Le visibili città invisibili. Un omaggio a Italo Calvino
![Le visibili città invisibili. Un omaggio a Italo Calvino, Sesto Fiorentino Le visibili città invisibili. Un omaggio a Italo Calvino, Sesto Fiorentino](http://www.arte.it/foto/600x450/83/15573-calvino.jpg)
Le visibili città invisibili. Un omaggio a Italo Calvino, Sesto Fiorentino
Dal 05 Maggio 2013 al 30 Maggio 2013
Sesto Fiorentino | Firenze
Luogo: La Soffitta Spazio Delle Arti
Indirizzo: piazza Rapisardi 6
Orari: da martedì a sabato 17-19/ 21-23; domenica 10.30/ 12.30/ 21-23
Curatori: Gaia Del Francia
Enti promotori:
- Associazione Culturale 47 Rosso
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 444008/ 055 442203
E-Mail info: ass.nincheri@tiscali.it
Sito ufficiale: http://www.lasoffitta.net
Associazione Culturale 47 rosso, col patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca (Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana)presenta da domenica 5 a giovedì 30 maggio 2013, presso La Soffitta Spazio Delle Arti (Sesto Fiorentino) «Le visibili città invisibili. Un omaggio a Italo Calvino» Il progetto, ideato e curato da Gaia Del Francia e promosso dall'Associazione Culturale 47 Rosso, nasce dal desiderio di rendere omaggio a uno dei più grandi scrittori italiani del novecento, Italo Calvino, e in particolare alla sua opera Le città invisibili. La mostra, elaborata in due anni di riflessione e confronto tra gli artisti, ha ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana). In armonia con la complessità dell’opera ispiratrice, Le visibili città invisibili si articola in più direzioni, comprendendo trentaquattro illustrazioni originali, venticinque brani musicali inediti e una dozzina di istallazioni che, visivamente o musicalmente, rappresentano ciascuna delle cinquantacinque città. Come Marco Polo descrive ogni città a Kublai Khan utilizzando espedienti narrativi differenti e illustrando le peculiari suggestioni che essa evoca, così gli artisti hanno raffigurato e interpretato in maniera del tutto personale e originale le stesse città, cercando di rendere “tangibile” (figurativamente o musicalmente) quella ”invisibilità” predicata dal titolo. Le cinquantacinque “città invisibili” presentate in mostra sono infatti “visibili” (o “udibili”) nella loro doppia valenza di farsi immagine (o composizione musicale) del racconto che Marco Polo fa di esse a Kublai Kan, ma anche “visibili” (“udibili”) perché svelano ciò che la città, nella sua valenza reale o simbolica, sempre nasconde agli occhi. Le illustrazioni, realizzate da Sara Vettori e Gabriele Genini, sono eseguite con tecniche incisorie calcografiche e xilografiche. Le trenta stampe esposte sono di 40x50 cm circa, a tiratura limitata e numerata. I ventisei brani musicali sono stati composti ed eseguiti dai musicisti fiorentini Michele Mingrone, Federico Mengoni, Andrea Celli, Leonardo Venturini, Umberto Foddis. La colonna sonora della mostra, composta ed eseguita appositamente per l’evento, è stata incisa su CD audio, disponibile durante la mostra. Completano il percorso una video istallazione di Andrea Sfalanga e una dozzina di istallazioni (oggetti, materiali, utensili) che, rappresentando ciò che Marco Polo mostra a Kublai Khan a supporto dei suoi racconti, hanno il ruolo di cornice narrativa svolta nel romanzo dal dialogo-confronto tra i due personaggi. Le opere incisorie e musicali, che con la loro consistenza bidimensionale ed eterea assurgeranno a rivelazione e manifestazione di quanto va sfuggendo nella realtà fenomenica, saranno giustapposte alla tridimensionalità degli oggetti, che rappresenteranno la realtà empirica che immancabilmente rimanda ad altro da se stessa, così da ricreare ed esemplificare la tensione tra ordine (narrativo, descrittivo) e disordine (reale, fenomenico) che è stato uno dei temi più cari a Calvino.
In questa edizione il progetto si arricchisce di due incisioni inedite (“Venezia-Pechino andata e ritorno” di Gabriele Genini e “Venezia 1972” di Sara Vettori) e nuove installazioni. Il giorno 9 maggio, alle ore 21,15, presso la Casa del Popolo di Colonnata, sarà riproposta la lettura scenica di e con Daniele Bernardi dal titolo “La scacchiera di Marco Polo”. Lavorando su un doppio registro recitativo, la performance di Bernardi (il cui lavoro scenico è da tempo focalizzato sull'elaborazione di materiali letterari non prettamente teatrali e specialmente poetici, da Majakovskij a Esenin a Rimbaud a Dylan) vuole restituire il rapporto che sussiste tra il narratore e l’ascoltatore nelle Città invisibili, un libro che è, in qualche modo, anche una riflessione sull'azione teatrale: Marco narra al Khan le incredibili scoperte fatte nei suoi viaggi, e con le sue capacità di affabulatore crea, di fronte agli occhi del sovrano, dei mondi suggestivi, simbolici e immaginari, per questo invisibili, ma carichi di significato. Così fa l'attore, specialmente il narratore: senza orpelli e scenografie, chi racconta vuole dare vita a una “seconda vista” nella mente di chi ascolta.
In questa edizione il progetto si arricchisce di due incisioni inedite (“Venezia-Pechino andata e ritorno” di Gabriele Genini e “Venezia 1972” di Sara Vettori) e nuove installazioni. Il giorno 9 maggio, alle ore 21,15, presso la Casa del Popolo di Colonnata, sarà riproposta la lettura scenica di e con Daniele Bernardi dal titolo “La scacchiera di Marco Polo”. Lavorando su un doppio registro recitativo, la performance di Bernardi (il cui lavoro scenico è da tempo focalizzato sull'elaborazione di materiali letterari non prettamente teatrali e specialmente poetici, da Majakovskij a Esenin a Rimbaud a Dylan) vuole restituire il rapporto che sussiste tra il narratore e l’ascoltatore nelle Città invisibili, un libro che è, in qualche modo, anche una riflessione sull'azione teatrale: Marco narra al Khan le incredibili scoperte fatte nei suoi viaggi, e con le sue capacità di affabulatore crea, di fronte agli occhi del sovrano, dei mondi suggestivi, simbolici e immaginari, per questo invisibili, ma carichi di significato. Così fa l'attore, specialmente il narratore: senza orpelli e scenografie, chi racconta vuole dare vita a una “seconda vista” nella mente di chi ascolta.
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