Fotografia è donna. L’universo femminile in 120 scatti dell’agenzia Magnum Photos dal dopoguerra a oggi
Dal 13 Ottobre 2023 al 01 Aprile 2024
Saluzzo | Cuneo
Luogo: La Castiglia di Saluzzo
Indirizzo: Piazza Castello 2
Orari: venerdì 15-19; sabato, domenica e festivi 10-19
Curatori: Walter Guadagnini, Monica Poggi
Prolungata: fino al 1 aprile 2024
Telefono per informazioni: +39.011.0881150
E-Mail info: camera@camera.to
Sito ufficiale: http://www.fondazioneartea.org
Donne fotografe, autrici di immagini attraverso cui esprimono la propria visione del mondo, interpretandone società, costumi e culture con le lenti della femminilità.
Donne fotografate, immortalate da scatti che ne ritraggono sia l’esistenza intima sia l’impegno pubblico, e il cui corpo, con la sua presenza e le sue posture, diventa centrale nel racconto del cammino verso l’emancipazione.
Le une come le altre, donne protagoniste del processo di evoluzione e riscatto del proprio ruolo nel corso degli ultimi settant’anni, raccontato con intensità dalla mostra “Fotografia è donna. L’universo femminile in 120 scatti dell’agenzia Magnum Photos, dal Dopoguerra a oggi”, visitabile dal 13 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024, nelle sale dell’antico castello, oggi museo, de La Castiglia di Saluzzo in provincia di Cuneo.
“Fotografia è donna”, curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, è un progetto organizzato da Comune di Saluzzo e Fondazione Artea, in collaborazione con CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, Magnum Photos e Fondazione Amleto Bertoni.
L’esposizione si sviluppa lungo un percorso costituito da sei nuclei tematici, ai quali è affidato il compito di descrivere la vita delle donne, esplorandola da altrettanti punti d’osservazione e proponendone una narrazione corale che conduce all’essenza della condizione femminile, immortalata nei più disparati luoghi del mondo e in epoche diverse.
Spazio e tempo si intrecciano così in un’indagine sui grandi cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo e i primi decenni di XXI, un continuo oscillare fra vicende individuali ed episodi d’attualità che si sviluppa affrontando il contesto familiare, la crescita, l’identità, i miti della bellezza e della fama, le battaglie politiche e la guerra.
Sei argomenti che trovano la loro rappresentazione d’insieme grazie all’accostamento di ventidue progetti fotografici: alcune delle serie più iconiche realizzate da dodici autrici di Magnum Photos, a cui si aggiungono i lavori di sei autori dell’agenzia capaci di farsi appassionati interpreti delle tematiche trattate.
Ne emerge un confronto fra stili, linguaggi e generazioni, fonte di un inedito dialogo di voci e sguardi mai convenzionali dove, benché le fotografie esposte risultino a tratti anche molto differenti fra loro, ad accomunare gli scatti esposti ci sono sempre le lotte, le emozioni, le passioni, le gioie e le paure delle persone ritratte, al centro di grandi e piccoli eventi, siano essi privati o collettivi.
Era l’inizio degli anni Cinquanta quando all’agenzia Magnum Photos, da poco fondata, approdavano l’austriaca Inge Morath e l’americana Eve Arnold: furono le prime due fotografe a farne parte e da quel momento il modo di fare e di intendere il fotogiornalismo cambiò per sempre. Pioniere del protagonismo femminile nella narrazione per immagini della realtà, hanno aperto la strada a una sua visione empatica e più attenta alla vita degli esseri umani. In molte ne hanno seguito le orme, smettendo i panni di muse dei grandi artisti dinanzi all’obbiettivo e ponendosi invece dietro ad esso, per divenire le testimoni dirette dei mutamenti del loro tempo.
Fra coloro le quali hanno intrapreso quello stesso cammino vi sono le professioniste proposte da questa mostra accanto alle due “capostipiti”: Olivia Arthur, Myriam Boulos, Cristina De Middel, Bieke Depoorter, Nanna Heitmann, Susan Meiselas, Lúa Ribeira, Alessandra Sanguinetti, Marilyn Silverstone, Newsha Tavakolian. Autrici di fama internazionale e giovani fotografe contemporanee poste le une al fianco della altre, con reportage realizzati in situazioni anche molto diverse da un punto di vista storico nonché geografico, che spaziano ad esempio dai ritratti di una diva come Marilyn Monroe fino a quelli delle combattenti delle FARC in Colombia.
