Lorenzo Bartolini. L'Arnina. Il marmo ritrovato per Giovanni degli Alessandri
Dal 17 Novembre 2014 al 08 Febbraio 2015
Firenze
Luogo: Galleria dell'Accademia
Indirizzo: via Ricasoli 60
Orari: da martedì a domenica 8.15-18.50
Curatori: Lia Brunori
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 4
Telefono per informazioni: +39 055 2388612
Tra gli effetti positivi dell’acquisizione e degli studi dell’Archivio Bartolini, dovuti – come la mostra e il convegno dedicati all’artista – a Franca Falletti, va certo ad inserirsi il ritrovamento fisico dell’Arnina marmorea approdata in Inghilterra, che questa mostra-dossier presenta con dovizia di documenti inediti, e con l’accostamento di tutte le testimonianze fisiche reperibili dell’invenzione bartoliniana, presente anche nel gesso e nel calco, con opportuni riferimenti a figure contemporanee di spicco. Di speciale generosità si è dimostrato in questo il Comune di Prato, che particolarmente ringrazio, affidando gli ulteriori ringraziamenti, da me totalmente condivisi, all’introduzione del direttore Angelo Tartuferi.
Il gradimento europeo dell’arte di Lorenzo Bartolini ne risulta confermato, e l’Arnina articola e definisce l’influsso che l’attitudine squisitamente classica e neo rinascimentale dello scul- tore nel terzo decennio dell’Ottocento poté esercitare sugli sviluppi della critica d’arte, del collezionismo e della creazione artistica Oltralpe ed Oltre Manica. E sono dunque convinta della scelta della curatrice Lia Brunori, con gli esperti che hanno partecipato alla mostra e al catalogo, di dare il dovuto spazio a contributi internazionali.
Qualche parola ancora a commento dell’immagine gentile della ninfa acquatica, il cui corpo armonioso appena velato dal ricco panneggio sorge da tenui onde bordate di scheggioni rocciosi, in una sottile suggestione paesaggistica. L’antichità prima, e il Rinascimento poi, avevano messo a punto l’iconografia del dio fluviale quale vegliardo poderoso, apporta- tore di prosperità ai territori grazie all’acqua, elemento identitario dei luoghi, modellato per rivelarsi all’occorrenza terribile, come lo Scamandro infuriato contro l’omicida Achille nell’Iliade, che avrebbe trovato rispondenza nell’immagine del fiume rigonfio e combattente con le onde, a fianco dei fanti italiani, ne La leggenda del Piave di Giovanni Gaeta detto E.A. Mario, del 1918.
Ci volle l’immaginazione encomiastica del manierismo estremo perché a Firenze comparisse sulla scena una personificazione del rude e vigoroso Arno femminile e ninfale: nel 1617, quan- do nel Teatro mediceo venne rappresentata la “veglia” La liberazione di Tirreno per le nozze Medici-Gonzaga, dov’era protagonista Arnea, spirito fluviale, che sposando il dio marino di ascendenza etrusca diveniva con lui progenitrice dei Toscani. Un fiume-madre, evoluzione di precedenti letterari quali le tenere Mensola del Boccaccio e Ambra di Lorenzo il Magnifico. Questo fiume-fanciulla bartoliniano reca dunque, sotto la pelle delicata, una sostanziosa cultura umanistica, che dimostra una volta di più il profondo e proficuo intreccio dei saperi che accompagnò la creazione artistica fino alle soglie della modernità contemporanea.
Cristina Acidini
Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico
ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
La testimonianza e il ricordo di questa piccola mostra incentrata sulla ritrovata Arnina di Lorenzo Bartolini – l’unica versione in marmo sin qui riemersa fra quelle eseguite dallo scul- tore –, ben curata da Lia Brunori con il supporto della segreteria scientifica appassionata di Cristina Panconi, sono affidati al presente catalogo a cura della medesima Vicedirettrice, che coincide con il numero inaugurale della nuova serie di Quaderni di studio della Galleria, concepiti in accordo con l’Editore Sillabe per offrire un ulteriore strumento di approfondi- mento sui temi relativi alle diverse collezioni ospitate nel museo, a disposizione di studiosi interni ed esterni alla nostra amministrazione. Si tratta di una collana che consentirà di pubblicare interventi di carattere scientifico che andranno ben oltre il carattere meramente informativo che caratterizza la serie dei Pieghevoli, dei quali è appena stato pubblicato il secondo numero dedicato al restauro di due importanti pale quattrocentesche della Gal- leria: I santi Giacomo maggiore, Stefano e Pietro di Domenico Ghirlandaio e il Compianto sul Cristo morto di Arcangelo di Jacopo del Sellaio.
Il rientro definitivo alla Galleria dell’Accademia dal Museo Civico di Prato del calco in gesso per la scultura ritrovata dopo un lungo periodo di deposito, segna l’avvio di una nuova fase di collaborazione reciproca, per cui esprimo un sentito ringraziamento all’Assessore alla Cultura del Comune di Prato Simone Mangani e alla Conservatrice del Museo Maria Pia Mannini, collaborazione che vincolerà questi due poli fondamentali per la conoscenza e l’apprezzamento dell’opera di Lorenzo Bartolini: in concomitanza con la mostra saranno depositati presso il museo pratese la Riconoscenza per il gruppo del monumento a Nikolaj Demidov (inv. scult. n. 1221) e il busto con la Carità (inv. scult. n. 1296).
