tradizionali della scultura si accompagna nel mio lavoro alla ricerca sulla relazione tra opera e luogo espositivo, inteso come ambito sociale, contesto architettonico o spazio urbano […] nella multiforme area del concettuale degli anni sessanta, in cui mi sono formato come artista […]. Materiali, dimensioni, luoghi di fruizione dell'arte sono diventati oggetto di ricerca e sperimentazione, estendendo così la rivoluzione formale delle prime avanguardie ad ambiti estetici e sociali più estesi.
I materiali sintetici che caratterizzano l'inizio del mio operare sono: resina poliestere / poliuretano espanso / termoretraibili / p.v.c. gonfiabile usati prevalentemente dall'industria e la loro conoscenza passa attraverso oggetti di uso comune […].Con gli A.TO A. (sigla di valore doppio: Art to Abandon/Arte da abbandonare, o, leggendo letteralmente, a toi/ per te), ho iniziato negli anni sessanta ad usare materiali sintetici, gonfiabili, in grande scala ed in luoghi pubblici all'aperto, lasciandoli al loro destino: esempi di "sperpero", esposti alla distruzione, rimozione o appropriazione da parte di chi li voleva (a toi/ per te). Non ho mai pensato di ridurre questi oggetti a dimensioni più "maneggevoli" e ho rielaborato quelle strutture assecondando la vocazione d'uso dei materiali industriali, indirizzandole ad esempio verso il design, l'architettura o l'arredo urbano con l'unica eccezione della scenografia.
Da tale irriducibilità a merce e dall'inestricabile rapporto di questi oggetti con il "qui e ora", con gli spazi per i quali erano pensati (negli anni settanta piazze, parcheggi, fabbriche; di recente, luoghi storici e monumentali) scaturisce il loro carattere ludico e "dilettantesco" […]. Così la sperimentazione ludica con i materiali propri della produzione industriale vuole infiltrarsi nelle smagliature del sistema di produzione delle merci anche artistiche, mettendone in discussione i principi di consumo e rivalutandone la natura estetica e speculativa» (Franco Mazzucchelli).
Franco Mazzucchelli nasce a Milano nel 1939 e si diploma in scultura all’Accademia di Brera. I suoi lavori sono esposti in importanti contesti e raccolte d’arte. Tra i luoghi che hanno accolto le sue più recenti installazioni ricordiamo: il Museo del 900 a Milano, Artissima 18 aTorino, il BAG Bocconi Art Gallery a Milano, i giardini della Triennale di Milano, il Maga di Gallarate e l’Accademia di Brera a Milano.
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