Bruni Francesco. Personale senzatitolo
Dal 12 Marzo 2016 al 26 Aprile 2016
Tavarnelle Val di Pesa | Firenze
Luogo: Palazzo Malaspina
Indirizzo: via del Giglio 35, San Donato in Poggio
Curatori: Caterina Pacenti
Enti promotori:
- Unione Comunale del Chianti Fiorentino
Sito ufficiale: http://www.sandonatoinpoggio.it
Attraverso le sue creazioni ed un linguaggio artistico molto personale, Bruni ci porta dritti alla realtà, senza filtri, in modo così diretto ed esplicito, fino alla meta; la nostra società, che è erede di ogni meraviglia, per inseguire, emulare, rincorrere la modernità, il benessere, il potere, è diventata corrotta nelle coscienze e nelle forme, nella natura e nel pensiero. Non è tuttavia nostalgia del passato quella che traluce da queste sue opere, ma piuttosto critica del presente e consapevolezza del destino del mondo se la bellezza non interverrà a salvarlo, come invece auspicava - con smisurata fiducia, forse, nei confronti dell’arte - il principe Miškin di Dostoevskij.
Le opere di Bruni ci parlano di un universo assai complesso, ma altrettanto e affascinante, nel quale ciascun “sistema” è relativo rispetto al tutto e alle sue parti e queste ancora rispetto alle geometrie naturali o artificiali che sono alla base di ogni cosa. Ci parlano di oggi e di sempre, della realtà e della fantasia, del tangibile e dell’ineffabile, di tracce e presenze, delle cose transitorie e di sentimenti eterni, di una dimensione umana, fatta di gesti, di ritualità, ma anche di tensione verso il futuro, di sogni e speranze. Così anche la vita quotidiana si erge a momento degno di essere rappresentato, ma Bruni - memore dell’arte dell’ultimo secolo - fa qualcosa che va oltre la rappresentazione dell’oggetto: lo prende, lo toglie dal suo contesto, ed è questo che, così com’è, con le sue pieghe ed imperfezioni, le sue lacerazioni ed i segni dell’usura, a diventare la natura morta di se stesso.
L’arte è qui dunque espressione, emozione estetica, strumento salvifico e di conoscenza; in Francesco è forte la consapevolezza della necessità dell’arte nella società moderna, alla quale la grande meraviglia del passato non può bastare. E forse è lì, proprio quando l’umanità sembra incapace di censurare i propri comportamenti, bloccare le proprie azioni per la sua salvezza e quella del pianeta, che può, e ha forse il dovere di intervenire, l’arte, quale mezzo potentissimo di comunicazione e linguaggio universale, ed è qui, nelle opere di Francesco, che, nel tentativo di risvegliare le coscienze, il cemento, che copre ogni cosa, oggetto e superficie, sembra lasciare ancora spazio e speranza all’uomo, alla natura e al sentimento.
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