Giorgio Celiberti
Dal 23 Dicembre 2012 al 10 Febbraio 2013
Cesena | Forlì-Cesena
Luogo: Galleria Comunale d'Arte - Palazzo del Ridotto
Indirizzo: c.so Mazzini 1
Orari: mercoledì, sabato e domenica 10-12.30/ 15.30-19; martedì e venerdì 15.30-19
Curatori: Maria Grazia Melandri
Enti promotori:
- MEB - Museo Ebraico di Bologna
- Regione Emilia Romagna
- Provincia Forlì-Cesena
Telefono per informazioni: +39 0547 29485
E-Mail info: cesenacultura@comune.cesena.fc.it
Sito ufficiale: http://www.comune.cesena.fc.it/home
Uno straordinario evento aprirà alla Galleria Comunale d’Arte Moderna-Palazzo del Ridotto di Cesena, sabato 22 dicembre 2012 alle ore 17, legato ad uno degli ultimi artisti viventi che hanno partecipato alla prima Biennale di Venezia del dopoguerra (1948), Giorgio Celiberti. Testimone superbo dell’arte italiana nel mondo a cavallo di due secoli, è animato da una gestuale furia creativa che lo ha portato a sperimentare e ricercare il segno del proprio linguaggio con i materiali più diversi, dalla pittura all’affresco, dalla scultura alla ceramica. Instancabile viaggiatore, curioso delle culture e delle atmosfere del mondo e dei popoli, fin dagli anni Cinquanta entra in contatto con i maggiori esponenti della cultura artistica italiana e internazionale di quel tempo.
Un anno fondamentale del suo percorso è il 1965, dopo la visita al campo di concentramento di Terezin, lager nazista vicino a Praga, dove trovarono la morte migliaia di bambini ebrei; lo shock emotivo fu talmente forte da rappresentare una svolta radicale nella sua vita artistica. I disegni tracciati sui muri dai bambini ebrei lì internati, quelle tragiche “finestre” con cancellature, elenchi e colonne di numeri, colpirono a tal punto la sensibilità dell’artista che, da quel momento, il suo linguaggio pittorico si permeò di quei segni. Celiberti affermerà: “Quello fu il momento più drammatico della mia storia di pittore …
Ciò che producevo dopo la visita a Terezin sembrava non esprimere abbastanza il dolore profondo che provavo. Come se in quel momento fossi passato a vedere la vita dall’altra parte: dalla parte della verità, della tragedia, del dolore, dell’orrore, della vergogna di essere uomo e come tale responsabile di quello che era accaduto. Desideravo dare una risposta che non si servisse delle parole, perché le parole erano tutte inutili. Bisognava scavare dentro per trovare segni che rispondessero all’invocazione di quei bambini, che con i loro graffiti avevano lasciato una disperata domanda d’amore e anche di perdono. Hanno scritto delle poesie e fatto dei piccoli disegni rappresentanti farfalle, cuori, numeri. Ho cominciato così a dipingere le farfalle e i cuori in omaggio a quelle vittime innocenti”. L’esposizione al Palazzo del Ridotto partirà proprio dal ricordo dell’artista di quei momenti e da tutto quello che quell’esperienza gli ha lasciato nel cuore fino ai giorni nostri. Opere selezionate, tele preziose per impasti e cromie, sculture, una progressione di opere che costituiscono un corpus espositivo rigoroso nei motivi ispiratori, un affondo storico che si concretizza in impegno etico.
