Dimitris Chiotopoulos. Alogo
![Dimitris Chiotopoulos. Alogo, La Corte Arte Contemporanea, Firenze Dimitris Chiotopoulos. Alogo, La Corte Arte Contemporanea, Firenze](http://www.arte.it/foto/600x450/0e/26198-fi.jpg)
Dimitris Chiotopoulos. Alogo, La Corte Arte Contemporanea, Firenze
Dal 25 Ottobre 2014 al 18 Novembre 2014
Firenze
Luogo: La Corte Arte Contemporanea
Indirizzo: via de Coverelli 27/r
Orari: da lunedì a sabato 15-19
Curatori: Giuliano Serafini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 284435
E-Mail info: info@lacorteartecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.lacorteartecontemporanea.it
Dal 25 ottobre al 18 novembre si terrà a La Corte Arte Contemporanea di Rosanna Tempestini Frizzi la mostra personale di Dimitris Chiotopoulos.
Intitolata Alogo e curata da Giuliano Serafini, noto specialista di arte greca moderna e contemporanea, la mostra si ispira a uno dei periodi facenti parte di un vasto progetto d’arte che l’artista ha definito “Total Art”. Si tratta di dieci pannelli dove viene ripetuta, in varianti cromatiche, la stessa icona: due cavalli affrontati e rampanti. Attraverso l’estrema rarefazione dell’immagine, Chiotopoulos elabora una sorta di motivo araldico che rimanda al valore archetipico dell’immagine stessa. Mito e storia sembrano condensarsi in un segno luminoso ai limiti della riconoscibilità, là dove entra in azione il significato originario della parola nella lingua greca.
Scrive in proposito Serafini: “[…] Dall’etimo della parola l’artista ha estratto e “traslitterato” l’etimo dell’icona, operando un vero e proprio transfert dal contesto comunicativo verbale a quello plastico […]” E ancora: ” […] Ma questo passaggio non poteva avvenire attraverso un’espressione descrittiva, naturalistica, mediante insomma una forma compiuta. Chiotopoulos doveva risalire piuttosto al senso originario del soggetto, alla sua identità primaria, così come viene evocata e attestata dalla parola relativa. Dunque non si trattava di andare alla ricerca di una vera immagine, ma di un morfema, di un’intuizione subliminale. Occorreva cioè mettere in scena un’ aura, un’energia, una folgorazione pronta a dissolversi, intercettare la visione alla sua scaturigine: perché da quel flash emanasse l’essenza “spirituale” del cavallo, la sua anima […]”
Intitolata Alogo e curata da Giuliano Serafini, noto specialista di arte greca moderna e contemporanea, la mostra si ispira a uno dei periodi facenti parte di un vasto progetto d’arte che l’artista ha definito “Total Art”. Si tratta di dieci pannelli dove viene ripetuta, in varianti cromatiche, la stessa icona: due cavalli affrontati e rampanti. Attraverso l’estrema rarefazione dell’immagine, Chiotopoulos elabora una sorta di motivo araldico che rimanda al valore archetipico dell’immagine stessa. Mito e storia sembrano condensarsi in un segno luminoso ai limiti della riconoscibilità, là dove entra in azione il significato originario della parola nella lingua greca.
Scrive in proposito Serafini: “[…] Dall’etimo della parola l’artista ha estratto e “traslitterato” l’etimo dell’icona, operando un vero e proprio transfert dal contesto comunicativo verbale a quello plastico […]” E ancora: ” […] Ma questo passaggio non poteva avvenire attraverso un’espressione descrittiva, naturalistica, mediante insomma una forma compiuta. Chiotopoulos doveva risalire piuttosto al senso originario del soggetto, alla sua identità primaria, così come viene evocata e attestata dalla parola relativa. Dunque non si trattava di andare alla ricerca di una vera immagine, ma di un morfema, di un’intuizione subliminale. Occorreva cioè mettere in scena un’ aura, un’energia, una folgorazione pronta a dissolversi, intercettare la visione alla sua scaturigine: perché da quel flash emanasse l’essenza “spirituale” del cavallo, la sua anima […]”
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