Francesca Fini. BODY (S)CUL(P)TURE
Dal 02 Settembre 2024 al 13 Ottobre 2024
Forlì | Forlì-Cesena
Luogo: Fondazione Dino Zoli
Indirizzo: Viale Bologna 288
Orari: dal martedì al giovedì dalle 9.30 alle 12.30, dal venerdì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: ibridafestival@gmail.com
Sito ufficiale: http://ibridafestival.it
L’esposizione, parte del programma di Ibrida - Festival Internazionale delle Arti Intermediali, è prodotta da Vertov Project e PubliOne Società Benefit in collaborazione con la Fondazione Dino Zoli ed è curata dallo storico delle immagini in movimento Bruno Di Marino.
Lunedì 2 settembre alle ore 19 negli spazi della Fondazione Dino Zoli di Forlì inaugura BODY (S)CUL(P)TURE, prima mostra personale di Francesca Fini in città, proposta come prologo di Ibrida - Festival Internazionale delle Arti Intermediali, in programma a Forlì dal 19 al 22 settembre.
«Dopo l’esposizione dello scorso anno dedicata alle macchine del pre-cinema e alle animazioni di Virgilio Villoresi, passiamo all’interazione tra umano e tecnologia con un’artista totale come Francesca Fini, che spazia dalla performance art all’intelligenza artificiale», spiegano Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, Direttori Artistici di Ibrida Festival. «Fini ha partecipato diverse volte ad Ibrida con opere e performance. Ha creato anche l’immagine dell’edizione 2024 del Festival».
«Il rapporto tra l’umano e la tecnologia sono al centro di questa mostra» - aggiungono - «che consolida la collaborazione tra Ibrida Festival e la Fondazione Dino Zoli e introduce il tema del Festival di quest’anno: Artificial Reality. Creare sinergie con altre istituzioni ci permette di crescere insieme e di regalare al territorio attività culturali di altro livello. Quella con la Fondazione ci ha permesso di allargare i nostri orizzonti e di portare a Forlì artisti di spicco del panorama artistico digitale e tecnologico».
«La proposta di BODY (S)CUL(P)TURE da parte di Ibrida è stata immediatamente accolta dalla Fondazione Dino Zoli per quella capacità dell’artista di mescolare l’umano e l’artificiale, l’organico e il sintetico nel suo fare creativo», dichiara Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli. «Un percorso che interessa l’intero Gruppo Dino Zoli, di cui la Fondazione è l’anima culturale. È stato infatti scelto come topic per il 2024 l’Intelligenza Artificiale, parola dell’anno, che sta caratterizzando ogni campo di analisi sia in ambito scientifico che creativo».
Francesca Fini (Roma, 1970) è un’artista intermediale che si muove da sempre nel territorio del contemporaneo dove le arti si ibridano, tra performance art, tecnologia dell'interazione, sound design, sperimentazione videocinematografica, animazione digitale e pittura. I suoi progetti affrontano spesso questioni legate al rapporto tra spazio pubblico e privato, tra spettacolo e spettatore, tra rappresentazione e interazione, ma riflettono anche sulle influenze della società sulle questioni di genere e sulla distorsione nella percezione della bellezza prodotta dal mercato e dai media mainstream. Negli anni ha presentato il suo lavoro al MACRO Asilo e al MAXXI di Roma, al Guggenheim di Bilbao, al Schusev State Museum of Architecture di Mosca, alle Tese dell'Arsenale di Venezia, al Georgia Institute of Technology, all’Accademia di Belle Arti di Bologna, all’Università di Coimbra, al Satyajit Ray Film and Television Institute di Calcutta, alla ESAD University di Caldas da Rainha e in molti altri musei e istituzioni internazionali.
L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo contenente un’introduzione critica del curatore, lo storico delle immagini in movimento Bruno Di Marino, una conversazione con l’artista e informazioni sulla sua multiforme produzione.
Lunedì 2 settembre alle ore 19 negli spazi della Fondazione Dino Zoli di Forlì inaugura BODY (S)CUL(P)TURE, prima mostra personale di Francesca Fini in città, proposta come prologo di Ibrida - Festival Internazionale delle Arti Intermediali, in programma a Forlì dal 19 al 22 settembre.
«Dopo l’esposizione dello scorso anno dedicata alle macchine del pre-cinema e alle animazioni di Virgilio Villoresi, passiamo all’interazione tra umano e tecnologia con un’artista totale come Francesca Fini, che spazia dalla performance art all’intelligenza artificiale», spiegano Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, Direttori Artistici di Ibrida Festival. «Fini ha partecipato diverse volte ad Ibrida con opere e performance. Ha creato anche l’immagine dell’edizione 2024 del Festival».
«Il rapporto tra l’umano e la tecnologia sono al centro di questa mostra» - aggiungono - «che consolida la collaborazione tra Ibrida Festival e la Fondazione Dino Zoli e introduce il tema del Festival di quest’anno: Artificial Reality. Creare sinergie con altre istituzioni ci permette di crescere insieme e di regalare al territorio attività culturali di altro livello. Quella con la Fondazione ci ha permesso di allargare i nostri orizzonti e di portare a Forlì artisti di spicco del panorama artistico digitale e tecnologico».
«La proposta di BODY (S)CUL(P)TURE da parte di Ibrida è stata immediatamente accolta dalla Fondazione Dino Zoli per quella capacità dell’artista di mescolare l’umano e l’artificiale, l’organico e il sintetico nel suo fare creativo», dichiara Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli. «Un percorso che interessa l’intero Gruppo Dino Zoli, di cui la Fondazione è l’anima culturale. È stato infatti scelto come topic per il 2024 l’Intelligenza Artificiale, parola dell’anno, che sta caratterizzando ogni campo di analisi sia in ambito scientifico che creativo».
Francesca Fini (Roma, 1970) è un’artista intermediale che si muove da sempre nel territorio del contemporaneo dove le arti si ibridano, tra performance art, tecnologia dell'interazione, sound design, sperimentazione videocinematografica, animazione digitale e pittura. I suoi progetti affrontano spesso questioni legate al rapporto tra spazio pubblico e privato, tra spettacolo e spettatore, tra rappresentazione e interazione, ma riflettono anche sulle influenze della società sulle questioni di genere e sulla distorsione nella percezione della bellezza prodotta dal mercato e dai media mainstream. Negli anni ha presentato il suo lavoro al MACRO Asilo e al MAXXI di Roma, al Guggenheim di Bilbao, al Schusev State Museum of Architecture di Mosca, alle Tese dell'Arsenale di Venezia, al Georgia Institute of Technology, all’Accademia di Belle Arti di Bologna, all’Università di Coimbra, al Satyajit Ray Film and Television Institute di Calcutta, alla ESAD University di Caldas da Rainha e in molti altri musei e istituzioni internazionali.
L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo contenente un’introduzione critica del curatore, lo storico delle immagini in movimento Bruno Di Marino, una conversazione con l’artista e informazioni sulla sua multiforme produzione.
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