Claudio Cermaria. Scolpire la tela
Dal 14 Ottobre 2023 al 25 Ottobre 2023
Genova
Luogo: SATURA Palazzo Stella
Indirizzo: Piazza Stella 5/1
Orari: dal martedì al venerdì ore 9:30–13:00 / 15:00–19:00 sabato ore 15:00–19:00
Curatori: Andrea Rossetti
Telefono per informazioni: +39 010 2468284
E-Mail info: info@satura.it
Sito ufficiale: http://www.satura.it
S’inaugura sabato 14 ottobre alle ore 17:00, nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra retrospittiva “Scolpire la tela” di Claudio Cermaria a cura di Andrea Rossetti.
A suo tempo eravamo partiti dall'oggettualità del prodotto scultoreo, organismo indipendente da necessità esterne. Finendo per citare Fausto Melotti, a convenire con lui che «in scultura ciò che conta è l'occupazione armonica della spazio»; a constatare che nell'opera di Claudio Cermaria (Cattolica 1942 – Mantova 2014) l'oggetto scultura è quel prodotto capace di non subire lo spazio ma invaderlo, cementandosi all'interno di esso. Si è parlato quindi di come Cermaria, allievo di Umberto Mastroianni, fosse cosciente di quanto il suo “essere scultore” non significasse unicamente dedicarsi ai materiali e alle loro potenzialità segnico-plastiche, ma farsi promotore di un'arte pronta a vivere in piena partnership col mondo che la circonda. Quasi l'atto stesso della scultura tendesse a contraddire i termini della sua fattiva certezza, formulandosi come una sorta di compromesso fisico giocato tra la sua esistenza in quanto materia (legno, marmo, pietra) e non materia, forma descritta (diretta) e forma ricavata (indiretta), sostegno concreto di pieni e vacuità infinita dei vuoti.
Ora, in occasione della personale “Scolpire la tela”, a quei concetti fondamentali è indispensabile aggiungere quanto segue: Cermaria sapeva, essendo il proprio universo finemente basato sull'osservazione complessiva dello spazio, che sarebbe dovuta entrare in gioco la pittura. È con essa, attraverso le sue due dimensioni, che l'artista ha effettivamente sviluppato una sorta di corollario creativo ed espressivo, un'immagine complementare alla fisicità immanente praticata in scultura.
Ragionata in logica coerenza e totale libertà tra colore e segno grafico, la produzione pittorica di Cermaria documenta un ulteriore prospettiva interna a un percorso poeticamente solido, restituendoci un artista completo nella capacità di sviluppare e gestire l'azione polisemica delle proprie tensioni formali.
A suo tempo eravamo partiti dall'oggettualità del prodotto scultoreo, organismo indipendente da necessità esterne. Finendo per citare Fausto Melotti, a convenire con lui che «in scultura ciò che conta è l'occupazione armonica della spazio»; a constatare che nell'opera di Claudio Cermaria (Cattolica 1942 – Mantova 2014) l'oggetto scultura è quel prodotto capace di non subire lo spazio ma invaderlo, cementandosi all'interno di esso. Si è parlato quindi di come Cermaria, allievo di Umberto Mastroianni, fosse cosciente di quanto il suo “essere scultore” non significasse unicamente dedicarsi ai materiali e alle loro potenzialità segnico-plastiche, ma farsi promotore di un'arte pronta a vivere in piena partnership col mondo che la circonda. Quasi l'atto stesso della scultura tendesse a contraddire i termini della sua fattiva certezza, formulandosi come una sorta di compromesso fisico giocato tra la sua esistenza in quanto materia (legno, marmo, pietra) e non materia, forma descritta (diretta) e forma ricavata (indiretta), sostegno concreto di pieni e vacuità infinita dei vuoti.
Ora, in occasione della personale “Scolpire la tela”, a quei concetti fondamentali è indispensabile aggiungere quanto segue: Cermaria sapeva, essendo il proprio universo finemente basato sull'osservazione complessiva dello spazio, che sarebbe dovuta entrare in gioco la pittura. È con essa, attraverso le sue due dimensioni, che l'artista ha effettivamente sviluppato una sorta di corollario creativo ed espressivo, un'immagine complementare alla fisicità immanente praticata in scultura.
Ragionata in logica coerenza e totale libertà tra colore e segno grafico, la produzione pittorica di Cermaria documenta un ulteriore prospettiva interna a un percorso poeticamente solido, restituendoci un artista completo nella capacità di sviluppare e gestire l'azione polisemica delle proprie tensioni formali.
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