Tano Pisano. Meccano

Tano Pisano. Meccano, Palazzo Vecchio, Firenze

 

Dal 22 Luglio 2023 al 23 Agosto 2023

Firenze

Luogo: Palazzo Vecchio

Indirizzo: Piazza della Signoria

Orari: tutti i giorni 10-17.30. Giovedì 10-14

Curatori: Elisa Gradi

Enti promotori:

  • Fondazione Centro Arti Visive Pietrasanta

Prolungata: fino al 23 agosto 2023

Costo del biglietto: ingresso gratuito

E-Mail info: operaunica2016@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.tanopisano.com


Il primo “meccano” concepito e realizzato da Tano Pisano fu L’albero Davanzati, creato ad hoc per la mostra allestita nel 2013 nell’omonimo palazzo trecentesco del centro di Firenze.
Dieci anni dopo, la fantasia torna nuovamente al potere - insieme all’arte, alla poesia, al colore - e insieme a quell’albero c’è anche la bicicletta di Marco Pantani. Per l’eclettico artista Tano Pisano - siciliano di nascita, giramondo per vocazione e da alcuni anni versiliese d’adozione - si tratta ormai di una regola. Che stavolta confermerà la capacità di andare oltre ogni aspettativa.
“Meccano” - così si intitola la sua nuova esposizione temporanea che si inaugura domani nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, a Firenze - è una variegata mostra personale retrospettiva di opere d’arte il cui comune denominatore è, appunto, la lunga ricerca di Tano Pisano sul “meccano” che, secondo il Dizionario dei giochi di Andrea Angiolino e Beniamino Sidoti, è «un gioco di costruzione per la realizzazione di modellini meccanici mediante elementi metallici perforati, viti, dadi e bulloni».
Organizzata dalla Fondazione Centro Arti Visive (CAV) di Pietrasanta (LU) e curata dalla storica dell’arte Elisa Gradi, la mostra sarà inaugurata sabato 22 luglio alle ore 11 nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio - alla presenza, oltre che dell’Artista, dell’assessore alla cultura del Comune di Firenze, Alessia Bettini, del presidente del CAV Nicola Stagetti e della curatrice – per poi proseguire fino a martedì 8 agosto, sempre con ingresso libero.
«Un percorso che alterna disegni, pitture e sculture, lavori nei quali poter ammirare il processo creativo di Tano Pisano e nello stesso tempo la sua capacità di sperimentazione a 360 gradi – commenta la vicesindaca e assessora alla Cultura, Alessia Bettini -. Passato e futuro, meticolosità e ricerca, si mescolano, grande attenzione viene data sia alle forme e ai colori, sia all’aspetto emotivo e psicologico della pittura. Bello in particolare approfondire il suo viaggio alla scoperta del ‘meccano’, elemento che dà anche titolo a questa mostra. Siamo davvero soddisfatti di ospitare in sala d’Arme le opere di questo artista».
«Per noi oggi è un grande onore essere qui a presentare l'operato del Maestro Tano Pisano – aggiunge Nicola Stagetti -. La Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta è portatrice e garante di autenticità di queste opere, che sono frutto di un intenso lavoro di ricerca di materiali e colori, dalle quali si percepisce un continuo crescendo di sensazioni di stupore e meraviglia. La storia di Tano Pisano è ricca di eventi che si susseguono uno dietro l'altro con il consenso e l’ammirazione di molti. Quello che troveremo in mostra è una piccola selezione dell'intero operato ed è per questo che la Fondazione CAV, è favorevole a sostenere con ogni suo mezzo l'ampio operato del Maestro».

