Elate Memories

Elate Memories, Villa Grimaldi, Lavagna (GE)

 

Dal 05 Agosto 2016 al 20 Agosto 2016

Lavagna | Genova

Luogo: Villa Grimaldi

Indirizzo: via Aurelia

Enti promotori:

  • Comune di Lavagna

Costo del biglietto: ingresso gratuito



Saranno esposte opere di pittura, scultura, installazioni e video degli artisti: Daria Baiocchi, Anne-Cathrin Brenner, Claire Burke, Albino Caramazza, Lily-Orthodoxia Christou, Elle, Benna Gaean Maris, Alfredo Gioventù, Claudia Grimaldi, Darren Houser, Winnie KS Hui, Caren Kinne, Mar.Gu, Mary M., Abramo ‘Tepes’ Montini, Jaakko Myyri, Sanchis, Giuliana Silvestrini, Elle Smith, Charles Woodman e Serena Zanardi.

Elate Memories prosegue il discorso tematico iniziato con la precedente mostra Future and Behind, in cui la certezza e i valori del nostro passato vennero contrapposti all'instabilità di una società moderna in sgretolamento caratterizzata dall'incertezza dovuta all'inconsistente prospettiva del futuro.

In questa occasione si vuole indagare sul ruolo che la memoria e i ricordi hanno nell'essere felici. Elate memories è un'esortazione a trovare la serenità dentro noi stessi, nel nostro bagaglio esperienziale: rallegriamoci, esultiamo dei ricordi.

Divertimento, gioia, ottimismo ed esultanza sono quasi sempre associati con la spensieratezza, la vacanza, il divergere nella scoperta delle novità, ma ugualmente possiamo trovare questi stati d'animo nella memoria, nel retaggio culturale e nelle tradizioni. L'effimero presente diviene immortale nel ricordo.

La nostra condizione presente è il risultato del nostro passato, del nostro vissuto, delle scelte migliori che avremmo mai potuto fare. Essere qui e ora è già di per sé il frutto di un passato di successi.

Memorie di massa

Viviamo nell'epoca del selfie, generalmente riconosciuto come espressione voluttuaria della spensieratezza più superficiale e individualista, resa possibile dalla pervasiva diffusione dei telefoni mobili dai mille usi, autentiche protesi dell'essere, avanguardia del transumanismo.
Vengono chiamati smartphone, telefoni intelligenti; in effetti sembra che in certe persone abbiano sostituito questa funzione del cervello, facendole anche apparire più capaci, ma in realtà rendendole dipendenti dalla simbiosi bionica, specialmente nella capacità di ricordare, ormai ampiamente delegata alla quasi infallibilità delle memorie al silicio; ma quante persone hanno perso i loro ricordi insieme al proprio tablet, magari finito in mani sconosciute? Ma è solo una delle ripercussioni dovute all'estromissione della memoria dal proprio intimo.

Ricordando Fromm, se d'altronde la tentazione tecnologica non è ancora riuscita a sottomettere completamente l'essere umano alla frenesia dell'avere, allora lo corrompe nella sua più intima essenza: l'essere.

In ogni modo, miliardi di persone producono migliaia di miliardi di immagini che, anche quando superficiali o insignificanti di fronte alla sconfinata mole globale, assumono un ruolo di memoria visiva, oggi forse trascurabile espressione dell'individuale bisogno di protagonismo, ma che un giorno diventeranno inevitabilmente memoria collettiva, come lo sono oggi le ingiallite fotografie vintage che si trovano nei mercatini: memoria della bellezza, memoria dei momenti felici, memoria che denuncia o commemora un fatto. Ogni fotografia, immagine od opera d'arte è di per sé memoria.

