Kandinskij, l’armonia preservata. Dietro le quinte del restauro
Dal 15 Novembre 2018 al 03 Febbraio 2019
Mondovì | Cuneo
Luogo: Museo della Ceramica
Indirizzo: piazza Maggiore 1
Enti promotori:
- Fondazione CRC
- Comune di Bergamo
- GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
- Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0174 40389
Sito ufficiale: http://www.fondazionecrc.it
Giovedì 15 novembre alle ore 17,30, presso il Museo della Ceramica di Mondovì (Palazzo Fauzone di Germagnano, Piazza Maggiore 1), avrà luogo l’inaugurazione della mostra “Kandinskij, l’armonia preservata. Dietro le quinte del restauro”. Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione tra la Fondazione CRC, il Comune di Bergamo, la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”. Protagonista dell’esposizione sarà l’opera “Spitz-Rund”, olio su cartone eseguito da Kandinskij nel 1925, entrata a far parte delle Collezioni della GAMeC nel 1999 grazie alla donazione di Gianfranco e Luigia Spajani. L’opera è stata oggetto di un’accurata analisi diagnostica condotta dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, da cui sono emersi particolari inediti sul suo stato di conservazione e sulla sua storia.
L’esposizione sarà visitabile fino a domenica 3 febbraio dal martedì al venerdì dalle ore 15 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 18.
L’allestimento della mostra è stato preceduto da un’approfondita campagna diagnostica funzionale allo studio del manufatto e di supporto alla definizione dei materiali e delle modalità di intervento, curata dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.
Il dipinto è stato sottoposto a una serie di analisi scientifiche, a partire dalla campagna di diagnostica per immagini fino agli approfondimenti sulla tecnica esecutiva e sullo stato di conservazione, tramite tecniche avanzate di tipo non invasivo e puntuali microcampionamenti. A conclusione di questa prima fase, il Centro Conservazione e Restauro è intervenuto sull’opera con il consolidamento di alcuni punti che presentavano problemi di adesione tra la preparazione e il supporto cartaceo. Il confronto tra i dati emersi e le osservazioni compiute direttamente sul dipinto consente ora di presentarlo con un significativo corredo di informazioni, utili per una sua migliore comprensione e per la sua futura conservazione. L’allestimento realizzato presso gli spazi espostivi del Museo della Ceramica accompagnerà il visitatore attraverso i diversi stadi del progetto: apre la mostra una sezione dedicata alle fasi di analisi e restauro, illustrate da foto, grafici, ma anche dall’esposizione degli strumenti utilizzati e dal racconto tramite applicativi e video dell’osservazione dell’opera e delle operazioni effettuate dal restauratore. Si prosegue con la sezione dedicata alla biografia del dipinto – la sua complessa stratigrafia, i materiali impiegati – per arrivare, infine, alla visione dello stesso, esposto in una teca appositamente realizzata che lo protegge da eventuali sbalzi di temperatura e umidità. In un’area dedicata ai più piccoli, infine, sono messi a disposizione i materiali per realizzare una personale versione di Spitz-Rund, utilizzando le forme che la compongono.
“Dopo il grande interesse destato lo scorso anno dal progetto su Manet – commenta Giandomenico Genta, Presidente della Fondazione CRC – anche quest’anno la Fondazione ha voluto portare a Mondovì l’opera di un artista di fama mondiale, inserendo il momento dedicato all’esposizione al pubblico nell’ambito di un progetto più vasto, di ricerca e di impegno sul fronte della conservazione, che ha permesso di scoprire e di presentare inedite informazioni sulla realizzazione, sulla conservazione e sulla storia dell’opera”.
“Esprimo la profonda gratitudine di tutta la Città – aggiunge Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo – nei confronti della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” per aver rispettivamente sostenuto ed eseguito il restauro dell’opera di Kandinskij, patrimonio pubblico conservato alla GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Un’importante iniziativa che vede tra i suoi punti di forza anche la restituzione al pubblico delle approfondite fasi di studio di un capolavoro del Novecento, che Bergamo è orgogliosa di custodire”.
“La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è tra i pochi musei italiani a poter vantare un’opera di Kandinskij nelle proprie raccolte – conclude Lorenzo Giusti, Direttore GAMeC –. Sin dal 1999, anno in cui l’imprenditore Gianfranco Spajani e la moglie Luigia donarono la propria collezione alla Città di Bergamo con l’intento di costituire un primo nucleo su cui fondare lo sviluppo delle raccolte del museo, Spitz-Rundè divenuta una delle opere più celebri del nostro patrimonio, e oggetto di importanti prestiti a livello internazionale. L’apertura di questa mostra, a conclusione di una campagna di indagini diagnostiche che ha permesso di acquisire informazioni preziose sulla sua storia, rappresenta ora un’occasione unica per il pubblico, che ha l’opportunità di ammirare il dipinto fuori dalle mura della GAMeC”.