Pur concentrandosi sull’autorialità femminile, la mostra offre al contempo una serie di mirabili esempi di come alcuni celebri fotografi - Robert Capa, Bruce Davidson, Elliott Erwitt, Rafal Milach, Paolo Pellegrin, Ferdinando Scianna - abbiano saputo dar forma all’identità femminile con la propria arte, contribuendo a denunciare un contesto sociale che ha visto e vede ancora troppo spesso i diritti delle donne messi in discussione, a dispetto del processo di emancipazione avviato negli anni Sessanta.
Donne fotografate, immortalate da scatti che ne ritraggono sia l’esistenza intima sia l’impegno pubblico, e il cui corpo, con la sua presenza e le sue posture, diventa centrale nel racconto del cammino verso l’emancipazione.
Le une come le altre, donne protagoniste del processo di evoluzione e riscatto del proprio ruolo nel corso degli ultimi settant’anni, raccontato con intensità dalla mostra “Fotografia è donna. L’universo femminile in 120 scatti dell’agenzia Magnum Photos, dal Dopoguerra a oggi”, visitabile dal 13 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024, nelle sale dell’antico castello, oggi museo, de La Castiglia di Saluzzo in provincia di Cuneo.
“Fotografia è donna”, curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, è un progetto organizzato da Comune di Saluzzo e Fondazione Artea, in collaborazione con CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, Magnum Photos e Fondazione Amleto Bertoni.
L’esposizione si sviluppa lungo un percorso costituito da sei nuclei tematici, ai quali è affidato il compito di descrivere la vita delle donne, esplorandola da altrettanti punti d’osservazione e proponendone una narrazione corale che conduce all’essenza della condizione femminile, immortalata nei più disparati luoghi del mondo e in epoche diverse.
Spazio e tempo si intrecciano così in un’indagine sui grandi cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo e i primi decenni di XXI, un continuo oscillare fra vicende individuali ed episodi d’attualità che si sviluppa affrontando il contesto familiare, la crescita, l’identità, i miti della bellezza e della fama, le battaglie politiche e la guerra.
Sei argomenti che trovano la loro rappresentazione d’insieme grazie all’accostamento di ventidue progetti fotografici: alcune delle serie più iconiche realizzate da dodici autrici di Magnum Photos, a cui si aggiungono i lavori di sei autori dell’agenzia capaci di farsi appassionati interpreti delle tematiche trattate.
Ne emerge un confronto fra stili, linguaggi e generazioni, fonte di un inedito dialogo di voci e sguardi mai convenzionali dove, benché le fotografie esposte risultino a tratti anche molto differenti fra loro, ad accomunare gli scatti esposti ci sono sempre le lotte, le emozioni, le passioni, le gioie e le paure delle persone ritratte, al centro di grandi e piccoli eventi, siano essi privati o collettivi.
Era l’inizio degli anni Cinquanta quando all’agenzia Magnum Photos, da poco fondata, approdavano l’austriaca Inge Morath e l’americana Eve Arnold: furono le prime due fotografe a farne parte e da quel momento il modo di fare e di intendere il fotogiornalismo cambiò per sempre. Pioniere del protagonismo femminile nella narrazione per immagini della realtà, hanno aperto la strada a una sua visione empatica e più attenta alla vita degli esseri umani. In molte ne hanno seguito le orme, smettendo i panni di muse dei grandi artisti dinanzi all’obbiettivo e ponendosi invece dietro ad esso, per divenire le testimoni dirette dei mutamenti del loro tempo.
Fra coloro le quali hanno intrapreso quello stesso cammino vi sono le professioniste proposte da questa mostra accanto alle due “capostipiti”: Olivia Arthur, Myriam Boulos, Cristina De Middel, Bieke Depoorter, Nanna Heitmann, Susan Meiselas, Lúa Ribeira, Alessandra Sanguinetti, Marilyn Silverstone, Newsha Tavakolian. Autrici di fama internazionale e giovani fotografe contemporanee poste le une al fianco della altre, con reportage realizzati in situazioni anche molto diverse da un punto di vista storico nonché geografico, che spaziano ad esempio dai ritratti di una diva come Marilyn Monroe fino a quelli delle combattenti delle FARC in Colombia.
Pur concentrandosi sull’autorialità femminile, la mostra offre al contempo una serie di mirabili esempi di come alcuni celebri fotografi - Robert Capa, Bruce Davidson, Elliott Erwitt, Rafal Milach, Paolo Pellegrin, Ferdinando Scianna - abbiano saputo dar forma all’identità femminile con la propria arte, contribuendo a denunciare un contesto sociale che ha visto e vede ancora troppo spesso i diritti delle donne messi in discussione, a dispetto del processo di emancipazione avviato negli anni Sessanta.
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