Lo spazio e la mostra
Situata al piano terra di Palazzo Vecchio, con l’ingresso rivolto a nord, grazie al lavoro organizzativo della Fondazione CAV di Pietrasanta la Sala d’Arme accoglie per la prima volta la selezione di una trentina di opere di Tano Pisano all’insegna della fantasia, della poesia e del colore.
Gli oltre 300 metri quadrati della sala medievale fiorentina accoglieranno – sul lato destro rispetto all’entrata - il grande murale di plexiglass che nel 2021 fu realizzato per le due arcate cieche a destra e sinistra del portone di ingresso dell’ex-chiesa di Sant'Agostino a Pietrasanta, che misurano 8m x 8m circa; si tratta di un’installazione la cui idea nasce dalla volontà dell’artista di dare vivacità e poesia grazie al colore tramite la sua pittura compositiva. Questa diventa una sorta di “meccano pittorico”, una griglia in legno dipinto, che funge da astrattismo pittorico con alcuni dei colori primari tipici delle forme geometriche di Mondrian, su cui vengono ancorati pannelli in plexiglas dipinti dall’artista che nella loro moltitudine rilasciano la visione di una forma unica, un’opera d’arte totale di matrice figurativo-sintetica che appare di primo sguardo come una sorta di astrazione pittorica.
Completano l’allestimento artistico della Sala d’Arme: una quindicina tra pitture e disegni realizzati con varie tecniche sia su carta (compreso quello del famoso cavallo protagonista qualche anno fa di una grande mostra a Siena), sia su tela; tre teste di bronzo; due sculture piccole e due grandi in “meccano” (tra cui il famoso albero Davanzati e la bicicletta di Pantani); infine due sculture “mobiles” (in legno e ferro).
«Tano Pisano porta a Firenze quella materialità felice e giocosa del ‘Meccano’ - spiega la curatrice Elisa Gradi -, cerimonia di un teatro visivo che transita dalla staticità alla dinamicità, con frammenti di colore e materia che sprigionano un’energia vitale, in dialogo con l’architettura severa e imponente della Sala d’Arme. Organismi metallici che inneggiano a una leggerezza densa di liricità, con la carica cromatica e immaginaria che si intensifica nell’accordo degli elementi, nella continua ricerca della giusta intonazione di pieni e vuoti e la complicità, ritmica e visiva, che il loro creatore instaura, con rinnovato incanto, nella geometria dello spazio che accoglie la sua opera. La leggerezza aerea e mobile delle sue costruzioni si sprigiona così nel profilo pietroso e continuo dell’impianto architettonico – conclude -, divenendo terreno di infinite possibilità e premessa di metamorfosi incessanti, dalla gravità alla levità, dalla realtà all’astrazione, dal silenzio all’incanto sonoro».

La Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta
La Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta si prefigge lo scopo di promuovere
l'alta formazione in campo artistico e di sviluppare, produrre e gestire iniziative relative
all'arte e alla cultura contemporanee nelle sue molteplici forme, valorizzando allo stesso
tempo il sapere tecnico-artistico espresso sul territorio: un campus residenziale, in cui
fondere apprendimento ed elaborazione, teoria e pratica delle arti visive in generale e
della scultura in particolare, e dove, grazie all'apporto di docenti/artisti di prestigio, gli
studenti possano affrontare problematiche connesse alla creazione artistica nel contesto
culturale contemporaneo, dove un ruolo centrale viene svolto dal rapporto tradizione e
innovazione, storia e contemporaneità.
Scopo principale che il centro si pone è quello di creare figure professionali in grado di realizzare forme espressive in linea con i codici linguistici, fruitivi e socio-culturali del XXI secolo: profili professionali che sappiano combinare armonicamente i dettami della tradizione artistica con le nuove tecnologie e nuove esigenze nel panorama artistico produttivo. Asse portante è l'attenzione al binomio "innovazione-tradizione", cosi come artigianato, design e Pietrasanta come luogo privilegiato per seguire e sviluppare questo tema, attraverso I'organizzazione di residenze artistiche, summer school e workshop.
La Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta ha sede presso il Convento di San Francesco risalente intorno al XVl secolo. Questi ambienti, un tempo deputati alla preghiera ed alla meditazione, grazie alla loro nuova destinazione, si stanno riavvicinando alla comunità attraverso l’organizzazione delle attività culturali, che hanno reso la Fondazione CAVP un punto di riferimento del panorama culturale e sociale cittadino. Le camere per i residenti sono state ricavate dalle celle originarie dei frati francescani, conservandone il fascino autentico. Il convento, a soli 800 metri da Piazza del Duomo, permette agli studenti di godere appieno dell'offerta culturale di Pietrasanta, la cui tradizione nel campo delle arti visive e plastiche viene alimentata e preservata quotidianamente dal lavoro degli artigiani nei laboratori di marmo e mosaico e nelle fonderie.

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