Si dice che la nostra mente col tempo estingua i ricordi spiacevoli, lasciandoci un'immagine edulcorata del passato: non è così per tutti, per molti il ricordo è doloroso, tanto da venire rimosso per quanto è insopportabile.
Ma in realtà nulla di quanto accade è universalmente spiacevole, perché nel cosmo tutto può essere ricondotto a uno scopo che trascende il relativismo individuale. L'interpretazione degli accadimenti dipende dal punto di vista, dal personale atteggiamento di fronte agli eventi. Il ricordo non è brutto o bello, bensì il suo valore è sempre positivo. Non è una questione di nostalgia: il ricordo rappresenta il nostro bagaglio esperienziale, indispensabile per affrontare il mondo in modo lucido e consapevole.

L'arte, nonostante sia la rappresentazione del pensiero rivolto verso il futuro, è sempre una rielaborazione della memoria culturale, ossia la conseguenza delle nostre esperienze passate; ma soprattutto è un metalinguaggio con cui si da forma all'intelletto, anima o subconscio, ossia quell'essenza vitale che la società tecnocratica vorrebbe annichilire in favore di un uomo-automa, ignorante ed eccellente macchina produttiva a uso e consumo di esclusive élite pensanti. Anche per questo motivo la memoria dovrebbe essere tenuta in grande considerazione dalle persone, perché ci può mantenere liberi e lontano da possibili schiavitù e subdole sottomissioni; già, perché l'umanità è storicamente suscettibile all'assuefazione: grazie o a causa della sua capacità di adattamento si abitua a qualsiasi condizione. Senza un punto fermo, un preciso ideale esistenziale impresso nella memoria, l'essere umano si conforma lentamente al mutevole ordine del tempo corrente, fino addirittura a farlo diventare totalmente dipendente dal proprio stato di sottomissione.

Notoriamente, l'arte moderna si è distinta proprio nella progressiva autodeterminazione che l'ha portata alla contemporanea esplosione di stili espressivi, confermandosi in diversi casi come unico baluardo della libertà. È durante il Rinascimento che riaffiorò questo sentimento, il quale spinse alcuni artisti a cercare l'emancipazione dalla sudditanza della commissione, che dal Medioevo li relegava alla condizione di meri artigiani esecutori, artefici di volontà altrui.
Da allora l'arte è tornata a essere quell'arcaico meta-linguaggio finalizzato all'espressione di sé e fine a se stesso.
L'arte è tanto materialmente inutile quanto spiritualmente indispensabile. Pensiamo alle scene rupestri dipinte dai nostri preistorici antenati: memorie serene, a volte inquietanti epoche di lotta, ma pur sempre eventi grandiosi da ricordare, gesta memorabili.
Attualmente la glorificazione degli eventi memorabili è un'abitudine un po' desueta: a parte le disdegnate festività considerate solo per la vacanza, cosa commemora sentitamente la gente oggi? La sagra paesana? La vincita di una partita di calcio? Un compleanno? Domina una molle indeterminazione generale in cui molti si sentono attanagliati dalla preoccupazione, piuttosto che vigorosi per la consapevolezza del panta rei, tentando di nascondere l'insicurezza negli eccessi materialisti, cercando disperatamente di “vivere” il più possibile, ma magari senza afferrane mai il senso.
Questa incertezza generata dalla mancanza di obiettivi costruiti sulla base della propria intima memoria e una razionalizzazione cosciente della propria esistenza, porta ancor più alla frenesia per l'accumulo di ricordi in luoghi esterni alla nostra mente, come foto di vacanze-lampo, la quale è troppo impegnata a sostenere l'esagitazione del vivere momentaneo. La memoria viene estromessa dal nostro intimo, relegata nella memory card di un telefono mobile, diventa mero dato ad eventuale uso, come archiviato in annali polverosi, dislocato dal nostro Io e pertanto non più accessibile naturalmente e, in sintesi, dimenticato.

Suscitare rendendo proprio: è uno dei motivi per cui esiste l'arte, così come la filosofia e la poesia, quell'Arte che ci sprona a pensare, a concepire.

Essere, piuttosto che avere, ricordi.

Vernissage: venerdì 5 agosto ore 19
Orario d’apertura: dal mercoledì alla domenica 17-22

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