“Il rafforzamento dei rapporti di collaborazione con le istituzioni locali e nazionali rappresenta un’opportunità importante per la nostra Fondazione”, dichiara Stefano Trucco, Presidente del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”. “Siamo grati alla Fondazione CRC per aver reso possibile questo progetto, che permette al pubblico di conoscere più da vicino il mondo del restauro e a noi di raccontare il quotidiano impegno nella ricerca e nella conservazione del patrimonio culturale. La disponibilità della GAMeC e del Comune di Bergamo, che ci hanno affidato un’opera straordinaria, ha fornito ai nostri laboratori un caso di studio molto interessante e complesso, che accresce ulteriormente la nostra esperienza nel campo della conservazione delle opere di arte contemporanea”.
Wassilij Kandinskij (1866-1944) è nato e cresciuto in una famiglia agiata di Mosca. Dopo gli studi in Giurisprudenza decide di rifiutare l’insegnamento universitario per dedicarsi alla pittura, passione che, insieme alla musica – studia e suona pianoforte e violoncello – segnerà l’intera sua esistenza. Trasferitosi a Monaco di Baviera nel 1896, per venire a contatto con un contesto internazionale e aggiornato, frequenta l’ambito espressionista. Sono anni di intensa produzione, pittorica e teorica: nel 1910, infatti, pubblica Lo spirituale nell’arte, testo in cui espone la sua poetica che vede uniti antinaturalismo, astrazione e sguardo interiore, il tutto contaminato con la musica.
L’accensione cromatica e l’amicizia con Franz Marc lo portano a fondare, nel 1911, il movimento Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro). Nasce così l’astrattismo lirico, legato a emozioni e sensazioni.
Dopo un breve ritorno in Russia, dal 1914 al 1921, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Kandinskij torna in Germania, chiamato da Walter Gropius a insegnare al Bauhaus, una scuola di architettura e arti applicate all’avanguardia. Qui le sue opere risentono di una virata geometrizzante e di rigore compositivo. La scuola, vista come una roccaforte democratica, viene chiusa nel 1933, con l’avvento del Nazismo, che mette all’indice le opere di Kandinskij il quale si trasferisce a Parigi l’anno seguente, per evitare persecuzioni. Muore a Neuilly-sur-Seine il 13 dicembre 1944.
L’OPERA
Wassilij Kandinskij
Spitz-Rund, 1925
olio su cartone applicato su tavola
cm 72,5 x 32
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Raccolta Gianfranco e Luigia Spajani
Spitz-Rund entra a far parte delle Collezioni della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo nel 1999, grazie alla donazione di Gianfranco e Luigia Spajani. L’opera dimostra l’internazionalità della Raccolta donata dall’imprenditore bergamasco e da sua moglie che include, oltre agli esiti maggiori della pittura italiana del Novecento – tra cui Enrico Baj, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Massimo Campigli, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Alberto Savinio –, anche una variegata selezione di artisti stranieri quali Hans Hartung, Hans Richter e Roberto Sebastian Matta.
Considerato il padre dell’Astrattismo, intorno al 1910 Kandinskij approda a una pittura che non imita la natura, ma che scaturisce da una “necessità interiore”, composta da forme e colori che comunicano emozioni. Dopo aver privilegiato strutture nate dall’improvvisazione, a partire dal 1922 rende le forme più geometriche e le campiture cromatiche separate. È una razionalizzazione compositiva legata agli anni dal 1922 al 1933, durante il periodo di insegnamento al Bauhaus, una scuola all’avanguardia di architettura e arti applicate che ha sede prima a Weimar e in seguito a Dessau. Spitz-Rundappartiene a questa fase. Il titolo dell’opera significa“aguzzo-rotondo”, chiaro riferimento alle figure geometriche che la compongono: nel campo monocromo, infatti, geometrie e linee si sovrappongono nello slancio verticale del dipinto, in un dialogo tra forme, suoni e colori. Questi ultimi hanno per l’artista precise corrispondenze: “il triangolo è sempre giallo e risulta tagliente e imprevedibile”, paragonato al suono squillante della tromba, “il cerchio, invece, è figura semplice, complessa e misteriosa, simbolo dell’universo” e viene associato al colore blu, profondo e puro, e al suono grave del contrabbasso o del violoncello, o a quello profondo dell’organo.
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