Con la tecnica dell’affresco su tela o su tavola, Celiberti ha inciso la materia di graffi e segni a volte appena abbozzati: utilizzando le X con le quali le piccole vittime conteggiavano i giorni di prigionia, le lettere T, Z, N, riferite al luogo, elementari segni come cuori congiunti, colombe e farfalle che ci parlano di un’umanità sofferente arsa dal bisogno di dialogo, tenerezza e amore. E’ stato selezionato per il manifesto e l’invito un particolare di un’opera di Celiberti esposta nella mostra cesenate, che rappresenta il volo di una farfalla, simbolico sogno di libertà di sofferte tracce esistenziali impresse nei muri di Terezin. La farfalla, inoltre, quale incisivo elemento metaforico, si ritrova anche nei codici miniati di Novello Malatesta, come documentano i materiali conservati nella Biblioteca Malatestiana di Cesena, patrimonio dell’umanità. Una esposizione di grande interesse che diventa veicolo di dialogo tra società e ambienti e riflessione sullo spirito di pace e fratellanza dei popoli, di forza interiore che non dovremmo dimenticare nel nostro vivere quotidiano. Organizzazione: Comune di Cesena Assessorato alla Cultura in collaborazione con Galleria L’IMMAGINE - Cesena
Un anno fondamentale del suo percorso è il 1965, dopo la visita al campo di concentramento di Terezin, lager nazista vicino a Praga, dove trovarono la morte migliaia di bambini ebrei; lo shock emotivo fu talmente forte da rappresentare una svolta radicale nella sua vita artistica. I disegni tracciati sui muri dai bambini ebrei lì internati, quelle tragiche “finestre” con cancellature, elenchi e colonne di numeri, colpirono a tal punto la sensibilità dell’artista che, da quel momento, il suo linguaggio pittorico si permeò di quei segni. Celiberti affermerà: “Quello fu il momento più drammatico della mia storia di pittore …
Ciò che producevo dopo la visita a Terezin sembrava non esprimere abbastanza il dolore profondo che provavo. Come se in quel momento fossi passato a vedere la vita dall’altra parte: dalla parte della verità, della tragedia, del dolore, dell’orrore, della vergogna di essere uomo e come tale responsabile di quello che era accaduto. Desideravo dare una risposta che non si servisse delle parole, perché le parole erano tutte inutili. Bisognava scavare dentro per trovare segni che rispondessero all’invocazione di quei bambini, che con i loro graffiti avevano lasciato una disperata domanda d’amore e anche di perdono. Hanno scritto delle poesie e fatto dei piccoli disegni rappresentanti farfalle, cuori, numeri. Ho cominciato così a dipingere le farfalle e i cuori in omaggio a quelle vittime innocenti”. L’esposizione al Palazzo del Ridotto partirà proprio dal ricordo dell’artista di quei momenti e da tutto quello che quell’esperienza gli ha lasciato nel cuore fino ai giorni nostri. Opere selezionate, tele preziose per impasti e cromie, sculture, una progressione di opere che costituiscono un corpus espositivo rigoroso nei motivi ispiratori, un affondo storico che si concretizza in impegno etico.
Con la tecnica dell’affresco su tela o su tavola, Celiberti ha inciso la materia di graffi e segni a volte appena abbozzati: utilizzando le X con le quali le piccole vittime conteggiavano i giorni di prigionia, le lettere T, Z, N, riferite al luogo, elementari segni come cuori congiunti, colombe e farfalle che ci parlano di un’umanità sofferente arsa dal bisogno di dialogo, tenerezza e amore. E’ stato selezionato per il manifesto e l’invito un particolare di un’opera di Celiberti esposta nella mostra cesenate, che rappresenta il volo di una farfalla, simbolico sogno di libertà di sofferte tracce esistenziali impresse nei muri di Terezin. La farfalla, inoltre, quale incisivo elemento metaforico, si ritrova anche nei codici miniati di Novello Malatesta, come documentano i materiali conservati nella Biblioteca Malatestiana di Cesena, patrimonio dell’umanità. Una esposizione di grande interesse che diventa veicolo di dialogo tra società e ambienti e riflessione sullo spirito di pace e fratellanza dei popoli, di forza interiore che non dovremmo dimenticare nel nostro vivere quotidiano. Organizzazione: Comune di Cesena Assessorato alla Cultura in collaborazione con Galleria L’IMMAGINE - Cesena
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