Fabio Tasso. Negativo in positivo
Dal 15 Marzo 2018 al 01 Aprile 2018
Genova
Luogo: Palazzo Ducale
Indirizzo: piazza Matteotti 9
Orari: dal martedì alla domenica ore 15-20
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.palazzoducale.genova.it
“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” – Confucio
“Negativo in positivo” è l’estensione di un evento espositivo, iniziato a San Francisco nel 2017, che prende spunto proprio dal pensiero confuciano. È un momento che unisce la tradizionale mostra d’arte all’esperienza attiva che si può fare in un museo delle scienze. Saranno presenti sculture, disegni e molto altro, il tutto realizzato attraverso processi che prevedono l’utilizzo di sistemi produttivi. Durante il talk con il quale verrà inaugurata la mostra – ma anche durante il suo intero svolgimento – sarà possibile osservare e provare di prima persona i “macchinari” creati dall’artista. Chi visita questa mostra, invece di limitarsi al guardare, potrà anche comprendere ciò che è esposto attraverso la pratica. “Negativo in positivo” offre un momento di piacere a tutti, grandi e piccoli, attraverso una fruizione attiva. L’esposizione è basata sul rapporto tra pieno e vuoto ed ha indubbiamente un’impronta di tipo filosofico e orientale. Il titolo stesso “negativo in positivo”, oltre al riferimento topologico, allude ad una sfumatura psicologica. Arte, scienza, filosofia, psicologia e oriente sono gli stimoli che l’osservatore potrà ricevere. Tutti questi temi in delle opere che, non raffigurando nulla se non lo spazio stesso, sono adatte a qualsiasi tipo di pubblico.
Il Pensiero
Fabio Tasso studia la Scultura adoperando dei macchinari auto costruiti con elementi a basso costo. Ciò che li accomuna è l’utilizzo dell’aria, soffiata od aspirata. Questa, modellando una membrana, trasforma molteplici oggetti in un corpo unico.
Producendo come un’industria, queste macchine lasciano nel mondo dei “residui”, le sculture. Anche se la necessità che ha portato alla creazione di questo sistema è unica, ciò che lo scultore fa potrebbe essere fatto da chiunque: non ci sono la sua “mano” e le sue emozioni. L’artista si ispira alle sculture preistoriche che, restando spesso a noi incomprensibili a causa della lontananza culturale e temporale, restano solo delle forme perfette, realizzate con il materiale, la tecnologia e la sensibilità dell’epoca. Chi sia lo scultore non è importante. Questo è quello che Tasso cerca di fare: sculture anonime ma universali, realizzate con i materiali di adesso, che studino lo spazio, la forma e il rapporto che il nostro corpo ha con questi. Per questo motivo le sue opere non hanno titoli, ma solo codici di catalogazione con celate tutte le informazioni sulla scultura. Senza di lui, unico detentore delle chiavi per leggerli, per codificarli bisognerà cercare e ipotizzare, come in un processo di indagine archeologica.
Fabio Tasso nasce a Savona nel 1990. Il suo percorso artistico incomincia con la frequentazione dell’artigianato ceramico ad Albisola. La svolta definitiva la compie frequentando l’Accademia di Belle Arti di Genova, dove si immerge completamente nel mondo della Scultura. Durante gli studi, nel 2012, vive ed insegna in Nepal nel monastero buddhista Neydo Tashi Choling. Lì ha modo di studiare ciò che in realtà ha scoperto essere sempre stato il centro della sua ricerca: il vuoto ed il rapporto che questo ha con il pieno, con la materia.
Dopo il diploma a Genova si trasferisce a Carrara, dove completa gli studi e dove sviluppa i suoi macchinari. Vincitore di numerosi concorsi, partecipa a simposi di scultura, residenze artistiche e avvia la sua attività artistica tra Europa e Stati Uniti.
Dal 2015 è stato professore presso l’Accademia Ligustica, insegnando Disegno del Nudo e Anatomia Artistica.
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