In questa occasione mi è gradito ringraziare, in aggiunta a Lia Brunori e Cristina Panconi, l’architetto Maria Cristina Valenti Quintana per l’allestimento della mostra, particolarmente efficace e snello, nonché l’Editore, nella persona di Maddalena Winspeare.
Angelo Tartuferi
Direttore della Galleria dell’Accademia
Il gradimento europeo dell’arte di Lorenzo Bartolini ne risulta confermato, e l’Arnina articola e definisce l’influsso che l’attitudine squisitamente classica e neo rinascimentale dello scul- tore nel terzo decennio dell’Ottocento poté esercitare sugli sviluppi della critica d’arte, del collezionismo e della creazione artistica Oltralpe ed Oltre Manica. E sono dunque convinta della scelta della curatrice Lia Brunori, con gli esperti che hanno partecipato alla mostra e al catalogo, di dare il dovuto spazio a contributi internazionali.
Qualche parola ancora a commento dell’immagine gentile della ninfa acquatica, il cui corpo armonioso appena velato dal ricco panneggio sorge da tenui onde bordate di scheggioni rocciosi, in una sottile suggestione paesaggistica. L’antichità prima, e il Rinascimento poi, avevano messo a punto l’iconografia del dio fluviale quale vegliardo poderoso, apporta- tore di prosperità ai territori grazie all’acqua, elemento identitario dei luoghi, modellato per rivelarsi all’occorrenza terribile, come lo Scamandro infuriato contro l’omicida Achille nell’Iliade, che avrebbe trovato rispondenza nell’immagine del fiume rigonfio e combattente con le onde, a fianco dei fanti italiani, ne La leggenda del Piave di Giovanni Gaeta detto E.A. Mario, del 1918.
Ci volle l’immaginazione encomiastica del manierismo estremo perché a Firenze comparisse sulla scena una personificazione del rude e vigoroso Arno femminile e ninfale: nel 1617, quan- do nel Teatro mediceo venne rappresentata la “veglia” La liberazione di Tirreno per le nozze Medici-Gonzaga, dov’era protagonista Arnea, spirito fluviale, che sposando il dio marino di ascendenza etrusca diveniva con lui progenitrice dei Toscani. Un fiume-madre, evoluzione di precedenti letterari quali le tenere Mensola del Boccaccio e Ambra di Lorenzo il Magnifico. Questo fiume-fanciulla bartoliniano reca dunque, sotto la pelle delicata, una sostanziosa cultura umanistica, che dimostra una volta di più il profondo e proficuo intreccio dei saperi che accompagnò la creazione artistica fino alle soglie della modernità contemporanea.
Cristina Acidini
Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico
ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
La testimonianza e il ricordo di questa piccola mostra incentrata sulla ritrovata Arnina di Lorenzo Bartolini – l’unica versione in marmo sin qui riemersa fra quelle eseguite dallo scul- tore –, ben curata da Lia Brunori con il supporto della segreteria scientifica appassionata di Cristina Panconi, sono affidati al presente catalogo a cura della medesima Vicedirettrice, che coincide con il numero inaugurale della nuova serie di Quaderni di studio della Galleria, concepiti in accordo con l’Editore Sillabe per offrire un ulteriore strumento di approfondi- mento sui temi relativi alle diverse collezioni ospitate nel museo, a disposizione di studiosi interni ed esterni alla nostra amministrazione. Si tratta di una collana che consentirà di pubblicare interventi di carattere scientifico che andranno ben oltre il carattere meramente informativo che caratterizza la serie dei Pieghevoli, dei quali è appena stato pubblicato il secondo numero dedicato al restauro di due importanti pale quattrocentesche della Gal- leria: I santi Giacomo maggiore, Stefano e Pietro di Domenico Ghirlandaio e il Compianto sul Cristo morto di Arcangelo di Jacopo del Sellaio.
Il rientro definitivo alla Galleria dell’Accademia dal Museo Civico di Prato del calco in gesso per la scultura ritrovata dopo un lungo periodo di deposito, segna l’avvio di una nuova fase di collaborazione reciproca, per cui esprimo un sentito ringraziamento all’Assessore alla Cultura del Comune di Prato Simone Mangani e alla Conservatrice del Museo Maria Pia Mannini, collaborazione che vincolerà questi due poli fondamentali per la conoscenza e l’apprezzamento dell’opera di Lorenzo Bartolini: in concomitanza con la mostra saranno depositati presso il museo pratese la Riconoscenza per il gruppo del monumento a Nikolaj Demidov (inv. scult. n. 1221) e il busto con la Carità (inv. scult. n. 1296).
In questa occasione mi è gradito ringraziare, in aggiunta a Lia Brunori e Cristina Panconi, l’architetto Maria Cristina Valenti Quintana per l’allestimento della mostra, particolarmente efficace e snello, nonché l’Editore, nella persona di Maddalena Winspeare.
Angelo Tartuferi
Direttore della Galleria dell’Accademia
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